NARDO' - "A giugno dell'anno scorso subii un attentato alla mia persona". 5 individui, subito identificati dalle forze dell'ordine, misero fuoco e distrussero l'auto della mia famiglia, che era in uso a mio figlio. Dai giornali, e non direttamente dagli inquirenti, riuscì ad apprendere questo:
dei commercianti di Galatone si sarebbero risentiti perché, secondo quanto riferirono ai carabinieri, avrei inviato un controllo sanitario presso locali a loro in uso. Questo cattivo sentimento di covare rancore nei miei confronti, basato sul nulla e su mere supposizioni e congetture fantasiose, senza neanche conoscermi di persona, sarebbe sfociato nell'attentato alla mia auto. Sono trascorsi 11 mesi da quella notte e l'assurdo è proprio questo, che ufficialmente non si riesce a sapere nulla. 11 lunghi mesi e non sono ancora venuto a conoscenza di quanto avvenuto realmente.
Si è potuto solo supporre ed immaginare chi sono gli esecutori e mandanti, ma sapere concretamente dalla magistratura il perché dei delinquenti e criminali hanno potuto insidiare, mettere in pericolo e minacciare la mia famiglia ancora oggi non è dato sapere.
Purtroppo per questi energumeni, prepotenti e violenti, non saranno di certo le loro vendette e rappresaglie para-mafiose a frenare ed interrompere la mia attività sindacale, il mio modo, da sempre, di denunciare ingiustizie sociali ed illegalità.
Questa brutta vicenda ha portato ad un epilogo sindacale: mi sono dimesso dalla segreteria della cgil del distretto socio sanitario di Nardò, perché la cgil ha ignorato e sottovalutato quanto mi è accaduto. Forse, se fossi stato un sindacalista di professione, un politico o una persona con incarico istituzionale avrei già saputo chi sono i miei nemici. Invece sono qui a chiedere, ancora una volta, un sollecito alla magistratura affinchè non dimentichi che è trascorso quasi un anno da quell'attentato incendiario, e ancora non so nulla.
Ma comunque ho fiducia negli organi giudiziari e aspetto con speranza l'esito delle indagini, i rinvii a giudizio da parte del P.M. che cura quest'inchiesta.
Forse qualcun altro dopo aver subìto un vile ed ignobile atto alla sua auto, e si vede passare davanti indisturbati gli artefici ed autori di quel crimine, oltre all'indignazione, alla rabbia e lo sdegno assocerebbe riprovazione per le forze dell'ordine e per i magistrati.
Invece il mio sentimento per la magistratura continua ad essere di rispetto, di profonda considerazione e di stima per un organo istituzionale, fondamentale e indispensabile per questa società e per la nostra democrazia contro l'illegalità e la criminalità.
Spero solo che si riesca a sapere presto quanto è accaduto, perché possa finalmente trionfare la giustizia.
