“NERITINI ILLUSI” (E ANCHE BASTONATI)
Ce ne dicono di tutti i colori e forse lo meritiamo
Discarica di Castellino: lo sberleffo parte dalla Regione dove impazza (e vince) Emiliano
E’ possibile depurare il momento politico, a Nardò, Bari o Bologna che sia? E addivenire a una qualche possibile conclusione, tolti gli orpelli e le rimasticazioni fine a sé stesse? Proviamo a farlo, senza alcuna presunzione di dire tutto e tutto indovinare.
Un osservatore neutrale punterebbe subito gli occhi sulle strampalate primarie del centrosinistra (la miseria di ottantamila votanti!) per individuare il candidato alle elezioni regionali. Ha vinto facile facile Michele Emiliano (con percentuali in alcune parti anche superiori al 90%, ma tra un mare di ostilità, rinfacciandogli, tra l’altro, e da parte degli stessi sodali politici, di aver portato la sanità pugliese allo sbando e di essere maestro nel cooptare il nemico e, per conseguenza, di premiarlo a piene mani, come nel caso della nomina di Di Cagno Abbrescia a presidente dell’Acquedotto Pugliese). Roba (per tanti) da mangiarsi il fegato. Pertanto, ha anche meravigliato il fatto come i debolissimi competitori si siano prestati al gioco elettorale, che non ha infiammato nessuno e che porta dritto al voto in ordine sparso. Emiliano dovrà meditare e rimediare.
Un paio di sottolineature sull’argomento: a Nardò si è realizzata l’ennesima liason tra Emiliano e il sindaco Mellone, con quest’ultimo che invitava ad andare a votare e sostenerlo. Di pari passo, il Pd locale per bocca del segretario Falconieri scopriva l’ennesimo sgarbo e (senza offesa alcuna), ingenuamente ora chiede a Emiliano da che parte sta. Ammesso che riceva il messaggio, risponderebbe che lui è uno e trino e sta in ogni luogo. Pertanto, partita chiusa (per quanti ancora si illudono di ricucire lo strappo), poiché Emiliano si sente di viaggiare come un treno e nessuno potrà più fermarlo (non teme certo quel centrodestra che ha indicato il fratellino d’Italia Raffaele Fitto, ma che lo stesso Salvini non vorrebbe, considerandolo perdente. Sono … d’accordo con Salvini).
Soltanto qualche giorno prima, cosa che riguarda sempre Nardò, era uscita una pessima notizia per la cittadinanza tutta. A proposito della discarica di Castellino. C’è qualcuno a Nardò che saprebbe dire per filo e per segno come stanno esattamente le cose? Probabilmente non più di qualche decina di persone. Cosa certissima, invece, è quella di dire che la discarica non è ancora chiusa (e, dunque, significa che è ancora aperta, anche se non si conferiscono i rifiuti). Su quest’ultima chiosa, il consigliere regionale Fabiano Amati (di Italia Viva; ha concorso alle Primarie) ha smentito nettamente l’assessore di Nardò Mino Natalizio che, evidentemente, aveva detto cosa diversa. Parlando di neritini che si sono illusi. Avete capito bene? Tra i tanti epiteti e difetti che abbiamo, dire “neritini illusi”, non l’avevo ancora sentito.
Ora, sulla questione non può cadere l’oblìo. Chi dei due ha ragione? Alternativamente: chi dei due mente? E’ vero o non è vero? Si potrà sapere qualcosa a stretto giro, anche da parte di Natalizio, da cui non risulta alcuna precisazione su quanto ha detto Amati? E torniamo al punto di partenza. Senza chiarimenti s’ingenera oblìo e assuefazione. Mi scuso per l’autocitazione (e per dire di un argomento già trattato): l’articolo su via Bonfante è stato letto da qualcuno? A noi risultano alcune migliaia, ma tra queste, probabilmente l’ha mancato proprio chi doveva intervenire per alleggerire una condizione di evidente disagio. Pazienza.
Sono d’accordo col fatto di chi potrebbe dire che ci sono tante cose più importanti cui pensare ma (giusto criterio), se si comincia con una alla volta tutto poi potrebbe essere più agevole. E questo rimanda direttamente ai recenti e fastidiosissimi (anche di più!) episodi di criminalità commessi a Nardò. Né mini, né maxi. Come sempre, bisognerà vigilare e fornire ogni aiuto possibile alle Forze dell’Ordine. Però, ammettiamolo, sotto lo stretto profilo della presenza criminale, Nardò non se la passa male e tutto sommato gode di un buon periodo. Chiamiamolo così. Ma se questo succede (e succede) qualche merito va senz’altro anche alla sua comunità.
Quello che purtroppo non succede in Capitanata, in quel di Foggia, dove da tempo ha aperto le fauci una mafia feroce, la cosiddetta “garganica” che, appunto, in quanto a ferocia non pare temere confronti. Nemmeno una grandiosa manifestazione promossa da Libera di Don Ciotti è bastata a fermarli. Per dare idea della drammaticità della situazione la DIA (Direzione Distrettuale Antimafia) colà insediatasi, ha “aperto” i suoi lavori alla cittadinanza, intervenuta in una affollata assemblea. Un fatto irrituale, ma di grande importanza. Quell’importanza che vorremmo rappresentare e che, per non banalizzarla, intendiamo rimandare a una prossima occasione.
LUIGI NANNI