NARDO' - L'area della discarica di Castellino verso il risanamento totale e complessivo: questo è l'impegno preso dalla Provincia di Lecce visto che – è notizia recente – il presidente Antonio Gabellone sarà a Bari, entro fine mese, per discutere della questione con l'assessore regionale alla Qualità dell'ambiente, Lorenzo Nicastro.
Proprio dalla Regione è venuto l'input dopo le innumerevoli sollecitazioni offerte dal massimo responsabile della provincia di Lecce (l'ultima il 31 ottobre scorso) e, a livello più locale, dal consigliere provinciale Giovanni Siciliano e dal presidente cittadino della commissione ambiente Salvatore Antonazzo. Quando il provvedimento di chiusura sarà emesso (i conferimenti in discarica sono cessati nel gennaio del 2007) e la discarica “tecnicamente” chiusa si potrà parlare del trentennale periodo di post-gestione. E c'è chi è pronto a realizzare su quell'area privata un campo da mini-golf che diventerebbe attrazione per l'intera regione.
Intanto proprio ieri mattina Giovanni Siciliano ha incontrato il sindaco Marcello Risi e premuto il piede sull'acceleratore. La richiesta ufficializzata dal consigliere provinciale è di convocare, durante una serie di incontri, tutti i capigruppo di maggioranza e minoranza per allestire un palinsensto da discutere in un Consiglio comunale monotematico al quale parteciperà lo stesso Gabellone. Provincia e Comune, dunque, sia pur di diversi colori politici sono pronti a fare fronte condiviso in una battaglia che pareva impossibile da affrontare e vincere.
Sempre nella giornata di ieri Siciliano ha chiuso momentaneamente il discorso con ben tre riunioni della commissione provinciale Ambiente - di cui è vicepresidente – per spostare la propria attenzione su Nardò: dal Consiglio dovrebbe venir fuori un documento netto e deciso con il quale chiedere i provvedimenti successivi. “E' urgentissimo – dice il consigliere – attivare la fase di post-gestione, indispensabile per socngiurare contaminazioni gravi ed irreparabili”.
Evidentemente Siciliano ha il timore - che pare fondato – che le acque meteoriche invernali, che si annunciano abbondanti come negli ultimi anni a questa parte, possano aumentare a dismisura la produzione di percolato o altre acque inquinate provenienti dalla compressione dei rifiuti ammassati nelle cave di Castellino. Gli avvallamenti e le depressioni, mai risagomate a forma di “panettone” dopo l'interruzione dell'attività dell'impianto, non garantiscono certo il deflusso delle acque ma favoriscono l'infiltrazione e il ristagno. Dopo tanti anni, la discarica entra in attività nel 1992, ora è il momento di dire basta.