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DISCO ORARIO - Ma la musica che suona è pessima: cento multe al giorno e vita d'inferno per moltissimi residenti, danneggiati dalla triste novità

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NARDO’ SI SCOPRE “LA CITTA’ DELLE CONTRAVVENZIONI.” DAL CILINDRO, “PESCATO” L’OBBLIGO DEL “DISCO ORARIO”, UNA MISURA INUTILE E DANNOSA. DA RITIRARE!
(E all’assessora Sodero: col ricavato di quelle multe ... si organizzi un’altra “gita per anziani”. Stavolta, cu lli sani sensi)

In oltre sette anni di amministrazione melloniana (ma anche prima), nessuna idea per migliorare il traffico autoveicolare privato, ridurne l’impatto. Il trasporto pubblico, l’araba fenice neritina, si può soltanto sognare. Succede così che si scopra la propria incapacità “pescando” la singola e isolata misura (disco orario) che non esiste da nessun’altra parte. Solo il “parcheggio a pagamento” a ridosso del centro storico, l’avrebbe potuta giustificare. A chi è venuto in mente di realizzare una cosa così strampalata?
Il risultato? Congestionamento delle strade limitrofe interne alla spasmodica ricerca di un parcheggio.
Tante famiglie, un tempo tranquille nelle loro case, ora protestano, scoprendo una vita d’inferno.

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Non per mera acribia, ma per dirla col grande Totò: “cca nisciuno è fesso”. Solo per tornare brevemente all’annosa vicenda della “gita per anziani, organizzata dall’amministrazione comunale e che tante riserve ha suscitato, sia in ambito politico, sia tra la stessa popolazione neritina. E per dire che, della “gita per anziani” dello scorso 3 dicembre a Locorotondo e Alberobello, di coloro che ci sono andati, non tutti avevano diritto a partecipare e forse soltanto pochi. Ma, fosse stato soltanto per uno di loro, la sostanza non sarebbe cambiata. Quello che, però, ha disturbato della vicenda è stata la risposta dell’assessora al welfare Maria Grazia Sodero ai rilievi mossi, avendo avuto la prontezza di replicare, ma in pratica defilandosi dai quesiti posti e senza dire qualcosa di comprensibile. Anzi, da avvocato qual è, si è avventurata in una confusa disamina non degna del suo ruolo professionale. In poche parole, disamina volutamente non vera, avvalorando, proprio per quello che ha detto, tutte le riserve sull’organizzazione della “gita per anziani”.  
Avrebbe potuto ammettere, scusandosi, qualche involontario errore; invece, una ...difesa d’ufficio degna di miglior causa. Se d’accordo, il capitolo è chiuso. Verrà meglio una prossima volta. La “gita per anziani”.

C’è un’altra questione, serissima, che sta angustiando Nardò. Cosa è passato per la testa all’Amministrazione (certo, con “approvazione” del Comando di Polizia Municipale) di “pescare” la misura del parcheggio libero, ma limitato a un’ora con disco-orario in alcune arterie della città (per poi doversi spostare e cercarne un altro)?
Fatte salve le buone intenzioni, cioè voler snellire il traffico, rendere più facile la ricerca di un parcheggio, si può senz’altro dire che la misura è quantomeno da perfezionare, se non si dovesse alla fine ammettere che sta già facendo più danno che utile. E con un nuovo appellativo che Nardò si sta guadagnando: “La città delle contravvenzioni”. Cerchiamo di capirne il perché.

Se questo Comune, in sella da oltre sette anni intende (ma non l’ha mai inteso), limitare l’impatto del traffico autoveicolare privato, come mai non mette a pagamento il parcheggio nella cinta a ridosso del centro storico? Forse che a Galatone, a Galatina, sono dei marziani? Soltanto questa misura avrebbe poi dato un senso alla misura adottata e che, da una ricerca, non si vede in nessun’altra parte. Ancora: se per un qualche motivo, dopo aver parcheggiato, non si riesce a tornare indietro entro l’ora prevista, cosa succede? Solo la multa. Che a Nardò sta diventando un “must”, un “prelievo forzoso” per quanto ordinario. In poche parole, ogni giorno a Nardò dal lunedì al sabato vengono comminate circa un centinaio di contravvenzioni per questa “novità” del disco orario. Una vera follia, che non riguarda nessuno dei quasi cento Comuni della provincia di Lecce.

Ma c’è un aspetto ancor più grave e fa dire di un provvedimento casereccio, concepito male e realizzato peggio. E anche carbonaro poiché a distanza di mesi, sono in tanti a Nardò a non sapere del provvedimento. Non è loro colpa, poiché non è stato adeguatamente pubblicizzato, fa anche difetto la segnaletica verticale e quella esistente non è particolarmente evidente a ogni intersezione dove detta segnaletica è obbligatoria. Anche perché, una misura del genere, dopo anni e anni in cui non se ne è tenuto conto, abbisognava di un periodo di rodaggio, di una cura nei particolari, di una segnaletica aggiuntiva. Pertanto, una misura che più risolvere qualche problema di traffico, serve soltanto a prelevare denaro dalle tasche di tanti cittadini. Nemmeno è venuto in mente di prendere spunto di quanto hanno fatto di dignitoso e corretto, come in passato a Lecce (stavolta per l’avvìo del parcheggio a pagamento; in una prima fase c’è stato il “grattino bonario”, un avviso all’automobilista per come poi doveva comportarsi).

Cosa si è risolto con questo disco orario? Soltanto confusione e danno per i tanti residenti di strade limitrofe a quelle indicate per il parcheggio, assediati come sono da un parcheggio selvaggio, disordinato, tanto che è successo in non pochi casi di incontrare difficoltà anche a uscire di casa.

Per dire anche di casi che raggiungono il grottesco: come per quell’automobilista che aveva messo il grattino di un’ora per il disbrigo di una faccenda. Accortosi di non fare in tempo e per evitare la multa, ha chiamato un suo nipote (che non era vicinissimo al parcheggio dello zio) pregandolo di andarlo a trovare, dargli le chiavi e rimuovere l’auto e trovare un altro parcheggio (il regolamento vieta che, per restarci ancora, si “corregga” l’orario). Insomma, una inutile afflizione per tanti automobilisti. La mia domanda (e una congrua ricompensa in denaro per chi mi fornisce l’informazione): a chi è venuta in mente quest’idea così strampalata?

P.S. La Polizia Municipale di Nardò da tempo ha un organico ridotto a cui mancano una ventina di unità per operare al meglio. Come mai questo clamoroso ritardo, anche non giustificato, pur tenendo conto dell’annunciata prova concorsuale per meno di una decina di operatori?