NARDO' - Efficientamento energetico sotto la lente d'ingrandimento della politica. Dopo il primo stop in consiglio comunale, la proposta di deliberazione di una nuova concessione pluriennale è al centro di grandi attenzioni. Soprattutto in maggioranza.
Critici, tanto da chiederne il ritiro dall'ordine del giorno del consiglio comunale del 15 giugno scorso, i rappresentanti dell'Udc e della lista Partecipa. Come mai si è arrivati all'eliminazione del bando da 13milioni di euro in consiglio comunale?
Giovanni Siciliano, consigliere provinciale Udc, prova a sbrogliare l'intricata matassa: "Sono molti i punti da rivedere nel bando di gara presentato dall'ufficio Lavori Pubblici". E la storia parte da molto lontano. "Il quattro ottobre del 2011 - ricorda Siciliano - ho protocollato una istanza al settore Lavori Pubblici dove chiedevo, con urgenza, di compilare una scheda di censimento degli impianti di pubblica illuminazione esistenti sul territorio di Nardò". Nella stessa richiesta, il consigliere provinciale chiedeva di sapere se tutti i pali della pubblica illuminazione del territorio fossero stati installati con regolari atti deliberativi. "Ad oggi - commenta Siciliano - non ho ricevuto nessuna risposta. Stabilire se ci sono pali della pubblica illuminazione abusivamente installati diventa fondamentale prima di procedere alla condivisione del bando. Occorre quindi un dettagliato accertamento delle problematiche esistenti e non sottovalutare la presenza di 2305 pali di proprietà di Enel Sole e altri 506 pali che non rientrano nel bando attuale".
In buona sostanza Giovanni Siciliano chiede quanti sono i pali reali e quanti quelli abusivi. La seconda riflessione riguarda la durata del bando. "Perché una durata così lunga? Vent'anni sono troppi e anche se esistono esempi di altri comuni con contratti così lunghi, la velocità di aggiornamento della tecnologia potrebbe rendere obsolete alcune soluzioni tecniche dopo pochi anni. Inoltre - commenta Siciliano -, si pongono le basi per una monopolizzazione del servizio come nel caso delle lampade votive del cimitero neritino". Ultimo punto critico è l'individuazione, come soggetto terzo (ovvero chi metterà in pratica il riordino della pubblica illuminazione), di una Esco. Si tratterebbe di una persona fisica o giuridica in grado di fornire le misure di miglioramento dell'efficienza energetica nelle installazioni. "Perché - si chiede Siciliano -, nella relazione tecnica vengono preferite proprio le Esco?
Questo bando - conclude - non ha i contenuti perché possa diventare un reale vantaggio per la comunità". I disservizi, intanto, aumentano: i semafori non funzionano in alcune fasce orarie cruciali per il traffico e intere vie rimangono al buio.