NARDO' - L'ottimo Totò Manca segue, sulla Gazzetta del Mezzogiorno, l'immobile evolversi della situazione del calcio in città. L'ossimoro appena enunciato non vi sgomenti: proprio così stanno le cose e lo stralcio del lavoro del bravo giornalista fotografa quanto va scrivendo in questi giorni sul suo giornale.
Ancora nessuna schiarita sul futuro del Nardò. Anzi, un silenzio che non sembra promettere nulla di buono, avvolge ormai da diverse settimane la società granata che resta sempre nelle mani del presidente Enzo Russo.
Anche l’unica trattativa portata avanti negli ultimi due mesi, è ormai naufragata. Il passaggio delle quote sociali prevedeva soprattutto un impegno economico tra le due parti per far fronte ai debiti societari maturati in questi ultimi anni per poter poi pensare ad un cambio vero e proprio di proprietà. Ma è su questo punto che la trattativa si è arenata e lo si era capito già da qualche settimana.
Così il 30 giugno si avvicina a grandi passi. E si guarda a questa scadenza per due ragioni: la prima deriva dalle dichiarazioni dello stesso presidente Russo di qualche giorno fa quando aveva preso tempo sino alla fine del mese per trovare una soluzione utile a smuovere le acque.
La seconda, più drammatica è che entro quella data vanno regolarizzate le liberatorie con i calciatori della passata stagione per poter poi iscrivere la squadra al campionato di serie D. E la domanda che circola tra i tifosi oggi è sempre la stessa? «Perché aspettare sino al 30 giugno, perché non intervenire prima per salvare il salvabile? Cosa potrà succedere ora?
Difficile azzardare previsioni, ma nella migliore delle ipotesi, fermo restando che si iscriva in qualche modo la squadra al campionato di serie D (servono circa ventimila euro più la fideiussione bancaria) chi guiderà la società granata e con quali risorse? Il rischio potrebbe essere quello di rivedere i fantasmi della passata stagione. L’altra ipotesi, potrebbe essere che il Nardò non riesca nemmeno a iscriversi al campionato di serie D e a quel punto si guarderebbe all’iscrizione in un campionato minore.
Si tratta naturalmente solo di ipotesi, ma che a pochi giorni dal 30 giugno sembra legittimo avanzare, soprattutto in assenza di fatti concreti. Ma c’è anche chi pensa che questo ritardo possa portare verso la radiazione dell’attuale società per poi ripartire (ammesso che ci sia la disponibilità da parte di qualcuno) dal basso con una nuova società calcistica.