NARDO' - Funziona regolarmente ed è stata ottenuta da cellule staminali embrionali di topo: è la prima tiroide coltivata in ‘provetta’. Descritta su Nature, è il frutto del lavoro del gruppo della belga Sabine Costagliola, della Libera Università di Bruxelles, del quale fanno parte il neretino Francesco Antonica e Mario Manto.
Ha collaborato anche Michelina Iacovino, dell’università del Minnesota. Oltre a permettere di comprendere meglio i meccanismi molecolari che governano lo sviluppo della tiroide, il risultato, ovvero l’aver guarito dei topi affetti da ipotiroidismo, apre una nuova strada per l’applicazione di cellule staminali per il trattamento della malattia.
La tiroide, sottolineano gli esperti, è una ghiandola che secerne ormoni i quali regolano molte funzioni del corpo, relative soprattutto al metabolismo e l’ipotiroidismo è patologia congenita piuttosto comune fra quelle che riguardano le ghiandole a secrezione interna. Per ottenere la tiroide in laboratorio i ricercatori hanno immerso cellule staminali embrionali di topo in un cocktail in cui erano presenti due fattori di trascrizione NKX2-1 e PAX8 per un periodo di tempo compreso fra 4 quattro a 6 giorni.
Successivamente, una volta che le staminali si sono differenziate in cellule follicolari della tiroide, è stato aggiunto l’ormone che controlla la secrezione degli ormoni della tiroide (chiamato tireotropina). A questo punto le cellule hanno iniziato ad organizzarsi in tessuti dalla struttura tridimensionale pronte per essere trapiantate nei topi con problemi di ipotiroidismo.
Nell’organismo degli animali, hanno dato vita a tessuti della tiroide che hanno iniziato a funzionare regolarmente ripristinando, dopo circa due mesi dall’impianto, i livelli di ormoni tiroidei nel sangue.