LECCE “CITTA’ PROIBITA”
Tassa di Soggiorno, Check-Point, Ticket per le Chiese e Parcheggi a pagamento full-time
La decisione dell’Amministrazione comunale di Lecce di rendere a pagamento i parcheggi anche durante il periodo delle festività di fine anno, è stata fortemente contestata un po’ da tutti, essendo parsa iniqua e persino provocatoria verso un’utenza da sempre tartassata. Parlare di illegittimità della misura non è certo un azzardo. Non ci risulta una sola ragione valida che giustifichi il provvedimento, se non quella di irrobustire un po’ le casse comunali. Altre possibili ragioni (scoraggiare l’uso dell’auto ecc.) sono deboli e confermano la misura come afflittiva, non avendo evitato uno solo dei disagi ai tanti automobilisti di passaggio per Lecce e agli stessi residenti, dovuti essenzialmente alla cronica mancanza di parcheggi sul territorio comunale.
Peraltro, proprio la città di Lecce ha un primato di cui è difficile vantarsi (attenzione, dati ufficiali, su Sole 24 Ore): quello di essere una delle città che nel tempo ha ceduto una fascia esagerata del suo territorio alla concessionaria dei parcheggi a pagamento (Sgm ndr). Una scelta di campo, meglio di parcheggio, da parte delle amministrazioni che si sono susseguite. E, pur volendo allargare il discorso, il tema sulla vivibilità della città e la volontà di scoraggiare il traffico autoveicolare privato, che possono essere alla base della misura, sottolineandone comunque l’importanza, parlano di un’altra storia, che richiede decisioni mature e condivise.
In più, si è aggiunto il fatto che sempre Lecce risulta essere una delle prime città in Italia per infrazioni al Codice della Strada (esclusivamente per divieto di sosta e in ogni caso per sosta non regolamentare). A occhio e croce c’è più di una cosa che potrebbe essere considerata. Nessuno crede al fatto che tutte le infrazioni si commettano nella città barocca. E’ chiaro che, comunque, non mancano e sono ugualmente tante. Ma questo accade anche e soprattutto per la mancanza di parcheggi e, incontestabile, per una segnaletica orizzontale e verticale, sempre criticata, che necessita di essere rivista e, persino, resa intellegibile (curioso resta l’episodio che ha riguardato il segnale di “Varco Attivo”, con decine di multe cancellate dinanzi al Giudice di Pace; infrazioni commesse e verificatesi per l’errata interpretazione della scritta da parte dell’automobilista).Come anche, per le multe comminate dagli ausiliari del traffico rispetto all’adempimento tariffario. Ebbene, su questo niente da dire. Se pure in passato c’è stato qualche eccesso (multa per lo sforamento orario di pochi minuti), c’è da aggiungere che in tanti altri casi (grattino scaduto) gli operatori hanno sempre usato il buonsenso.
Direte, così fan tutti (cioè, ogni media-grande città si regola di conseguenza e gli introiti servono un po’ a tutti). Non è davvero così! Perché Lecce è un caso speciale, considerato, appunto, la pratica impossibilità di vedere un parcheggio con righe bianche e, dunque, gratuito. Quando lo si scopre (qualche volta succede pure), si grida al miracolo. Per il resto, tutta un’occupazione manu-militari che ha sempre angustiato commercianti e semplici cittadini. La stessa ricerca da noi fatta a campione sul possibile parcheggio a pagamento, compreso il periodo di fine anno, ha dato esito ampiamente negativo per importanti città d’arte come Ferrara, Siena, Bergamo e la stessa Roma. Quale la conseguenza di tutto ciò? Che tante misure adottate hanno bisogno di vaglio e verifica per non penalizzare ulteriormente i cittadini (una bella ed efficace decisione sarebbe stata, invece, proprio quella di rendere gratuiti i parcheggi in questo periodo, sulla scia del dibattito che riguarda, per altro verso, la possibile decisione di rendere gratuiti i mezzi pubblici; provvedimento che, da solo e secondo ogni dato fornito, abbatterebbe l’utilizzo dell’auto, rendendo le città maggiormente vivibili).
Anche perché a Lecce resta attuale il detto l’appetito vien mangiando, se nel giro di pochi anni si è assistito a continuo prelievo dalle tasche di cittadini e turisti. Si è cominciato con la Tassa di Soggiorno (a Lecce nel 2018 ben quattro milioni di euro. Qualcuno osserva che bisognerebbe rendere più chiara bisogna rendere più chiara la destinazione d’uso di questa tassa di scopo), per poi proseguire con il Check-point, una sorta di posto di frontiera a pagamento per quanti con bus intendono entrare a Lecce. Non contenti, si è poi passati alle Chiese, anch’esse a pagamento per volontà della Curia Arcivescovile, unicum nelle città d’arte del Mezzogiorno e caso rarissimo nel resto d’Italia. A questo punto i parcheggi dovevano … adeguarsi a questo trend di spesa (nel frattempo si prepara l’aumento della tariffa oraria) e non essere da meno in fatto di prelievo, persino in questo periodo di festività. Quello che è certo è la brutta nomea presa dalla città, dove parcheggiare diventa un’impresa, per giunta a caro prezzo, e dove la contravvenzione è sempre in agguato, talvolta anche quando non la si merita. A questo punto, un “tagliando” (come avviene per le auto) su questa materia leccese sarebbe davvero auspicabile.
LUIGI NANNI