NARDO' - Venti volontari si danno da fare con tinelle e ramazze per rendere accettabile, per i turisti, la situazione nella marina di Nardò. Nonostante tanto impegno, però, resta una "zona franca" pericolosa per i bambini e le famiglie: praticamente una discarica a cielo aperto. E nessuno fa nulla. Ah, no: i consiglieri comunali raccolgono trenta euro, per fare un parco giochi da un'altra parte.
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A Santa Maria si può girare un film con, come da tradizione, la bella e la bestia: accanto all'intera area del parco Pinocchio, tutta ripulita e tirata a lucido nei giorni scorsi dai volontari della pro loco, c'è una vera e propria discarica a cielo aperto con quintali di ferraglia arrugginita e materiali plastici abbandonati all'aperto. L'indignazione manifestata ieri da alcune famiglie di Bologna, dove c'è il culto delle aree a verde pubblico, fa il paio con un moto d'orgoglio dei consiglieri comunali che, per iniziativa di Giancarlo De Pascalis, stanno raccogliendo tra loro del denaro per realizzare, a proprie spese, un parco giochi per bambini. Per ora le “donazioni” sono nell'ordine di circa trenta euro a consigliere comunale ma non è escluso che grazie ai buoni uffici di qualcuno, tipo l'altro consigliere d'opposizione Paolo Maccagnano, si possa riuscire a spuntare un buon prezzo presso un grossista in modo da rifornire di giostrine e scivoli tutte e tre le marine di Nardò: Santa Maria, Santa Caterina e Sant'Isidoro.
A Santa Maria c'è la situazione che stride con l'intero contesto: a cento metri dalle Quattro Colonne, infatti, e all'inizio del parco prossimo all'area demaniale, c'è una specie di favela. Si tratta di un'area abbastanza vasta lasciata nel totale abbandono. In quella zona che viene data in concessione, in estate, c'è una specie di parco giochi. Nelle altre stagioni dovrebbe essere almeno libera da pericoli.
“E' un peccato vedere quest'area splendida ridotta così – racconta il capofamiglia di una comitiva proveniente dall'Emilia e che sta trascorrendo le ferie pasquali in zona – ma è soprattutto pericoloso che i bambini possano correre liberamente in un posto che pare una discarica a cielo aperto con fili di ferro arrugginiti, transenne spezzate, spezzoni di travetti infilati in terra che sembrano lance, quadri elettrici lasciati penzolare”.
I bambini, per la cronaca, dopo una prima corsa in quello che sembrava un parco e che era, invece, un ricettacolo di pericoli, sono stati ritirati e le famiglie si sono spostate più avanti. Ma le mitiche Quattro Colonne meritano un'attenzione maggiore.