LECCE E NARDO' - L'analisi è severa e impietosa. Ma giusta. Pensiamo solo ad un aspetto: nella cittadina neritina, non proprio l'ultima della provincia, in 500 (!) sono andati a votare alle primarie del Pd. Numeri da capoluogo di provincia. Era il 24 febbraio... ma qualcuno ha mai visto o sentito i segretari sovracomunali Marrocco e De Santis? A Lecce non stanno meglio perché Salvemini, l'unico in grado di far vincere il centrosinistra tirandolo fuori dalle sabbie mobili e dove il centrodestra è fortissimo per solida tradizione, è stato già impallinato. dai suoi.
A LECCE FANNO DI TUTTO PER PERDERE, A NARDO’ UN “NO CONTEST” NON ESSENDOCI PARTITA. LA SINISTRA O QUALCOSA CHE LE SOMIGLI, TUTTO IN ALTO MARE
Se ancora siete un po’ appassionati di politica o, quantomeno, di tanto in tanto le date un’occhiata (non essendoci comunque in giro tanto da apprezzare) seguite questo racconto sulla direttrice Nardò – Lecce per rendervi conto di quanta stravaganza circoli nei nostri ambienti. Alla fine ci si rende conto che davvero non vale la pena perdere tempo per stare dietro a tante scempiaggini.
Per… educazione darei la precedente a Lecce, dove nella primavera del prossimo anno 2024 si terranno le elezioni amministrative. Sindaco uscente Carlo Salvemini. Tra alti e bassi Salvemini ha condotto in porto una coalizione con diverse componenti civiche, dove c’era anche un partito come il Pd, mai stato in forma smagliante. Detto elementarmente, in vista della scadenza del mandato cosa fa una coalizione? Il primo passo è certamente quello di guardare al “suo” sindaco e metterlo al riparo dalle “malelingue”. Cosa che, invece, è puntualmente avvenuta, ma le prime sono state proprio quelle interne, della loro coalizione!
Ordinari gli attacchi dei suoi avversari, della destra, che non sono mai mancati, ma è certo originale il fatto che Salvemini debba giornalmente difendersi dai suoi a diversi mesi di scadenza del mandato! Ed è quello che è successo con alcune formazioni della maggioranza che sono uscite allo scoperto e hanno detto chiaro e tondo che per eleggere il nuovo sindaco (badate, “il loro!”) è utile partire dalle primarie! Lo hanno detto formazioni “civiche” come “Lecce Città Pubblica” e la “Puglia in Più”.
Posizione legittima, ma alquanto stravagante. Come sarebbe? La coalizione leccese (per facilità di definizione e orientamento chiamiamola di centrosinistra) il sindaco ce l’ha già e non gli si può dire di partecipare alle primarie! Chiaro, un modo surrettizio ma anche crudo per dire che Salvemini piace meno d’un tempo. Insomma, critiche frontali e anche pugnalate alle spalle. Carlo Salvemini l’ha subito capito e ci è rimasto male, essendo stato considerato “ l’anatra zoppa” della sua coalizione. Per essere ancora più chiari, salvo colpi di scena, Salvemini è sostanzialmente fuori gioco. S’intende, nell’essere presentato alle elezioni quale sindaco della coalizione poiché, anche se questo dovesse accadere, si ritiene la sua figura indebolita. Sono i “ suoi” a non volerlo e non basta indorare la pillola, parlare di confronto, democrazia ecc.
La “trattativa” sulle primarie (come farle, quando farle, chi deve partecipare) si è protratta per sin troppo tempo, dando un quadro indecoroso della situazione. Salvemini, poi, che in un primo momento aveva rinunciato alle primarie, vi parteciperà comunque, fissate per fine novembre, sperando (in cuor suo) in una composizione del gruppo che allo stato attuale è fortemente sfilacciato. Secondo facili previsioni le primarie “interne” vedranno Salvemini giocarsela con qualche suo uomo di maggioranza (Patti?) che godrebbe di migliori pronostici. Tutto questo per dire che a Lecce si preparano a perdere, quantomeno stanno facendo di tutto per riuscirci, a vantaggio di quella destra - sempre da previsione – in vantaggio organizzativo e con alcuni uomini di punta da spendere.