Maurizio Maccagnano Esecutivo Prov.Le COBAS
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Galatone, incendiano un'auto per vendetta: denunciati in cinque
Galatone - Neviano. I Carabinieri delle Stazioni di Galatone e Neviano nella mattinata di oggi ed a seguito di indagini lampo eseguite congiuntamente a partire dalla notte del 12 giugno scorso hanno denunciato 5 persone per danneggiamento seguito da incendio. La notte tra il 11 e il 12 giugno scorso un incendio appiccato ad un'autovettura parcheggiata a Galatone in via G. DE FERRARIS ha danneggiato, praticamente distruggendola, una Fiat Punto. Immediato l'intervento dei Carabinieri della Stazione di Galatone che, messa in sicurezza l'area e scongiurato ogni ulteriore pericolo, hanno avviato una certosina ed approfondita attività di repertamento e sopralluogo sulla scena del crimine prima e, unitamente ai colleghi della Stazione di Neviano, di elevato spessore info-investigativo poi. Dalle indagini lampo avviate dai Carabinieri di Neviano e Galatone, sono emerse le responsabilità dei cinque denunciati, due dei quali hanno agito come mandanti ed altri tre come materiali esecutori del reato. I fatti da cui la vicenda si origina e porta all'epilogo dell'incendio di due notti fa si riferiscono a qualche mese addietro quando, nell'ambito di un normale controllo di routine, personale della Asl di Nardò ha eseguito a carico di P.P., classe 1980, nato a Galatina ma residente a Galatone, venditore ambulante di pollame, una serie accertamenti igienico – sanitari che evidentemente hanno "infastidito" (e non poco) il suddetto P.P.. Una ventina di giorni fa, infatti, il P.P. ha dato mandato ad un suo dipendente, F.C., classe 1993, nato a Nardò, ma residente a Galatone, di reperire qualcuno disposto a dare fuoco all'autovettura di uno dei presunti responsabili dei controlli di cui sopra. F.C., che inizialmente non era troppo d'accordo a rendersi correo di quanto richiestogli, vistosi quasi costretto a seguito di una reiterata richiesta del P.P., seguita dalla minaccia di perdere il posto di lavoro, all'inizio di questa settimana, e dietro il pagamento di qualche centinaia di euro ha "ingaggiato" L.R., classe 1990, nato a Casarano ma residente a Neviano; P.A., classe 1989, nato a Nardò, ma residente a Neviano; G.P., classe 1994, nato a Nardò, ma residente ad Aradeo che, nella notte tra l'11 e il 12 giugno scorso hanno dato esecuzione alla "vendetta". Sul "locus commissi delicti" i militari intervenuti, a seguito di una certosina ed accuratissima attività di sopralluogo e reperta mento, rinvenivano e sottoponevano a sequestro residui di una bottiglia di plastica ed un pezzo di stoffa riconducibile ad una tuta mimetica militare. Oggetti che sarebbero poi stati di fondamentale importanza per il prosieguo dell'attività investigativa e che emanavano un forte odore di benzina. Alle successive ore 02,30 circa, alla Centrale Operativa della Compagna Carabinieri diGallipoli, giungeva comunicazione telefonica con richiesta di intervento di ambulanza in Neviano per soccorso ad un giovane che si era gravemente ustionato. E' in questa fase che la preparazione professionale dell'Operatore della Centrale, unita all'acume investigativo dei Carabinieri di Galatone e Neviano operanti, si sono rivelate determinanti. Il soggetto in questione, infatti veniva identificato in veniva identificato L. R., tutt'ora ricoverato al centro grandi ustionati dell'Ospedale di Brindisi. Nella considerazione che L. R. era rimasto ustionato nel corso della stessa notte e che gli indumenti dallo stesso indossati, corrispondenti ai brandelli rinvenuti sul luogo dell'incendio, emanavano forte odore di benzina, si addiveniva alla conclusione che uno degli autori dell'incendio dell'autovettura era, con ragionevole certezza, L.R.. Quindi le indagini venivano da subito indirizzate sulle amicizie e sui luoghi frequentati dallo stesso ed in tal modo si riusciva ad appurare che L. R., nel corso della sera dell' 11.6.2013, era stato notato in compagnia di tale P.G. di Aradeo e tale A.P. di Neviano, con l'autovettura di quest'ultimo. Gli stessi venivano identificati e rintracciati, il primo in Aradeo ed il secondo in Neviano. G.P. in particolare presentava evidenti segni di bruciatura alle sopracciglia, ai capelli, allo zigomo sinistro ed al dorso della mano sinistra. Lo stesso in un primo momento dichiarava di essersi procurato le ustioni nella propria abitazione, ma poi, di fronte all'evidenza degli schiaccianti elementi raccolti dai Carabinieri a suo carico, ammetteva ogni responsabilità e, rendendo piena confessione, permetteva di acclarare i fatti ed i ruoli di ognuno.
P.A. infine, nel momento in cui gli si richiedeva dove fosse l'autovettura da lui condotta la sera dell' 11 giugno scorso, spontaneamente riferiva di essersi prestato per accompagnare in Galatone sia il L.R. che il G.P.