LE MONTAGNOLE RUSSE CI PARLANO ANCHE DELLA NOSTRA “DIFFERENZA DI CLASSE”
Operazione fatta a fin di bene, ma rischia di essere inutile
(Il dosso sulla "Tarantina". E' anche attraversamento pedonale ma, dall'altra parte, c'è una siepe. Questi sono geni del male!)
Chissà se mai saranno efficaci i (3+1) dossi o limitatori di velocità (piazzati su via Benedetto Leuzzi, da Pagani a Posto di Blocco e sulla strada “Tarantina” , direzione Gallipoli) e poter poi dare ragione a chi li ha installati! In quel caso, forieri di altri interventi. Perché è chiaro che questi dossi sono stati chiesti da qualcuno, presumibilmente dai residenti di dette strade che lamentavano il problema del traffico e dell’alta velocità. Peraltro, lapalissianamente, se tutti avessero rispettato i limiti, nessuno poi avrebbe reclamato e chiesto di intervenire.
Con questo, però, si è creato un precedente di non poco conto (si può parlare anche di “resa”, ritenendo tutte le altre possibili misure inefficaci), sempre supponendo che altre strade abbisognano dello stessa misura (una di queste, a caso, è via Puglia) e non è detto che mai s’interverrà. Altro discorso è dire se mai questi dossi funzioneranno davvero e fatte salve le buone intenzioni (perché, è chiaro, limitare la velocità è un fattore fondamentale della sicurezza stradale), qui davvero le perplessità non mancano. Peraltro, ciclicamente, la rinominata via Leuzzi è stata sempre interessata dal problema. Non ho materiale d’archivio, ma ricordo un fatto di almeno una quarantina d’anni fa, quando vennero allestiti addirittura dei cartelli (non ne rammento l’artefice) che dovevano servire a indurre a comportamenti virtuosi. Tipo: “non correre, la famiglia ti aspetta”; vai piano, pensa ai tuoi figli”. Vecchia “pubblicità progresso”, forse un po’ casereccia ma a suo modo anche efficace.
Volendo valutare tutta l’operazione, i 3 dossi su via Leuzzi (e sempre 1 sulla Tarantina), appaiono francamente inutili, una sorta di “effetto placebo”, potendo persino aggravare la circolazione dei mezzi. Posti a una distanza di oltre 400 metri l’uno dall’altro non impediscono agli “irresponsabili” (chiamiamoli così!), di pigiare sull’acceleratore nella “sezione libera”, potendo tranquillamente raggiungere in pochissimi secondi le alte velocità che si vorrebbe giustamente contrastare. Vanno bene, poi, tutti i dispositivi a corredare i dossi (luci, indicazione a 150 metri), ma la velocità prevista (kmh 30) è francamente troppo bassa per non creare pericoli aggiuntivi. Si rischiano file di auto, come in processione. Viene detto: lo prevede il Codice della Strada! Vero, ma non sono nemmeno pochi i casi in cui bellamente lo si ignora (vedi strada di Portoselvaggio, senza nemmeno una “panchina transitabile” o area di sosta per mezzi in avaria).
Chi vi scrive non si è accontentato di notizie “de relata” e subito ha voluto saggiare sul campo l’efficacia di questi dossi (parlo ora di via Leuzzi). Ebbene, le sorprese davvero non sono mancate (facile, comunque, prevederle). Appoggiato al muro ho osservato il mio personale campione che ha riguardato in pochi minuti un centinaio di mezzi.
Per scoprire:
a) quei dossi non limiteranno la velocità nel senso voluto; la notevole distanza tra l’uno e l’altro invoglierà a maturare furbi atteggiamenti
b) certo indirettamente, ci parlano della imperitura… differenza di “classi sociali”, per aver osservato auto di 2000/2500 e anche più di cilindrata che “mangiavano” i dossi come un buon antipasto, mentre tante povere utilitarie frenavano per non spaccare la marmitta;
c) ho anche assistito a qualcosa di singolare: due centauri (quelli con le grosse moto) addirittura accelerare in vista del dosso, quasi a prendere un’ulteriore spinta. Intendiamoci, tutti comportamenti scorretti e sanzionabili, ma questa è la realtà dei fatti.
Chiedetelo a chi segue le corse automobilistiche o il MotoGP. Quel tipo di dosso piace tanto al… corridore, consentendogli persino di sviluppare maggiore velocità, con un pizzico di brivido addosso. E, dunque, gira e rigira siamo al punto di partenza. Basterebbe comportarsi bene e tutto sarebbe risolto, senza aspettare l’efficacia o meno di tale operazione. Anche in questo caso le posizioni sono state molteplici e tutto fa pensare che non sarà stata questa la sola volta a scrivere sull’argomento.
LUIGI NANNI