NARDÒ - Il Consiglio comunale di lunedì prossimo può cancellare definitivamente l'Ospedale "S. Giuseppe - Sambiasi" di Nardò. Nella sua nota, Francesco Antico punta il dito su due punti del consiglio che potrebbero decidere le sorti della struttura sanitaria neritina: i terreni confinanti con l'ex ospedale, infatti, potrebbero diventare edificatori per uso privato.
Ho riscontrato per puro caso che fra i punti da trattare durante il Consiglio Comunale di lunedì prossimo, al n°7 ed al n°8, è prevista l'approvazione della riqualificazione urbanistica dei terreni circostanti l'Ospedale di Nardò, che, in parole povere, diventerebbero terreni edificatori ad iniziativa privata, svincolandoli così dalla loro destinazione a servizio della struttura ospedaliera.
E' un delitto enorme che questa Amministrazione Comunale sta compiendo in barba ad ogni aspettativa della cittadinanza.
Non trovo alcuna giustificazione lecita a tale iniziativa se penso semplicemente alla volontà politica degli amministratori pubblici che dovrebbero difendere e gestire l'interesse della Città e quindi di tutti i suoi cittadini. In questo caso stanno perseguendo invece l'interesse di pochi privati.
Infatti non è vero che l'interesse pubblico di quei terreni dal punto di vista della Sanità è venuto meno. Oggi è viva più che mai la questione dell'Ospedale di Nardò, del Piano di Riordino Regionale, del suo possibile ampliamento, della mancanza dei Certificati di Agibilità degli ospedali vicini e di una revisione generale di tutto lo stesso Piano. Inoltre, l'Ufficio Urbanistico Regionale ha pure risposto negativamente per ben due volte alla richiesta del Comune di Nardò di rideterminare quei terreni come edificatori diretti ed anche la ASL ha risposto in modo dubbio allo stesso quesito.
Il Sindaco di Nardò avrebbe potuto decidere definitivamente la questione con un suo parere visto che è la prima autorità locale per la Sanità della Città, senza rivolgere alcuna richiesta ad uffici regionali e provinciali. Chi meglio di lui può certificare se sulla struttura ospedaliera di Nardò c'è ancora oggi interesse pubblico per i cittadini e per le comunità vicine? Non lo ha fatto perché era il legale di fiducia di alcuni di quei proprietari di questi terreni?
Non si riesce a capire perché gli uffici comunali non hanno voluto trovare un'altra soluzione a questo problema dopo le sentenze del TAR che obbligavano alla rideterminazione urbanistica. Di soluzioni differenti ce ne sono sicuramente.
La prima, più semplice e sicura è quella di riconfermare lo stesso vincolo urbanistico precedente, cioè terreni a servizio della struttura ospedaliera esistente, essendoci ancora l'interesse pubblico in tal senso e corrispondendo ai proprietari esclusivamente un indennizzo previsto per legge ed abbastanza abbordabile ed irrilevante. Questa soluzione avrebbe dato la possibilità di mantenere il vincolo per ulteriori cinque anni, in attesa di vedere concluso ogni dubbio sul futuro del nostro Ospedale.
Come seconda soluzione si poteva anche rideterminare urbanisticamente tali terreni utilizzando un'altra destinazione d'uso. E' ragionevole pensare che in quella posizione della città mancano visibilmente zone destinate a parcheggio pubblico, giustificate da un traffico veicolare spesso congestionato, oppure verde pubblico attrezzato o parco. Le tipologie "F", in tal senso, sono certamente previste dal PRG vigente.
Sarebbe anche altamente opportuno, come terza soluzione, che il Comune di Nardò, in attesa degli avvenimenti in corso, procedesse al ricorso alle sentenze del TAR presso il Consiglio di Stato. Con l'ufficio legale già a disposizione del Comune e basandosi sulle simili procedure già attuate nei confronti di altre rideterminazioni urbanistiche, questa iniziativa non andrebbe a gravare come costi sulla collettività e darebbe tempo e respiro alle iniziative di difesa del nosocomio neretino. In questo senso, lascia molto perplessi il fatto che, per altre iniziative di rideterminazione urbanistica, il Comune ha deciso di procedere senza alcun dubbio ai ricorsi al Consiglio di Stato, mentre in questo caso si ostina a voler liberalizzare tali zone, a vantaggio di pochi singoli. Viene spontaneo pensare che ci siano altri interessi economici privati che ufficialmente non si intravedono.
Oltretutto non trova assolutamente giustificazione il fatto di voler rideterminare questi terreni nella tipizzazione di tipo "B" (edificatori privati) se si tiene conto della sovrabbondanza di strutture edilizie private in tutto il territorio comunale che non trovano corrispondenza con la richiesta del mercato immobiliare e che devono trovare assoluta giustificazione matematica e tecnica in riferimento agli standard urbanistici dettati dalla Legge.
Non è assolutamente vero poi che il capitolo del Piano di Riordino Sanitario e dell'Ospedale di Nardò è ormai chiuso. Può succedere ancora di tutto. Qualche giorno fa ho ritirato documenti importanti che palesano come la Asl di Lecce e l'Assessorato Regionale alla Sanità siano in affanno per quanto riguarda la sicurezza e la prevenzione incendi degli ospedali lasciati aperti. Occorre anche tenere in considerazione che possono cambiare gli equilibri politici e partitici che amministrano attualmente la Regione, anche in conseguenza delle prossime elezioni, e quindi le sorti dei vari ospedali.
Il Sindaco di Nardò farebbe bene ad interessarsi di più a questo problema, seguendo l'esempio dei suoi colleghi dei Comuni vicini che battendo i pugni sui tavoli istituzionali hanno ottenuto addirittura ampliamenti di reparti o mantenimento di servizi già posseduti (ginecologia e ostetricia a Gallipoli e Casarano). Allo stesso modo il Sindaco di Gallipoli è riuscito a spuntare la richiesta al Ministero di ben sei milioni di euro (6.000.000 euro) per le sorti dell'Istituto Nautico.
A Nardò non abbiamo bisogno di amministratori pubblici ignoranti ed inefficienti.
DIFENDIAMO IL NOSTRO TERRITORIO
Francesco Antico