NARDO' - Morte definitiva “con versi in rima baciata” del nostro ospedale San Giuseppe-Sambiasi di Nardò.
Dopo il protocollo d’intesa firmato ieri 6 settembre 2013, tra regione, Asl/Lecce e Comune di Nardò è stata messa in scena l’ennesima burla e irrisione, con annesso danno, della “splendida città di Nardò del suo territorio e della sua popolazione”.
In sintesi cosa cambia rispetto a quello che già esisteva nell’ex Presidio Ospedaliero? Intanto apprendiamo, dopo ampia ed idilliaca decantazione del nostro territorio neritino da parte del governatore pugliese, che tra poco non avremo più neanche il reparto di lungodegenza.
Unica Unità operativa di degenza rimasta integra, dalla furia dei tagli della regione Puglia. Infatti nella prima stesura dell’anno scorso di un altro protocollo d’intesa? Che a quanto pare cambia a seconda delle convenienze, addirittura la lungodegenza veniva rilanciata e rafforzata con raddoppio dei posti-letto.
E poi vorremmo tanto capire, con l’attivazione delle altre specialità sanitarie specialistiche come si farà con la scarsità degli organici dei medici ed infermieri? Visto che solo la prossima settimana il governo centrale, a Roma, vaglierà se sciogliere o no la riserva sui vincoli del piano di stabilità che per 4 anni ha bloccato le assunzioni di personale sanitario.
Se tutto rimanesse così com’è adesso, cosa probabilissima con le scarse risorse che abbiamo in Italia, il “mega Poliambulatorio” (non capisco dov’è la novità autentica) continueremo a vedere i soliti direttori belle statuine.
Capi di distretto che davanti ai governatori fanno le comparse, perché non meritano neanche una citazione giornalistica della presenza “dello storico protocollo”, e invece ogni giorno con fare dispotico e senza neanche metterlo per iscritto si arrogano il diritto, vista la carenza, questa sì storica di personale, di spostare da un ambulatorio verso un altro i pochi infermieri rimasti a Nardò per garantire, la tanto enfatizzata, assistenza sanitaria sul nostro territorio.
Pensate che vogliono senza personale assicurare un’utenza a 150.000 salentini. Ma questi amministratori hanno visto cosa è accaduto quest’anno sul nostro territorio? Quale pessima e penosa immagine abbiamo dato ai turisti che si sono rivolti alle strutture sanitarie di questa provincia prive di tutto dopo la pazzia dei tagli da parte della giunta Vendola? E poi ci vengono a parlare di riconciliazione e di pace ritrovata tra popolazione neritina e regione Puglia.
La verità è un’altra e di certo non possono venire gli esponenti di destra a insegnare nulla: finché la sanità continuerà ad essere preda di sottogoverno e clientelismi politici, dunque centro di potere, in mano sempre ai soliti primari e direttori che con fare disinvolto ed incontrollato dispongono di mezzi e personale come se fosse “cosa loro”, aiutati e supportati dai sindacati confederali gialli che nel pubblico impiego si sono venduti anche l’anima, allora la sanità pubblica andrà sempre peggio e direttamente in mano ai privati. Come sta già avvenendo.
Infatti basta pensare che ieri si parlava dei Pacs che la regione stabiliva un pacchetto agevolato di euro 250 per la fecondazione assistita. Al contrario in un’altra notizia si diceva che la regione lo stesso pacchetto lo faceva pagare 2000 euri. Potenza della chiarezza ed della trasparenza. Come credere alle dichiarazioni ufficiali, quando risultano poi dei veri e propri sproloqui farneticanti?
Dunque, scusateci, ma a Nardò oggi buone notizie, per chi ha un minimo di lungimiranza e saggezza, non riusciamo proprio a vederne. Ultima nota, non a margine. Ma se al distretto socio-sanitario di Nardò, di piazza croce rossa, per tutta questa estate non si è riusciti a garantire l’aria condizionata, così che operatori e cittadini-utenti hanno patito e sofferto i 40 gradi in ambienti infernali e al limite del collasso potranno mai, con “lo storico” protocollo d’intesa, organizzare una sanità sul territorio che preveda “cotante” specialità?
Staremo a vedere: “adhoc posteriiudicabunt”.
Maurizio Maccagnano, sindacalista dissidente