NARDO' - Caro direttore, non mi convincono le candidature che stanno spuntando nel centro sinistra della nostra città.
In primo luogo perché sono habitué della politica locale, che da sempre bazzicano negli ambienti politici.
Ma non voglio qui analizzare o tracciare profili dei candidati, o presunti tali, quanto inoltrarmi su un aspetto che considero di fondamentale importanza per capire, analizzare, che cosa è stato finora il fenomeno del “mellonismo” a Nardò. E credo che possa rappresentare, ancora a lungo, un fatto che perdurerà se non interverrà qualcosa di serio nell’agone politico di questa città.
Partirei da questo per cercare di chiarire a quanti, forze politiche e singoli gruppi, si dichiarano alternativi al “mellonismo” ma che secondo me trascurano molte cose.
Mellone fin dagli esordi, con le sue battaglie e denunce pubbliche, ha usato il metodo della diffusione martellante sulla stampa locale, minuziosa e puntuale, di contrasto al potere, ed ha cercato di raccogliere attorno a sé un largo consenso.
Un’intesa trasversale che andava soprattutto a minare le basi di una politica che in questa città aveva, nei decenni passati, avuto gioco facile sul clientelismo e nepotismo, prima democristiano e poi socialista.
Una pratica politica basata su questo: da una parte a sistemare iscritti e seguaci, e dall’altra “i casati” che selezionavano le classi dirigenti che finivano sempre, e accade ancora, con l’individuare personaggi legati ai soliti gruppi politici, tristemente noti per essere sempre gli stessi, buoni per ogni stagione.
Mellone ha cercato di fare leva sul malcontento, molto diffuso tra gli strati sociali disagiati, del sottoproletariato urbano, che un tempo erano sacca di voti del Pci e degli stessi socialisti. Sottoproletariato che era il famoso zoccolo duro dei comunisti.
È riuscito a raccogliere attorno a sé coloro che erano rimasti fuori, dalle politiche selettive del centro moderato e della sinistra, che si era nel frattempo metamorfizzata.
Insieme a questo si è presentato come “il nuovo”, ed ha raccolto l’insoddisfazione di una parte del settore commercio, in crisi, scontento delle politiche locali e nazionali.
La figura del giovane avvocato, sì ambizioso, ma che sicuramente non proviene dai soliti ambienti dell’élite e dei club, associazioni filo-massoniche o presunti tali, completano il personaggio e giocano a suo favore.
Mellone ancora oggi, come sindaco, denuncia il clientelismo e le pratiche di scambio, che hanno imperato per decenni in questa città, ed hanno fatto arricchire quelle classi dirigenti, in consensi elettorali e non solo quelli.
In fondo non scopro nulla di nuovo, se dico che la destra nella storia del ‘900 è sempre intervenuta, e non solo in Italia, quando la sinistra si è trasformata in riformista, e si è allontana dai problemi delle fasce sociali meno abbienti.
La destra ha sempre approfittato quando la sinistra ha iniziato ad abbandonare il popolo, per andare a sedersi nei salotti buoni. Nei luoghi, storicamente, sede di affaristi e burocrati.
Oggi gli stessi, “nipoti ed iniziati”, che hanno “comandato” a Nardò vorrebbero continuare a farlo, senza un minimo di dibattito pubblico, di analisi ed ammissione di responsabilità per quanto fatto in passato.
Non c’è stata nell’ambito della sinistra operaia, che si rifaceva alle classi lavoratrici del Movimento Operaio, una formazione politica che avesse dato vita a quadri dirigenti che provenissero dal Pci o dall’era della sinistra radicale. Tra l’altro va ricordato che il 21 gennaio prossimo il glorioso PCI avrebbe compiuto 100 anni.
Questo perché ritenuti troppo vicini agli ambienti della contestazione, e del dissenso al potere. E si è preferito continuare sulla strada del “piazzare” e proporre personaggi politici moderati, perdenti in linea con la desueta tradizione democristiana.
Lo dico a malincuore, ma se non dovesse intervenire un gruppo o movimento politico, che parli il linguaggio e sappia interpretare la narrazione delle classi popolari che oggi stanno subendo la crisi, e la depressione economica, profonda di questa pandemia non credo che al sindaco Mellone ci potrà essere un’alternativa credibile.
Maurizio Maccagnano, sindacalista dissidente