NARDO' - La scrivente organizzazione sindacale, a seguito del primo incontro del tavolo tecnico, al fine di avviare un sereno confronto per l’attuazione di un “Piano di miglioramento dei servizi della Polizia Municipale”, ha svolto un lavoro di ricerca, approfondito e puntuale, sullo stato attuale della situazione del Corpo di Polizia Locale ed ha, come annunciato in sede di tavolo tecnico, prodotto un proposta di Riforma del Corpo di Polizia Locale, la quale è stata approvata nel mese di dicembre dall’assemblea del personale di P.L. e protocollata presso il Comune di Nardò in data 17/01/2014.
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Riassetto_riforma_del_Corpo_della_Polizia_Locale_di_Nardò_2013__def.pdf2.03 MB
Il progetto, da noi presentato, non vuole avere la presunzione di essere la risoluzione totale dei problemi ma, solo, la base di partenza di un ragionamento su cui poter poggiare la proposta di un cambiamento innovativo del Corpo, una programmazione a breve, medio e lungo termine, includente una fase di riassetto transitivo rispetto all’attuale condizione. Uno strumento per rinforzare l’azione di individuazione delle reali criticità e necessità, al fine di organizzare una consona, e ormai necessaria, Riforma del Corpo e non un singolo palliativo temporaneo.
La proposta di riforma in questione, oltre a calibrarsi con la Riforma costituzionale del Titolo V e alla normativa sulla sicurezza integrata, viene approntata, anche, rispetto alle diverse e più specifiche responsabilità per i Sindaci, introdotte dalle ultime previsioni di legge, quali, ad esempio, le competenze sul mercato del lavoro, sulla lotta all’evasione tributaria e fiscale, includenti altri compiti di prevenzione e repressione spettanti alla Polizia Locale del Comune.
Riforma, che, ormai si rende necessaria, e la stessa dev’essere obbligatoriamente connessa all’assetto delle municipalità, quindi ad una più diretta prossimità alla domanda della cittadinanza e agli impegni ricadenti sull’Amministrazione anche per quanto deriva dalla Riforma del Titolo V della Costituzione e dai cosiddetti “pacchetti sicurezza” che i vari Governi hanno assestato unitamente alla legge n.37 del 2011 con cui la Regione Puglia ha riformato l’ordinamento della Polizia Locale.
Crediamo come O.S. che, per la migliore organizzazione della polizia locale, in sinergia con la nuova legge regionale e con la più vasta riforma in atto della macchina comunale neritina, sia, dapprima, necessario inquadrare le cause che hanno ingenerato l’attuale condizione del Corpo di P.L., di modo da assestare una proporzionata riforma che riscontri le esigenze del territorio nel rispetto della legislazione di Settore e della più̀ ampia Riforma del Titolo V della Costituzione.
In linea con ciò abbiamo osservato come a partire dall'inizio degli anni 2000 la politica amministrativa del Comune di Nardò è stata essenzialmente fondata su una rivalutazione dell’immagine della Città, soprattutto sul piano internazionale, con grossi risvolti, in termini di presenze turistiche sul territorio, cercando interazioni con Provincia e Regione, bensì a fronte di ciò è risultato, de facto, insufficiente l'aspetto riorganizzativo del sistema di sicurezza territoriale integrato, atto a reimpostare la polizia locale secondo la “nuova” e più complessa domanda di servizi.
A ciò vanno aggiunte le fasi di assestamento finanziario che negli ultimi anni hanno, poi, comportato il taglio della dotazione organica dell’Ente, con specifiche ricadute sulla polizia locale (intorno agli anni 1980 il Corpo poteva contare su circa 40 agenti) che ha continuato a registrare, negli anni, forti tagli alla dotazione organica, rilevando, però, a fronte di ciò, un forte aumento dei compiti della polizia locale sul territorio comunale.
Inoltre, le politiche strutturali del Corpo di P.L. sono state improntate a tagli lineari che hanno comportato lo svuotamento dello stesso organico senza una seria programmazione in tal senso, malgrado le OO.SS. da tempo chiedono la riorganizzazione dei servizi e del personale da impiegarsi a vantaggio della sicurezza, vivibilità e legalità.
V’è da dire che sulla Polizia Locale di Nardò incombe anche il blocco delle assunzioni prescritto dalle varie finanziarie, evidenziando, con ciò, che tali blocchi opereranno almeno per il prossimo cinquennio, in cui dovrà fronteggiarsi la domanda di servizio con una insufficiente e drastica situazione della forza lavoro.
Nella più ampia portata le ricadute delle anzidette dinamiche, unite alle disorganiche politiche di “organizzazione del personale”, dovute alla cronica assenza di personale, sono risultate devastanti per il Corpo, poiché, nell’attuale situazione, sia organicamente, sia strutturalmente, la polizia municipale non è pronta per affrontare:
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la lievitata domanda di sicurezza e vivibilità della comunità cittadina che si appella al Corpo per fronteggiare quasi tutti i fenomeni criminogeni che, tra l’altro, mina l’economia cittadina e i connessi circuiti economici.
