GALLIPOLI – Canile comunale, un sindaco, i volontari. Qualcuno non dice la verità, cioè dice il falso.
Un suggerimento per i lettori: quando leggete il giornale, uno qualsiasi, non trascurate le apparenti piccole notizie, semmai confinate in un “colonnino” di dieci righi, senza firma, e presumibilmente tali da non meritare attenzione. Non è così. D’altra parte, ci sono giornalisti che, invece, rimpolpano sino all’inverosimile i loro pezzi, per poi scoprire che di ciccia ce n’è poca davvero e, per aggiunta, poco di cui ne valga la pena interessarsi. E’ presto detto, di questa notizia che potrebbe essere bene imbastita in una commedia. La città di riferimento è Gallipoli, città-glamour del turismo marino, dove esiste un canile comunale e ovviamente anche un sindaco che, per conseguenza, deve provvedere al sostentamento degli animali. Al sindaco si aggiungono altri attori che sono i tanti volontari che con passione e da tempo aiutano gli animali, per giunta anziani. Volontari, a Gallipoli come altrove, che dedicano tempo e risorse alla loro cura. Infine, si fa per dire, ci sono proprio “loro”, gli animali che vengono ricoverati in apposita struttura, per l’appunto il canile, sostentati, ma anche amorevolmente assistiti in caso di malattia. Al momento sono 83 (ottantatre), un buon numero, che richiede impegno e non certo approssimazione. Detto per inciso, non sono poche le persone che amano gli animali e si recano al canile potendone adottare uno. Si tratta di una bella esperienza che servirebbe a ridurre di numero i canili, un po’ sempre affollati e che richiedono una gestione complessa.
Siamo già alle parti in commedia e uno spettatore appena avveduto forse riuscirebbe ad accorgersi di chi dice il vero e chi il falso, poiché qui siamo di fronte a due “verità”, però anche facilmente leggibili. Tutto ha avuto inizio con l’allarme lanciato dalla presidente dell’associazione no-profit “Argo” Maria Antonietta Briganti, preoccupata per le sorti del canile; da tempo - dice – sono i volontari dell’associazione a sopperire – a loro spese – al mantenimento alimentare dovuto dal Comune per gli animali”. Si tratta di un canile comunale, è bene ripeterlo. Domanda: che interesse ha la presidente dell’associazione a dire una cosa non vera o inesatta? A naso, nessuno! Anche posta di fronte a un giudice creato ad hoc, alla “macchina della verità” o ad una nuovissima macchina dell’intelligenza artificiale. Da parte sua, il sindaco di Gallipoli Stefano Minerva dice esattamente il contrario. Vale a dire che il Comune ha sempre provveduto e fattosi carico del sostegno al canile comunale, che le rette per il mantenimento dei cani vengono regolarmente pagate.
Questa situazione che vede due dichiarazioni di segno opposto, contraria l’una all’altra, meriterebbe una reprimenda (ma io credo qualcosa di più) della parte che disinvoltamente e scientemente non dice la verità, meglio, che dice il falso. Anche perché la presidente Maria Antonietta Briganti è una donna tosta e risponde per le rime al sindaco, chiamandolo alle sue responsabilità. “Il sindaco nell’affermare ciò, dovrebbe documentarlo; nell’Albo Pretorio non vi è nessuna delibera di pagamento in favore dell’Associazione “Argo” per il mantenimento dei cani”. Ragioniamo: uno (una) che dice una cosa del genere, perché deve inventarsi un fatto, una situazione? Anche quando aggiunge: “Ogni mese, puntualmente, vengono inviate al Comune fatture che altrettanto puntualmente il Comune di Gallipoli non accetta e non paga”. Notate il corsivo (della
presidente) che ha tutta l’apparenza di un pronunciamento senza discussione. Chiamando il Sindaco a dire la sua, precisando che (da dicembre 2022!) il comune di Gallipoli non versa nulla. Anzi sfidandolo, cogliendo nella risposta del Sindaco la freddezza dell’amministratore e non certo la “compassione” che la stessa situazione avrebbe richiesto. Insomma, sembra dire la presidente, i “volontari non li si può lodare in pubblico e disprezzare in privato”. Questo il sottotesto.
Sulla vicenda, poi, si sono inseriti gli attivisti del M5S che “hanno ringraziato il sindaco per la tempestiva risposta”, “prendono atto delle sue parole”, non so se più ironici o curiosi (corsivo nostro). per poi dire che “da un’attenta analisi dell’Albo Pretorio” sembrerebbero non risultare determine di pagamento in favore dell’associazione “Argo”. Sarebbe auspicabile che il sindaco alle parole facesse seguire un riscontro documentale di quanto asserisce, per trasparenza nei confronti dei cittadini preoccupati della situazione del canile e per la sorte degli animali ospitati”. Gli attivisti M5S eleganti e anodini nella loro perifrasi. Fanno capire che anche loro hanno occhi per vedere e – proseguono - “da attenta analisi dell’albo pretorio non hanno visto determine nell’Albo Pretorio”. Poi, surrettiziamente e vicini allo sfinimento, invitano il sindaco a fare quello che la stessa associazione “Argo” con la sua presidente chiede cioè, si dimostri una buona volta quello che è stato fatto.
La vicenda merita di essere seguita. Intrisa di qualche aspetto penoso e supponenza, del complicato rapporto tra cittadino e istituzione, forse dell’alterigia insita del potere. Come andrà a finire? Niente drammi. Già s’immagina il finale dell’ultimo atto. Che parla di precisazioni, di date mal comprese, alla fine di mero equivoco e così via. Non è da escludere un abbraccio finale. Tutto fatto in modo tale che alla fine non ci siano né vincitori, né vinti. Anzi no. Eccetto i nostri amici cani anziani e bisognosi di cure, ai quali va la palma della vittoria, potendo finalmente ricevere quello che noi siamo tenuti a dargli.
LUIGI NANNI