NARDO' - Una estate arida, ottobre e novembre caratterizzati da torrenziali precipitazioni di pioggia, poi un’estate di San Martino con un clima molto mite. In questi giorni l’Italia sta per essere percossa da un vortice di aria gelida proveniente dalla Russia, del tutto lontana dai 20° di pochi giorni fa. Le temperature nel Salento crolleranno di almeno 15 °C con neve al Sud a media e bassa quota.
Che sta succedendo? Dove sono finite le stagioni? Stanno diventando abituali questi sbalzi traumatici di temperatura e le continue emergenze ambientali?
Basta guardarci intorno ed automaticamente si arriva ad una seria riflessione su quanto le problematiche ambientali colpiscano e compromettano sempre di più il paesaggio, l’economia e la salute della comunità, anche del nostro Salento.
Se il riscaldamento globale del pianeta aumenterà di altri 2°C rispetto ai livelli preindustriali, l’Europa e soprattutto il Mediterraneo e la nostra Italia , rischiano di essere esposti a condizioni metereologiche sempre più estreme ed intense, con conseguenze economiche e ambientali significative.
La nostra culla, Il Mediterraneo, ha una dimensione limitata e, come si è già dimostrato, se non si rallentano i cambiamenti climatici, il livello del mare si innalzerà sempre di più ed entro la fine del secolo assisteremo ad una perdita di molti chilometri quadrati di territorio, inghiottiti dalle sue acque. Gli esperti indicano come zone a rischio inondazione in Puglia una vasta area di Lesina e il Golfo di Taranto.
La continua variabilità e intensità delle precipitazioni, le violente piogge concentrate soprattutto in autunno e in inverno, le estati sempre più calde e siccitose stanno causando grossi problemi nell’impiego civile, industriale e agricolo delle risorse idriche della nostra Regione.
Raggiungere un equilibrio economicamente conveniente e sostenibile rispetto alle risorse idriche disponibili sarà cruciale e legato allo sviluppo e alla messa in atto di adeguate azioni e strategie di adattamento.
Per quando riguarda il Salento, si prevede una riduzione significativa della produttività di alberi da frutta e di ortaggi e, in misura minore, dei vigneti. Al contrario l’ulivo sembra più resistente alla siccità e si spera che si espanderà nuovamente la sua coltivazione.
Nonostante però gli alberi di ulivo siano più resistenti e longevi, purtroppo da anni sono colpiti da problematiche legate alla Xylella fastidiosa, il batterio che sta distruggendo da ormai diversi anni queste piante.
Purtroppo le variazioni del clima potrebbero giocare un ruolo tendente ad aggravare la situazione della coltura dell’ulivo già estremamente preoccupante.
Come può ognuno di noi fare qualcosa per rallentare questo cambiamento del clima?
Intanto si potrebbe pensare ad una azione comune tra Amministrazioni Pubbliche, Scuole, Associazionismo,ecc. volta ad informare su tutto quello che sta succedendo e a sensibilizzare i giovani e l’opinione pubblica sull’importanza di affrontare le tematiche ambientali.
Aumentare nella nostra città il verde pubblico, ridurre la mobilità per una migliore vivibilità, allargare gradatamente le zone pedonali, fare rispettare gli ingressi nelle zone ZTL, limitare per fasce orarie il flusso di traffico.
Ognuno di noi dovrebbe cercare di lasciare le macchine a casa e camminare a piedi guadagnandoci in salute e risparmiando denaro. Poi cercare di ridurre il consumo di energia nelle abitazioni ed effettuare correttamente la raccolta differenziata.
Il cambiamento climatico in atto deve diventare un tema centrale della politica locale, nazionale e internazionale. Quante morti ancora devono avvenire per convincerci di questo? Quanto sta avvenendo in materia ambientale sta sotto i nostri occhi e interessa tutti.
Non si deve salvare solo il nostro pianeta, ma la nostra stessa vita al suo interno considerando che i cambiamenti climatici stanno avvenendo in tempi così brevi da mettere a repentaglio la nostra capacità di adattamento.
Pantaleone Pagliula