NARDO’ – Mino Natalizio intende ringraziare la minoranza consiliare per averlo designato nel Consiglio di Amministrazione dell'Area Marina Protetta di Porto Cesareo e di Nardò, soprattutto perché il movimento politico a cui fa riferimento, Noi x Nardò, “rappresenta l'area riformista dell'opposizione”.
“Credo che i partiti della minoranza abbiano riposto la loro fiducia in me soprattutto per l'impegno profuso da ex assessore all'ambiente in favore della richiesta di ampliamento dell'Area Marina Protetta al tratto di mare prospiciente il Parco Naturale Regionale di Portoselvaggio. Procedura questa, purtroppo, ancora non conclusa e che pertanto rappresenterà la priorità del mio mandato nel CdA dell'Area Protetta (che è assolutamente a titolo gratuito visto che sono stati aboliti i gettoni di presenza e non è previsto nessun rimborso spese)”.
Queste le parole di Natalizio che evidenzia: “Ultimamente, infatti, oltre alle note resistenze del Comune di Porto Cesareo sull'aggiornamento dell'AMP, si sarebbero aggiunte le criticità legate alla mancanza di risorse per gestire tale "allargamento".
“Le politiche da attuare per superare quest'ultimo problema – prosegue - e su cui perciò auspico si impegni il nuovo CdA, dovranno incentrarsi sull'individuazione di nuove entrate per far fronte alle attività di gestione della nuova perimetrazione dell'Area Marina Protetta”.
“Queste potrebbero essere individuate, per esempio, oltre che in un leggero aumento delle quote associative (visto che per altre voci di spesa, sicuramente meno importanti, Comuni e Provincia impiegano abbastanza denari), anche attraverso proventi per il rilascio di autorizzazioni per attività come: la pesca sportiva in zona "C" ai non residenti, considerato che la parte da ampliare è stata tutta zonizzata "C" (quella per intenderci con vincoli meno restrittivi); lo svolgimento di attività subacquee svolte da parte dei Diving e/o privati (che nel tratto oggetto di ampliamento sono molto praticate); proventi della vendita di gadgets e svolgimento di altre pratiche; entrate per sanzioni amministrative (che autofinanzierebbero i controlli); finanziamenti comunitari; ecc...”
Insomma, la sfida, secondo Natalizio è quella di arrivare ad avere un bilancio finanziario che aumenti risorse e di conseguenza gli interventi, andando anche a ridurre le spese.
“In questo modo si potrebbe tutelare e valorizzare ai fini turistici il nostro mare – spiega - proteggendolo, al contempo, da attacchi "predatori" come, per citarne qualcuno, quello degli scarichi fognari o addirittura dalle perforazioni per la ricerca del petrolio (come è stato proposto ultimamente da una multinazionale del settore)”.
“Una grande Area Marina Protetta, comunque, che non deve essere percepita solo come una serie di vincoli, ma soprattutto come una grande opportunità di sviluppo sostenibile per il territorio”, conclude Natalizio.