NARDO' - La lista "Partecipa" diversifica le opinioni e la nota del coordinatore appare ben più severa rispetto alla lettura della vicenda da parte del consigliere Roberto My, della stessa lista.
Il Protocollo d’intesa? Uno stratagemma della Regione per fare apparire il Comune consenziente e soddisfatto per la prospettiva di alcuni servizi sostitutivi dell’Ospedale soppresso.
Una sorta di transazione e di pacificazione tra Regione e Comune sull’affare “sanità neretina”: la Regione elargisce sulla carta determinati servizi sanitari per ripagare la città della chiusura dell’Ospedale.
Ed il Sindaco si presenta vittorioso per aver ottenuto per la sua comunità la promessa del massimo possibile di servizi sanitari.
In realtà le cose non stanno così.
Innanzitutto i servizi sostitutivi dovevano essere assicurati prima della chiusura dell’Ospedale per non far pagare ai cittadini una infame transizione come quella che tuttora vivono senza Ospedale e senza servizi. Era un obbligo della Regione, non una facoltà.
In secondo luogo, gran parte delle branche specialistiche che sarebbero elargite alla città già sono presenti nell’attuale poliambulatorio cittadino.
In terzo luogo c’è da capire quali saranno i veri risultati della “storica firma”.
Per oltre un anno si è discusso tra le forze politiche di maggioranza e di opposizione sul contenuto del Protocollo d’intesa predisposto unilateralmente dalla Regione con qualche aggiustamento in itinere. Tutti hanno concordato che non era sufficiente un elenco di branche specialistiche senza entrare nel merito dello svolgimento dei servizi. Lo aveva confermato una commissione bipartisan di esperti sanitari tra cui qualificati consiglieri comunali di maggioranza e di minoranza i quali evidenziavano l’assoluta genericità del Protocollo e la necessità che i servizi da assegnare all’istituendo Poliambulatorio di III° grado avessero piena autonomia organizzativa e gestionale e fosse stabilito un programma temporale di attuazione.
Inoltre all’unanimità si è raccomandato al Sindaco ed all’Amministrazione che nel Protocollo si precisassero, per un ogni branca specialistica, le dotazioni di organico, le attrezzature, le professionalità, le risorse e le modalità del servizio. In mancanza si sarebbe restati nella totale discrezionalità della Regione sulle risorse, sui tempi e sui modi dell’espletamento dei servizi. Insomma tutto sarebbe rimasto affidato alla parola di Vendola della quale la città non si sente affatto rassicurata.
Del modo di procedere, dei contenuti e delle correzioni da apportare al Protocollo d’intesa si è discusso a lungo in sede politica e si è convenuto sulla necessità che il documento contenesse le dette indispensabili integrazioni per impegnare più concretamente la Regione nell’interesse della cittadinanza.
Nulla di tutto questo, gli accordi politici sono stati disattesi, il Sindaco ha firmato il documento tal quale, assumendosene tutte le responsabilità, mentre il PD neretino, divenuto per demeriti elettorali, magna pars della maggioranza, sta a guardare compiaciuto.
Il fatto è che le probabili delusioni saranno solo a carico dei nostri concittadini, bisognosi di adeguati presidi sanitari che attenderanno a lungo.
Restiamo quindi profondamente delusi di come si è conclusa la vicenda e ne prendiamo le distanze invitando il Sindaco a porre rimedio alle carenze ed alle lacune del documento allegramente sottoscritto.
Mentre c’è da sperare che la prossima storica stretta di mano con Vendola non debba sancire che i reflui del depuratore di Porto Cesareo vadano a sversare a Torre Interraglio come già annunciato dal Presidente, nel mezzo del Parco di Portoselvaggio.
Un ulteriore premio alla nostra bistrattata città.
Riccardo Leuzzi
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