UN SEMAFORO NON TI CAMBIA LA VITA (ma nemmeno te la deve rovinare)
Bizzarro dispositivo su via Bonfante a Nardò, tra disagi, rallentamenti e gas di scarico
Quelli che non sanno a quale santo votarsi. Quelli che sembrano già rassegnati. Quelli che scorgono nel cronista il solo che possa raccontare la loro storia. E il cronista che, senza mezze parole, fa loro capire che potrebbero meglio difendersi, meglio rappresentare le loro necessità e neppure lo fanno, sino ad arrendersi. E’ quello che succede col senso unico di via Bonfante, decisione fortemente contestata e ritenuta irragionevole.
Si può ben dire che in questo momento non c’è a Nardò strada che procuri tanti disagi ai cittadini (se non forse il tratto di via Roma, con inizio dal semaforo di Porta di Mare, direzione cimitero, con carreggiate non regolamentari per il doppio senso di circolazione, considerato il traffico caotico, i parcheggi sui due lati e nessun divieto per i mezzi pesanti; proteste a iosa e mai nessun intervento). E, dunque, su via Bonfante, lavori della pista ciclabile, restringimento della carreggiata, svellimento degli alberi esistenti e l’intenzione di volerli sostituire col ficus australis. E allora, altro che dulcis in fundo! Qui si tratta di bere il calice amaro del disagio e l’imperiosità di un semaforo che per prudenza definiamo fuori norma. Fosse animato, gli daremmo del recordman.
Si dirà che c’è sempre qualcuno che pensa al nostro bene (esiste davvero?) e decide dalla mattina alla sera (o viceversa) che quella strada dovrà essere a senso unico ma, se tale doveva essere – si sono sempre chiesto i residenti) – perché non farlo all’incontrario? Vale a dire, dalla città in direzione-mare, cosa che sarebbe servita per placare le proteste delle tante attività commerciali esistenti su quella via. Peraltro, ben maggiore è sempre stato il numero delle persone che hanno percorso tale arteria, nel senso oggi vietato, rispetto a quelle che sempre oggi sbarcano su via XXV Luglio, la strada dell’ospedale che fu.
E, comunque, fiat voluntas tua (da un’idea del Comandante, assessorato, giunta tutta?). Il problema, però, si è subito aggravato. Qualcuno ha cominciato a rendersene conto quando all’altezza dell’Istituto Moccia ha imboccato via Bonfante, al momento interessata da lavori a singhiozzo e da un tratto di pista ciclabile dalla dubbia efficacia e praticabilità. E arriviamo al punto, anzi al semaforo che, per dirla dottamente, è posizionato all’intersezione con via Secchi e via Betti. Direte, che male c’è? Un semaforo come tanti altri. Non è proprio così!
Seguitemi (detto a quanti quella strada l’hanno percorsa sia pure una sola volta): il “verde” del semaforo dura soltanto 20 (venti) secondi! Dopodichè scatta il giallo e (da regola del Codice della Strada) bisogna fermarsi. Viene poi il “rosso” e a questo punto si farebbe in tempo a scendere dall’auto e recarsi nel vicino negozio di telefonia per l’avaria al proprio cellulare, oppure a comprare una scopa per casa dal negozio di casalinghi. Infatti, questo “rosso” dura la bellezza di 67 (sessantasette) secondi, (un minuto e sette secondi). Un tempo esagerato. Ma capitasse una sola volta, pazienza! Basta, invece, una normale coda di una dozzina di auto per rischiare di beccarlo anche tre volte (fidatevi, prove alla mano!), rendendo questa strada difficoltosa e per giunta interessata in quel punto dal gas di scarico delle auto ferme con motore acceso.
A causa di ciò, si sta realizzando una inevitabile conseguenza: quella di volerla scansare per il disagio che procura e di non volerla più percorrere. Qualcuno ha già cominciato a farlo. Io stesso ho scoperto itinerari alternativi (ma ho avvisato gli amici che ho in quella via). Vi pare una cosa normale?
Si potrebbe pensare a mero errore nell’impostazione del semaforo. Di sicuro non è così, volendo giustificare il provvedimento (ma ditemi se, in giro per l’Italia, vi siate mai imbattuti in un semaforo verde “tagliato” di tre volte e mezza rispetto al rosso!), con la necessità sempre per chi percorre via Bonfante, che a quel semaforo “monstre” si possa svoltare per via Secchi o via Betti. In ogni caso, quei 20 secondi di “verde” sembrano illogici.
Davvero, non ravvisiamo questa necessità e siamo convinti che un sopralluogo tecnico possa anche rivedere la misura che risulta chiaramente sbagliata. Sono cose che succedono. E tante e tali comunque ne succedono, quando non si vuole prestare ascolto e non dare retta a nessuno, dovendo anche aggiungere che non si tratta certo della prima volta...
LUIGI NANNI (*analisi tecnica realizzata con l'Associazione "Alla Conquista della Vita")