“RONALDO” CI PARLA DI AMORE E LIBERTA’
Possiamo imparare tanto da un gatto. “Ronaldo” è il suo nome
Se oggi si volesse definire con poche parole il termine “civiltà” e aggiornarla con nuovi termini in un qualsiasi dizionario e persino in Wikipedia, potremmo oggi ben aggiungere il nome di “Ronaldo” e sue gesta” (non certo il giocatore della Juventus che già vi è ospitato, ma un giovane gattone con lo stesso nome). Ronaldo che sfugge alla sua famiglia e s’inerpica su scale e terrazze miagolando, forse rimasto anche intrappolato in qualche interstizio, alla ricerca di una gatta, del suo amore. Succede anche che la sua famiglia resti in apprensione e faccia di tutto per ritrovarlo, grazie ai sempre generosi e impavidi pompieri, stavolta intervenuti da Gallipoli. Che fanno l’impossibile, e che non sono ancora riusciti ad acchiapparlo e riportarlo nella sua casa. Formidabile il suo dribbling. Siamo comunque convinti che i pompieri che hanno terminato il loro lavoro perché fattosi buio, riusciranno finalmente a prenderlo (amorevolmente, con un bel boccone di carne?), ammenochè Ronaldo non si renda conto del trambusto che ha procurato, diventi comprensivo, e docilmente rientri in casa, dove lo aspetta la sua famiglia che a causa del virus, per parte sua, “resta a casa”. Cerchi, dunque, di temporeggiare e rassicurarla. Possibilmente, imbastisca un dialogo e rappresenti le sue sacrosante ragioni. C’è una gatta che lo aspetta e lui deve andare a cercarla.
Ecco cos’è la civiltà, in un tomo, detto anche a quei pochissimi che potrebbero considerare uno spreco tutta questa operazione, fatta di pompieri e articoli di giornale. Invece, si tratta di una notizia strabiliante, anche grandiosa, che ci infonde forza e fiducia. E, se non fosse retorico, come ormai ogni volta rischiamo, tutto ciò succede proprio in questo periodo di preoccupazione e malumore. La stessa civiltà che ci fa avere rispetto per altre specie animali, a cominciare dai cosiddetti animali domestici verso i quali comunque nutriamo affetto e in non pochi casi autentica venerazione: “Il tempo speso con i gatti non è mai sprecato” (Sigmund Freud).
Ecco perché – notate – di fronte a un cane maltrattato, un gatto o un cavallo feriti, ma anche un passero o un falchetto con l’ala spezzata, in noi tutti scatta un meccanismo (ancestrale?) che ci porta a intervenire, a prestare aiuto, a chiamare il numero giusto affinchè questi animali possano avere le cure necessarie. Ma stavolta il protagonista assoluto è, per l’appunto, proprio Ronaldo che per un istante ha pensato che vogliamo liquidare la questione e non dare risalto alla sua impresa. Perché – diciamolo chiaramente e Ronaldo ne sa più di noi – lui ha tante altre qualità, oltre a quelle del focoso innamorato. Intende rammentarci anche qualche motto della sua enorme letteratura che lo riguarda: “Ci sono due possibilità di rifugio dalle miserie della vita: la musica e i gatti” (Albert Schweitzer). Ancora: “ Ho visto guarire più persone grazie alla compagnia di un gatto di quanto non abbiano fatto tonnellate di medicine” (Enzo Jannacci).
Vorrebbe, poi, Ronaldo ricordarci il bruttissimo episodio di qualche anno fa, avvenuto a Santa Caterina di Nardò, quando cinque suoi piccoli fratellini appena nati furono abbandonati, chiusi in un sacchetto di plastica. Per caso, poi, nei minuti successivi trovati da un addetto in servizio ai rifiuti urbani e messi in salvo. Ci siamo interessati di questo episodio di aberrazione umana. A suo tempo auspicammo una qualche conseguenza per quel gesto assassino. Cioè, poter individuare il responsabile. Con una semplice indagine (prevista dal Codice per il reato commesso) che non c’è stata.
Il ritrovamento avvenne agli inizi di marzo nei pressi di una villetta di un centro residenziale, abitato se non da qualche famiglia che aveva deciso di viverci tutto l’anno. Non era certo un periodo di vacanza. Lì, presumibilmente poteva aver agito il bruto. Meno probabile che fosse venuto da lontano. Si poteva fare una ricerca, con un percorso a ritroso per ricostruire l’episodio. E, con un po’ di fortuna, risalire al responsabile del gesto. Niente da fare. Quella volta, consegnati all’abisso e all’inciviltà.
P.S. Addio al grande scrittore cileno LUIS SEPULVEDA, dal 29 febbraio ricoverato e morto di coronavirus. Grande combattente della libertà. Strenuo oppositore della dittatura di Augusto Pinochet che lo imprigionò, sottoponendolo a tortura. Autore di importanti opere. Per stare in argomento, qui si propone una sua struggente lettera che riguarda ZORBA, il suo amato gatto: “Questa mattina il postino mi ha consegnato un pacchetto. L’ho aperto. Era la prima copia di un romanzo che ho scritto pensando ai miei figli più piccoli, Sebastian che ha undici anni, e i gemelli Max e Leòn che ne hanno otto. Scriverlo è stato un gesto d’amore verso di loro, verso una città, Amburgo, in cui siamo stati intensamente felici, e verso il personaggio principale, ZORBA, un gatto nero grande e grosso che è stato per molti anni il nostro compagno di sogni, racconti e avventure. Ma proprio mentre il postino mi consegnava la prima copia del romanzo e io avevo la gioia di vedere le mie parole allineate nell’ordine meticoloso delle pagine, ZORBA veniva visitato da un veterinario perché afflitto da una malattia che prima lo aveva reso inappetente, triste, malinconico e poi gli aveva complicato drammaticamente la respirazione. Nel pomeriggio sono andato a prenderlo e ho saputo il terribile verdetto: “mi dispiace. Il gatto ha un cancro polmonare a uno stadio molto avanzato…”
LUIGI NANNI