NARDO' - Vi offriamo - due al prezzo di uno e scritti in maniera comprensibile - l'articolo da cui nasce tutta la questione e la replica di Mino Natalizio. L'offerta è speciale!
L’assessore all’Ambiente Flavio Maglio in missione speciale a Bari torna con un risultato molto atteso: «L’im - pianto di fitodepurazione collegato al depuratore dei reflui fognari di Nardò, un’opera nell’interesse di tutto il territorio ».
In molti avevano auspicato una soluzione di questo genere, sulla scorta di opere analoghe. Un impianto per la fitodepurazione col recupero dell’acqua per uso agricolo fortemente richiesto da più parti (comprese le tante associazioni ambientaliste, il movimento NoTub, l’associazione Don Milani) che metta finalmente d’accordo i Comuni di Nardò e Porto Cesareo. Una struttura che permetta, al contempo, di evitare la procedura di infrazione nei confronti della Regione Puglia, che costerebbe alla comunità, oltre ai tre milioni e mezzo di euro più 100mila euro per ogni giorno di ritardo, un probabile dissesto finanziario.
«Nei giorni scorsi - spiega Maglio - sono andato agli uffici regionali dell’Aqp con una proposta che ha subito riscosso entusiasmo da parte degli stessi vertici. In pratica si tratterebbe di sfruttare, potenziandolo, l’impianto esistente nei pressi del Villaggio Resta, creando all’inter no dello stesso un impianto per la fitodepurazione di ultima generazione.
Attraverso l’allargamento dell’area esistente, per buona parte di proprietà comunale, si potrebbe facilmente realizzare questo tipo di impianto che consentirebbe, a questo punto, di ricevere i reflui provenienti dal Comune di Porto Cesareo, sfruttando anche un impianto di sollevamento presso una struttura alberghiera di grosse dimensioni in fase di realizzazione a Sant’I s i d o ro, facendoli giungere fino all’altezza della “Masseria Bellimento” e da lì, attraverso l’utilizzo della condotta già esistente, li conduca nell’impianto situato a Villaggio Resta » .
Si tratterebbe di un impianto all’avanguardia, come quello realizzato a Melendugno, utilizzato addirittura dalle scolaresche per il «birdwatching», che risolverebbe in un solo colpo l’annoso problema della mancanza di un impianto fognario a Sant’Isidoro ed eviterebbe alla Regione gli oneri della procedura di infrazione da parte della Comunità europea. «Mi auguro - conclude l’assessore - che tutti i partiti, i movimenti e associazioni ambientaliste, diano il loro sostegno perché tale progetto vada in porto. L’impian - to di fitodepurazione per il recupero dell’acqua per uso agricolo, richiesto da più parti, che salvaguarderebbe dal punto di vista ambientale la nostra costa e il nostro ambiente, si può realizzare con fondi già esistenti e quindi in tempi brevi».
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Ci fa piacere che Maglio sorrida anche quando ci sarebbe da piangere. Il “bravo” assessore da i numeri (e s… parla di 100 ettari necessari alla fitodepurazione, senza che nessuno abbia ancora mai quantificato lo spazio necessario) e non si cura di dare le risposte concrete che i cittadini si attendono dopo la delibera del Consiglio Comunale di Nardò che ha detto no! alla condotta sottomarina ed al collettamento dei reflui del Comune di Porto Cesareo.
Magari Risi dovrebbe impiegare un poco del suo tempo a spiegare al proprio assessore come stanno le cose…. così forse eviterebbe le contraddizioni interne alla maggiroanza visto che la proposta avanzata da Maglio prevede proprio il collettamento dei reflui di Porto Cesareo (cosa ancor più grave, come sembrerebbe, senza neanche una preventiva depurazione).
Mentre attendiamo che il buon Maglio spieghi anche ai cittadini quanti sono gli ettari necessari alla fitodepurazione, sarebbe il caso anche che spiegasse il “suo” concetto di salvaguardia dell’ambiente, visto che dare corso al progetto da lui suggerito significa la costruzione di una condotta a mare che, nella misura pensata da Regione e Aqp, potrebbe provocare delle criticità, e su questo argomento si sono espressi anche i giudici del Tar.
Maglio, nei suoi sproloqui, lascia intendere che sarebbe meglio accettare il fatto che Nardò possa diventare lo sbocco naturale dei reflui di Porto Cesareo per non rischiare di essere esposti a richieste di risarcimento danni.
Noi non la pensiamo come lui, e continueremo a fare proposte alternative, come quella presentata qualche mese fa, di un impianto autonomo per Porto Cesareo. Solo questa soluzione, infatti, consentirebbe a Nardò di non subire possibili ripercussioni ambientali.
Risi sta andando in questa direzione ed ha ricevuto il nostro plauso, l’assessore sembra continuare a non capire….
Mino Natalizio