NARDO’ - Il sindaco di Nardò Marcello Risi interviene su discarica di Castellino e trivellazioni nel mar Jonio.
"Sull’Ambiente non possono esserci baratti o commerci. La questione dell’ILVA di Taranto, alle porte di casa nostra, è di monito in tal senso per il futuro del nostro sviluppo.
L’impegno dell’Amministrazione comunale e mio personale è di difendere il privilegio ecologico del nostro territorio per farne sempre più un fattore di crescita e di sviluppo economico, sociale e culturale.
Sulla discarica di Castellino non è possibile ingenerare equivoci che possono essere fuorvianti e pericolosi per l’immaginario collettivo. Negli incontri dei prossimi giorni con le autorità di governo ribadiremo con assoluta fermezza l’esigenza di bonificare in maniera radicale il sito avviando a soluzione definitiva la prospettiva dell’utilizzo dell’area i cui destini non possono continuare a rimanere nell’incertezza e nei tentennamenti politici e amministrativi.
Il territorio di Nardò è una ricchezza da valorizzare e da utilizzare in maniera sostenibile. La consapevolezza della sua unicità e della sua irriproducibilità ci spinge ad essere contrari ad ipotesi di trivellazioni per esplorazione di giacimenti petroliferi nel mare.
Il mare rappresenta per noi un serbatoio di vita ed insieme una importantissima risorsa in grado di produrre benessere per la nostra comunità.
Il Salento e il territorio di Nardò che ne è ampia parte ospitano e “sopportano” un carico di impianti di produzione di energie alternative, sia solare che eolico, che contribuisce in maniera determinante ai fabbisogni nazionali, sostenendo l’economia in maniera importante.
Abbiamo accettato l’impatto del fotovoltaico nelle nostre campagne. E lo abbiamo fatto proprio perché le rinnovabili rappresentano una valida alternativa alle produzioni di energie tradizionali.
Non è pensabile che sul nostro territorio convivano le torri eoliche sulla costa, gli impianti fotovoltaici nelle campagne e le trivelle nel mar Jonio. Non è pensabile che si possa ulteriormente gravare la nostra terra di un peso che non può e non deve sostenere avendo già pagato un tributo decisivo allo sviluppo dell’intera economia nazionale”.