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la salvaguardia dei rilevanti flussi turistici, anche in sinergia con le altre forze di polizia;
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le dinamiche derivanti dai flussi immigratori, laddove questi ultimi impegnano spesso il Corpo su svariati fronti che vanno dal controllo anagrafico a quello delle attività svolte al margine o fuori della legalità, passando per il fenomeno della prostituzione stradale e non, ma, soprattutto, per il controllo sul commercio di merce sottoposta a legislazione sul diritto d’autore, la contraffazione dei marchi registrati, sempre più alimentati dalla criminalità “nostrana” ed estera.
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la presenza della micro criminalità: sottolineando che la legislazione nazionale va assegnando un sempre più pregnante ruolo di tutela di questi ambiti all’Ente locale, cui è dato dare risposte, pena la delegittimazione della polizia locale, ma in particolare l’azzeramento della credibilità dell’Istituzione Comune;
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il controllo dei flussi veicolari, ormai in continua crescita, soprattutto se si considera la presenza di numerosi veicoli stranieri provenienti dai paesi dell’est, rispetto ad un controllo serrato sulla provenienza e sul possesso della R.C.A.
A fronte di ciò, in questo quadro d’insieme si pone l’esigenza, per il Corpo, di muoversi verso il recupero di risorse umane e di ulteriori energie connesse, quindi verso l’indotta necessità di confrontarsi con tematiche professionali ed economiche, le quali possono costituire o un punto d’evoluzione o inaccettabili prese di posizione, punti di frattura dell’infrastruttura organica su cui deve poggiare la riorganizzazione.
Una evoluzione che deve passare, oltre che dall’assunzione di personale attingendo dalla graduatoria a tempo determinato, anche e soprattutto, dal recupero di personale, derivante della dispersiva frammentazione che ha portato alla creazione di circa 7 unità operative, sostanzialmente alcuni non operativi in settori strategici (esempio uffici amministrativi, accertamenti anagrafici e ufficio oblazioni - quindi di forza lavoro), impiegando gli stessi operatori nei giorni di chiusura degli uffici sul territorio come forza lavoro e coordinamento sul territorio. Risulta ovvio rivedere, dal punto di vista di una nuova visione dei compiti della Polizia Locale, l’assegnazione del personale nei diversi servizi, (vedasi schema connesso riproducente l’attuale impiego della forza) il quale andrebbe modulato su un sistema di riscontro della domanda di servizio e rispondente all’equo e concreto riscontro della stessa sulla sicurezza, vivibilità e legalità del territorio. Non di meno conto sarebbe un forte intervento che punti al risparmio e alla razionalizzazione delle spese e degli investimenti diversi da quelli specificatamente tecnico-operativi in ambito di polizia locale al fine di incardinare quelle somme per l’incentivazione dei servizi.
Occorre, dunque, incardinare una Riforma del Corpo che risponda alle nuove sfide nazionali e internazionali della Città e, al contempo, rifletta il rispetto della Riforma del Titolo V della Costituzione e di tutti i provvedimenti legislativi afferenti la sicurezza dei cittadini e il ruolo del Sindaco nel Comitato provinciale dell’ordine e della sicurezza pubblica; una riforma che rispetti maggiormente le esigenze della collettività e degli operatori della polizia locale.
Il raggiungimento di un positivo riscontro deve passare necessariamente per l’adozione di politiche per il superamento della fase emergenziale:
-migliore impiego di tutte le risorse umane in disponibilità del Corpo e dell’ente Comune e coinvolgimento di tutte le istituzioni aventi responsabilità in tema di sicurezza e controllo del territorio;
-concreto innesco di politiche programmatiche, soprattutto, in seno alla gestione del personale, al fine di fuoriuscire dall’approssimazione operativa.
-modifica, delle parti strutturali in oggetto e relativo adeguamento di legittimità del Regolamento del Corpo.
Nel corpo del progetto abbiamo affrontato i seguenti temi che saranno oggetto di discussione nel tavolo tecnico :
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Ritorno all’Autonomia Corporativa. Istituzione dell’Area di Vigilanza;
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Riforma del Regolamento del Corpo della Polizia Locale;
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Sistema organizzativo e gestionale per la definizione e l’attuazione di una politica aziendale per la salute e sicurezza.
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Automezzi, usura e adeguamento normativo. Patente di servizio.
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Attivazione della Centrale Operativa. Introduzione di nuove tecnologie.
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Sistema applicativo riduzione orario di lavoro a 35 ore art. 22 del C. C. N. L. 1998/2001.
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Proposta di istituzione del disciplinare dei servizi organizzati in turno del lavoro ordinario, festivo e festivo infrasettimanale, riposi compensativi e congedi ordinari.
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Formazione professionale.
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Destinazione somme derivanti dai proventi contravvenzionali. Incentivazione della produttività e del lavoro straordinario.
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Applicazione omogenea istituto del turnazione (Art. 22 Ccnl 14/09/2000).
Il Segretario generale aggiunto
Dott. Eugenio Piscopello
Rsu Comunali Uil Fpl