NARDO' - Un giovane figlio d'arte, per la verità più vicino al Pd che all'Udc, dice la sua sul fenomeno politico in continua crescita. Ma è politica o antipolitica? Una lettura.
Ciò che mi spinge a credere ancora nella politica risiede in quel sentimento democratico che nessuno al mondo potrà estirpare dalla mia mente e dal mio cuore. Ormai l'Italia ha davanti a se uno scenario travagliato e aspro, ricco di malumori e con un pizzico di sciacallaggio che qualcuno esercita in questo triste momento storico, con la speranza di avere qualche momento di gloria. Non voglio essere l'avvocato difensore dei partiti, perchè so benissimo che verrei attaccato (legittimamente) da più parti, data la forte delusione che questi ultimi stanno producendo nel popolo italiano. Non condivido, tuttavia, come sopracitato, lo sciacallaggio politico ad arte, messo in piedi da un comico genovese, del quale tutti hanno paura (a mio avviso) non perchè potrebbe far risultare il suo "movimento" il terzo "partito" in scala nazionale, bensì per la terribile violenza verbale, e non, che lo stesso comico potrebbe produrre negli animi degli Italiani "sordi", oserei dire, i quali produrrebbero un ulteriore mancanza di fiducia nei confronti dei partiti e della politica in generale.
Lo ha affermato, anche, il Presidente Napolitano che i demagoghi di turno che tentano di sguazzare all'interno di questa crisi economica e politica non giovano affatto al Paese. In tutti i Paesi del Mondo vi sono dei partiti. Dagli Stati Uniti alla Francia, dalla Germania alla Russia. Non è pensabile smantellare un sistema democratico fondato sulla fiducia nei confronti dello Stato e della politica che, tuttavia, deve attenersi alla Costituzione garantendo ai cittadini il pieno rispetto di tutte le norme facenti capo alla stessa. Non si può giustiziare un sistema solo perchè in alcuni anni si sono avvicendate classi dirigenti incapaci di dare risposte concrete ai cittadini. Bisogna, tuttavia, ricercare il problema all'interno della classe politica facendo si che il "marcio" venga "eliminato", garantendo così una nuova classe dirigente, eletta dal popolo, in grado di saper amministrare. Si ritorni, dunque, al vecchio sistema elettorale, dove i cittadini hanno la possibilità di scegliere i propri rappresentanti in Parlamento e non votare un simbolo con dei "nominati" dai vari leader di partito. Vengano, inoltre, tagliati fuori i condannati o i personaggi in odor di mafia. Non rientra nei canoni della democrazia e del buon governo candidare dei soggetti che vanno contro le leggi di uno Stato e che minano la stabilità di un Paese.
La fiducia ed il rispetto nei confronti della politica deve ritornare in maniera serena e duratura, ma, tutto ciò potrà avvenire solo attraverso un'azione forte da parte della politica che deve attuare tutti quei meccanismi per rinsaldare quel vecchio legame con i cittadini, che, oggi, molto probabilmente, è svanito nel nulla.
Lorenzo Siciliano