SIGNORA MELONI, C’E’ POSTA PER LEI! DA NARDO’
Il linguaggio violento avvelena la politica
Cara (?) Signora (?) Meloni, non si ricorda “a memoria di donna” la spietatezza che lei ha usato contro i migranti della Sea Watch. Di “voler affondare la nave” della ONG olandese, proprio così, non specificando se compreso tutto il suo carico umano di 42 migranti arrivati al largo di Lampedusa, dopo quasi due settimane di navigazione in attesa di un porto dove sbarcare. Su questo punto occorrerebbe una sua… precisazione.
Non si ricorda, “a memoria di donna”, un linguaggio così violento e sguaiato, usato proprio da lei che ogni decina di parole ama inserire il desueto avverbio “sommessamente”, che potrebbe significare buona predisposizione d’animo, l’umiltà della sua condizione e l’orecchio prestato all’ascolto e alla riflessione. Niente di tutto questo. E, invece, si abbandona a un affondo barbarico, forse invidiosa del successo conseguito da Salvini e volerlo inseguire sul suo terreno e possibilmente superarlo in quanto a cinismo e che, sempre a proposito della Sea Watch, ha parlato soltanto di volerli lasciare sulla nave “sino a Natale”! E pensare che lei si candida alla guida del Paese, ma è bene avvisarla che con quel linguaggio truculento, “prestito” di qualche frequentazione non proprio accademica, potrebbe presto avere qualche battuta d’arresto. Riceverebbe altri rimproveri, poiché con quella bocca non può dire ciò che vuole.
E’ successo pertanto che con questa uscita sconsiderata lei abbia voluto essere più realista del re e fidelizzarsi a quel Salvini che pure non si era spinto sino a tanto. Però – consideriamo – è stata anche un tantino sfortunata poiché, al culmine delle sue fortune elettorali, ha preso uno schiaffone in piena regola con la coincidenza dell’arresto a Piacenza di un suo pupillo, noto politico di Fratelli d’Italia, questo partito ballerino che vuole difendere “l’identità italiana” e buttare a mare tutti coloro che sull’argomento nutrono qualche dubbio. L’accusa al politico meloniano non è di poco conto, riguardando specifici collegamenti con la ‘ndrangheta, a dimostrazione del fatto, sempre però negato, della consolidata infiltrazione mafiosa nelle aree maggiormente produttive del Paese.
Evidentemente la Signora Meloni non era a conoscenza della caratura mafiosa di questo suo amministratore e ciò dovrebbe in futuro farla riflettere per meglio selezionare la sua classe dirigente. E decidere se continuare a maledire i migranti invasori e voler creare un muro marino trumpiano che prenda tutto il nordafrica (scelga lei gli ingegneri), oppure dedicarsi anche a questo problema (infiltrazione mafiosa) che ora la riguarda da vicino. Capirebbe che il nemico della Patria ce l’abbiamo in casa e prende il nome delle nostre quattro-cinque mafie con tutti i componenti dalla pelle bianca.
Insomma, la Signora Meloni si è dimostrata imprudente e scoperto la sua smodata ambizione. Quel linguaggio borgataro non si addice a una donna di governo e a nessun altro che ha ruoli di responsabilità. Davvero, Meloni si è macchiata di colpa grave e difficilmente rimediabile. Comportandosi anche peggio di altro importante politico, quando a suo tempo, si era messo in testa di chiedere l’impeachment del Presidente della Repubblica Mattarella. Poi, sinceramente, si pentì, riconoscendo il grave errore. Meglio così!
LUIGI NANNI