NARDO' - La stazione chiusa, al pari di tante altre delle Ferrovie Sud-Est. L'argomento non è di mera cronaca (anche se in queste ultime settimane e anche ore i disservizi sono clamorosi) ed è forse tempo per reclamare con forza tutto quello che non è stato fatto. Quello che non può essere giustificato è l'accanimento verso un’utenza sempre maltrattata, costretta ad andarsene. In pochi decenni le FSE hanno perso l’80% della clientela!
Il senso di questo articolo potrebbe essere riscoperto sfogliando una vecchia collezione di giornali di cinquanta, sessant’anni fa, e riproporla tale e quale, come trattarsi di copia della giornata. C’è da giurare che nessuno si accorgerebbe dell’artificio, rilevando come nulla sia cambiato per il trasporto locale, ferroviario in particolare, a distanza di oltre mezzo secolo! Non è il caso di usare termini apocalittici, (peraltro adatti alla situazione), tanto in pochi ci credono, anche per la semplice ragione che si parla (ancora? Direbbe qualcuno) di pendolari e trasporto locale, utenza sempre poco considerata, tale da aver prodotto un enorme materiale da consultazione, utile per tesi di laurea, saggi antropologici, persino un film-cult e di discreto successo, Italian Sud-Est (2003 Fluid Video Crew) dove una ventina di passeggeri raccontano storie, favole, parlano di degrado e ingiustizie; nelle due ore di film, disinteressati alla qualità del servizio ferroviario.
Completiamo il ragionamento: anno dopo anno il trasporto pubblico, quello locale in particolare, è stato abbandonato in quanto inefficiente e persino pericoloso (vedi la miriade di passaggi a livello), sino a perdere per strada (soprattutto per la ferrovia) circa l’80% dei suoi viaggiatori. Sì, proprio così, ha perso quella clientela per il quale era stato istituito. Viaggiatori che si sono guardati in giro per rivolgersi poi altrove, soprattutto e inevitabilmente verso il trasporto su gomma, insomma le auto. Comportando tale scelta una serie di conseguenze non tutte sopportabili: l’aumento dei costi di trasferimento al lavoro, intasamento delle strade, inquinamento. Scelta che ha riguardato in particolare il Mezzogiorno. Purtroppo quel servizio non ha mantenuto le promesse, anzi le ha apertamente tradite. Ma, ripetiamo, forse non era nemmeno necessario, riguardando una clientela straordinariamente debole che però era bisognosa e ancorata a quel miserevole servizio.
Basta frequentare per soli pochi minuti una nostra stazione ferroviaria (cominciamo con quella di Nardò Città e poi se ce la facciamo spostiamoci verso quella “Centrale”) per renderci conto dell’abbandono in cui versano, delle persone che le frequentano, della frattura sociale consumatasi. Si riesce a vedere se non qualche sparuto viaggiatore, qualche migrante che torna a casa dopo aver tentato di vendere un po’ di mercanzia. Per il resto nessuno anche i nostri studenti universitari hanno abbandonato quel trasporto. Chiedetelo a loro. Non potevano fare diversamente! Cosa si va a fare su quelle carrozze, sempre indecenti che non conoscono le stagioni, troppo fredde d’inverno e troppo calde d’estate? Semplicemente hanno deciso di regolarsi diversamente, semmai optando per la gomma, cioè il bus o, meglio ancora per loro, l’auto, sempre tenendo conto di difficoltà di ogni genere (se andate a Lecce, poi, i conti li dovrete fare con i costosi parcheggi e le multe sempre in agguato).
Anche in queste stesse giornate non si contano i disagi sulle linee di trasporto regionale, se con inaudita protervia e sprezzo della dignità altrui (qui la narrazione apocalittica ci sta tutta) sulla tratta Fse Lecce-Novoli-Gagliano i viaggiatori hanno rischiato l’assideramento per il freddo, poco male poi se hanno viaggiato tutti bagnati in quelle carrozze simil- bestiame; pioveva all’interno e non c’era modo per rimediare. Cronache che si ripetono con allarmante continuità.
E’ tempo di squarciare il velo sulla condizione di arretratezza subita da tante popolazioni pugliesi e interrogarsi sulla cecità culturale mostrata. Fermiamoci a questo, poiché è tempo perso quelli di andare a cercare responsabilità e cose di questo genere. Si potrebbe anche argomentare in questo modo: considerato che non riusciamo a viaggiare in maniera dignitosa, quantomeno mettiamoci a studiare, per sapere poi come intervenire. Ricerche, studi approfonditi, per scoprire perché quegli utenti non interessavano a nessuno, né alla politica, né all’economia, forse alla sociologia. Insomma, non facevano notizia. E se protestavano nessuno li ascoltava. Semmai rinunciavano a viaggiare, ed è quello che forse si sperava che facessero.
Valgono certo i progetti annunciati e comunque tutti legati a un futuro incerto da parte di quelle Fs (Ferrovie dello Stato) che di fatto hanno rilevato le decotte Fse, al centro di uno scandalo colossale che ha visto il nominato Commissario Straordinario Luigi Fiorillo e la sua banda mandarle in bancarotta e cumulare un deficit di oltre 230 milioni di euro e poi venire scoperto a pasteggiare in un noto ristorante con un vino al costo di euro 2.600 (duemilaseicento) la bottiglia!
Processo in corso e non diremo certo come ha fatto Salvini con Battisti “che Fiorillo deve marcire in galera!”
Semmai, per la legge del contrappasso, sempre richiamata ma mai applicata e forse da reintrodurre in una qualche occasione, per Fiorillo si potrebbe riservare a sue spese il viaggio di un paio di mesi, sei giorni su sette (visto che le FSE non circolano nei giorni festivi); andata e ritorno. Bastano 20 km al giorno, dieci all’andata e dieci al ritorno, per farsi dire che (Nicola Arigliano)…lui è stato muto, sordo e cieco rispetto alle necessità dei pendolari, che si traducono in gente che studia, che lavora, ma anche senza-lavoro, pensionati e anziani che hanno necessità di spostarsi per ragione di salute (chiedetelo a quanti debbono raggiungere gli ospedali di Gallipoli, Copertino o Galatina!).
Ma cosa volete che importi tutto questo in un periodo di “grandi temi” interni e internazionali?
Diciamolo chiaramente, la situazione del trasporto regionale è scandalosa, segnatamente per la Puglia che registra i treni più vecchi d’Italia con un’età media che supera i 20 anni, in questo appaiata alla Basilicata. Dicevamo dello stanziamento già previsto nella legge di bilancio 2017 (1,7 miliardi), ma molto ci sarà da attendere perché tali investimenti siano resi operativi. Per la Puglia, poi, ci sono problemi aggiuntivi. Ricorderete che a seguito della sciagura ferroviaria sul tratto Andria-Corato del 12 luglio 2016, nella quale morirono 23 persone oltre a diverse decine di feriti, tutto è stato rimesso in discussione e pesanti interventi dovranno essere fatti proprio sul fronte-sicurezza. Ci limitiamo a un solo esempio: la rete delle ferrovie locali pugliesi non è stata ancora adeguata al sistema Scmt, acronimo di Sistema di controllo di marcia del treno), fatto che comporta una velocità di… crociera che mai dovrà superare i 50 Kmh! E questo ancora per i prossimi due anni! Insomma, almeno su questo tema Apulia, poco felix.
LUIGI NANNI