NARDO' - Andare Oltre chiede solo una cosa: la revoca delle autorizzazioni per l'ampliamento della discarica.
La Commissione Ambiente e il Consiglio comunale monotematico di queste ore sono stati utili a chiarire definitivamente alla Città che questa maggioranza ha fallito la sfida del governo.
Abbiamo assistito ad un duro scambio di vedute tra il sindaco e i consiglieri comunali di maggioranza Frassanito, Orlando e Calabrese sul modo di amministrare e il futuro di questa maggioranza. Una dura resa dei conti che pare certo a breve porterà tutti i nodi al pettine. L'auspicio è che non si tratti solo di una "guerra delle poltrone" ma di una vera e propria rivoluzione copernicana. Lo scetticismo, da parte nostra, è naturalmente grande.
Al di là delle dinamiche interne alla maggioranza e della fuoriuscita del consigliere Siciliano dalla stessa, ciò che appare più importante è stata l'assunzione di responsabilità che il sindaco si è preso relativamente al caso amianto. Responsabilità da suddividersi tra lo stesso Risi, sottoscrittore "convinto e cosciente" del parere favorevole all'adeguamento strutturale dell'impianto Rei, il 18.10.2012 (impianto che è cresciuto di 5,5 volte in un colpo solo), il sindaco di Galatone e il dirigente della Provincia, ing. Corsini. Il presidente Gabellone non ha nascosto le sue di responsabilità ma ha giustamente ricordato come su questi temi l'ente provincia si allinei sempre alle posizioni delle Amministrazioni comunali.
Insomma i "colpevoli" hanno ora un nome e un cognome. Gli atti sono lì a disposizione di tutti e da domani oltre 72.000 metri cubi potranno essere ricoperti d'amianto. Amianto che potrà provenire non solo dalla Puglia, o dalla Sicilia, o dall'Italia, ma dall'intera Unione Europea in cui vige il principio della libera circolazione dei rifiuti inerti. È stato, finalmente, chiarito che la nave non era affatto fantasma ma reale e che conteneva "5.000 tonnellate di terreno contenente piccoli frammenti di eternit".
Su questo si è giocato gran parte del dibattito politico e dello scontro di questi giorni. Il sindaco ci ha chiarito che questo materiale, differente dal Cer 170605 (l'amianto proveniente dall'edilizia), non poteva giungere a Vignali-Castellino. Chiunque lo avesse fatto arrivare qui avrebbe, dunque, violato l'autorizzazione. Ben venga dunque il sacrosanto allarme, quanto mai opportuno, degli ambientalisti.
Insomma a Vignali Castellino, a Galatone ma a due passi da Nardò, da domani potranno giungere fino a 176.000 tonnellate di materiale contenente amianto a seguito dell'ampliamento decretato nel 2012. Ad una struttura che stentava a reggersi in piedi, fino a quel momento, con i conferimenti provenienti dal solo territorio pugliese, come ha ammesso lo stesso responsabile della Rei, si è concesso un ampliamento che era chiaramente destinato ad aprire l'impianto a materiale proveniente da altre Regioni. La spiegazione è stata che occorre smaltire tutto l'amianto presente sul nostro territorio e nelle nostre campagne. Peccato che da anni ambientalisti di lungo corso, come Massimo Vaglio e Graziano De Tuglie, o lo stesso consigliere comunale, Pippi Mellone, segnalino con atti scritti, la presenza di eternit in diverse zone della Città senza il ben che minimo intervento da parte delle autorità competenti. Ieri si chiudevano gli occhi, oggi quell'eternit è la pezza giustificativa per l'ampliamento della discarica! O almeno così ci voleva far credere un sindaco quest'oggi in versione Piero Angela.
Ora, secondo la quasi totalità del Consiglio, il danno è fatto e non si può più porre rimedio altrimenti si rischiano costosi contenziosi con la ditta. Ebbene davanti ad un Comune che da anni spende milioni di euro in contenziosi ed è arrivato a sperperare 1,3 di milioni di euro per un singolo giudizio di esproprio, c'è chi si preoccupa delle conseguenze della revoca dell'ampliamento. Il sindaco Nisi ha affermato che il solo consigliere Mellone vuole la revoca. Ebbene noi lo ribadiamo, occorre la revoca del provvedimento di ampliamento preso autocraticamente da pochi signori che non possono decidere il destino di oltre 50.000 abitanti e di due Comunità. I consiglieri provinciali neretini hanno già promesso di farsi portatori di questa istanza in Consiglio provinciale. Vogliamo la revoca a qualsiasi costo. Il costo di 176.000 tonnellate ci pare più alto di quello di qualsiasi contenzioso legale.
Queste sono le nostre proposte e non ci vengano a dire che non è possibile attuarle. La politica, quando vuole, può tutto. Siamo pronti a scendere in piazza per far valere, al fianco di quelle forze autenticamente democratiche, le nostre ragioni, le ragioni della nostra gente.
Comunità Militante
Andare Oltre