E, invece, Salvemini è stato infilzato come un tordo, anche per il dato caratteriale che non lo aiuta. Si dice anche questo di lui. Testardo, chiuso e sempre a tirare dritto. Sul traffico, sulla Ztl, aree mercatali, sugli alloggi popolari. A tal proposito il capogruppo Pd Antonio Rotundo si è ancora una volta rivolto al sindaco Salvemini, il “suo” sindaco!, “per conoscere i motivi del ritardo nella pubblicazione dell’avviso per l’assegnazione degli alloggi popolari!”, e lo ha fatto con un’interpellanza urgente, al sindaco Carlo Salvemini!
Ci pensate? Un po’ come marito e moglie che dialogano con messaggi e dormono in camere separate! Lapalissianamente: gli alloggi già ci sono, in quanto la Regione Puglia ha già assegnato ad Arca Sud Salento 2milioni e 400milaeuro per interventi in 7 comuni. Vi rendete conto di quanta follia alberga in certa politica?
Potrebbe essere quest’ultima (cioè, la testardaggine di Salvemini) anche una qualità se non si fosse poi alzato un altro rappresentante della sua maggioranza, “gruppo Azione”, per dire che Salvemini “ ha fatto tutto di testa sua e non ha mai comunicato le sue intenzioni”. Cosa detta dopo anni di amministrazione e senza accorgersene! Perbacco, qui occorre un analista, anche a pagarlo profumatamente!
Passando poi a Nardò, di politica nemmeno si può parlare, con qualche personaggio in cerca d’autore. Non è proprio il caso di fare un’analisi e nemmeno “approfondita”, trattandosi di perdita di tempo. Con qualche crepa resiste in apnea il gruppo di potere attorno a Mellone che ha cambiato appellativo. Ora si firma “il sindaco del fare”. Facile fargli qualche obiezione.
E tuttavia, in questo quadro di politica “à la carte” spicca quello che (non) succede al Pd, per il quale userei qualche aggettivo: informe, catalettico, irrecuperabile. Fermiamoci qui. Si tratta di situazione dal rilievo psichiatrico per un po’ di ragioni. Pur considerando il ruolo locale su cui sarebbe utile soffermarsi, stavolta buone responsabilità sono da ricercare nel “provinciale” e “regionale”. Si parla di segretari che hanno semplicemente ignorato Nardò, considerandolo alla stregua, detto con rispetto, dell’ultima frazione del più piccolo comune della provincia di Lecce.
Chi li ha visti i segretari Marrocco e De Santis? Se e quando si presenteranno (dove? Non avendo il Pd uno straccio di sede!)
Cosa diranno? Chi chiameranno? Hanno per caso “deciso” chi debba essere il segretario ? Hanno esaminato il ricorso? Quante vacanze dovranno ancora fare?
C’è da dire che, per quanto appena detto, tutta la loro attenzione è ora rivolta a Lecce e alle prossime elezioni. Nardò può aspettare. E’ davvero illogico quanto succede al Pd di Nardò. C’è da domandarsi se ancora esiste il partito. Anni di commissariamento e botta finale alle ultime amministrative. Poi una ciambellina di salvataggio con le “primarie” che dovevano eleggere il nuovo/a segretario Pd e della scelta tra Schlein e Bonaccini. S’è trattato di un buon momento di mobilitazione (in 500 sono andati a votare! Forse non moltissimi ma certo un numero incoraggiante). Era il 24 febbraio di quest’anno. Poi il buio, dopo il ricorso sull’elezione del segretario Maurizio Leuzzi. Sette mesi di vuoto pneumatico che non lasciano ben sperare. Sempre che alla politica si voglia dare un senso. Nel caso di specie, pur con ogni sforzo, non ci siamo riusciti.
LUIGI NANNI