Non siamo nella Repubblica Popolare Cinese, ma soltanto a mezz’ora d’auto da Nardò. Parcheggi tutti a pagamento, multe a raffica e un’amministrazione paralizzata. Ma, su tutto, spicca Il rapporto malato istituzione-cittadini. Nardò prenda nota se un giorno si parlerà di piano-traffico.
Per darvi un’idea del rapporto malato (aggettivo scelto tra i tanti possibili) tra amministrazione pubblica e cittadini, crediamo non abbia eguale il caso-limite della città di Lecce, specificamente parlando di traffico e misure inerenti (vedi soprattutto multe). Ma la cosa che più sconcerta è il fatto che tante cose già si sanno, altrettante sono state appurate e nonostante questo si agisce come se nulla nel frattempo fosse successo.
Si viene così a sapere che in questi giorni a Lecce sono state elevate migliaia di multe (qualcosa come 400 al giorno!) per l’infrazione (più in là spiegheremo meglio di cosa si tratta) dell’automobilista che provenendo da Viale dell’Università s’immette su viale Gallipoli, all’altezza del Bar Rosso e Nero. Forse non tutti conoscono queste coordinate; v’informo comunque di questo divieto di svolta, non lontano da Porta Rudiae, anzi di fronte all’ex carcere Bobò (così va un po’ meglio) e messo in quel punto e solo di recente, quando è dimostrato che proprio quella svolta che s’è effettuata per decenni, agevola il traffico in quel punto, anziché congestionarlo. Non si capisce pertanto a chi è venuto in mente di piazzare lì quel divieto. E successo così che tanti automobilisti, all’altezza dell’ex carcere, invece di proseguire diritto per poi girare da via Diaz, intasandola, e poi prendere viale Gallipoli, s’immettano direttamente su Viale Gallipoli operando la svolta di cui s’è detto. Insomma, si tratta di una scorciatoia di poche centinaia di metri. Ma la tagliola è scattata per tanti, con telecamere ben piazzate (cioè, che si fa anche fatica a scorgere) e che hanno fatto fioccare migliaia di contravvenzioni.
L’amministrazione Salvemini doveva aver previsto un qualche intervento sull’area, se si viene anche a sapere che nell’approvare il bilancio di previsione 2018-2020 e il piano triennale delle opere pubbliche, prevedeva specificamente 450mila euro per realizzare la rotatoria proprio in quel punto, all’incrocio del Bar Rosso e Nero. E’ evidente che ne ravvisava l’utilità, cosa che si potrebbe anche non negare. Lavori che però non sono mai stati fatti, realizzando presso quell’incrocio un “esperimento” che col tempo è diventato permanente e costituisce di fatto una delle maggiori entrate del bilancio comunale. Le contravvenzioni, per l’appunto. Intanto dei 450mila euro non c’è più traccia, eppure erano stati inseriti in un bilancio di previsione e in un allegato piano delle opere pubbliche. Insomma, somme messe in bilancio che poi d’incanto “spariscono” La cosa può ricordare tutte quelle tasse di scopo (l’esempio che portiamo è quello che riguarda la tassa di soggiorno, ben quattro milioni per Lecce, un paio di anni fa) che, come da capitolato, invece di essere reimpiegati per ammodernare e creare servizi per il turismo, probabilmente quella volta servirono a ripianare qualche buco di bilancio. Contestualmente, la stessa amministrazione comunale, si mostrava timorosa e anche debole con la Curia Vescovile, quando quest’ultima decise di mettere a pagamento la visita delle sue quattro chiese. Un vero colpo di mano. Un’iniziativa in solitaria, senza sentire ragioni e alcun coinvolgimento degli attori della filiera turistica pugliese.
Tornando all’argomento iniziale, un vero must, risulta a verità che alcune amministrazioni agiscano senza tanti scrupoli e vogliano fare anche cassa con le multe. Non è un modo di dire, nessuno ovviamente confermerebbe la cosa. Ma è dimostrato per quanto riguarda la vicenda di Lecce da questo semplice particolare: l’aver reso pubblico il dato di Lecce, con diverse migliaia di multe, a distanza di diverse settimane dall’inizio della mattanza. E’ lecito pensare che data l’enormità dei numeri, cioè delle multe, il Sindaco, l’assessore di riferimento, semmai informati dal Comandante della Polizia Municipale, non potessero correggere, monitorare il luogo anche con la presenza fisica di qualche vigile? O utilizzare un qualsiasi mezzo di comunicazione per informare i “loro” cittadini? No, non è successo e questo è uno dei classici casi in cui non vuole sanare una situazione e preferisce incassare il malloppo. Opinione non certo personale, se anche associazioni dei consumatori sono intervenuti con veemenza sulla questione.
Qualcuno potrebbe osservare che in tutto questo non si vede lo scandalo che si cerca di rappresentare. Dicendo: lì c’era il divieto e il divieto non è stato rispettato! Amen. No, non è così! E bastano questi due dati: secondo Sole 24 Ore Lecce è la terza città in Italia ad aver concesso alla concessionaria Sgm un numero spropositato di stalli (al momento, oltre 7mila!), che cominciano dalla porta di casa e t’inseguono sino all’estrema periferia della città e sulla strada che conduce alle marine! Una “svendita” della città. Sempre terza per numero di infrazioni al Codice della Strada. Com’è possibile? La “medaglia di bronzo” la ottiene anche per rumorosità del suo traffico (rilevazione ufficiale). E’ evidente che ci sono cose che non vanno. Ad esempio, tante contravvenzioni sono il frutto della mancanza assoluta di parcheggi per lavori che si sono prolungati oltre il lecito con la conseguente sottrazione di spazi per la sosta. Nessuno è però intervenuto a sanare la grave difficoltà. E succede ogni giorno che trovare un parcheggio a Lecce risulti difficile, se poi lo si volesse trovare anche libero, gratuito, si sappia che è pressoché impossibile. A questa situazione così complicata, si abbina poi una segnaletica orizzontale e verticale invasiva e dichiaratamente confusa con un tourbillon di modifiche che in tanti casi non hanno avuto ragione di esistere.
Questa stessa notizia è poi condita con un particolare clamoroso (intesa Amministrazione-Sgm): quello di voler adeguare, cioè aumentare il costo della tariffa oraria. Si può ben parlare di provocazione. Tale da far richiamare del passato una pratica poco trasparente. Certo – si dirà - la pecora nera può albergare in una qualsiasi amministrazione o azienda e – si aggiunge– risponde a titolo personale. Ma che pensare dell’intercettazione – verissima, di anni fa – tra un alto livello della Sgm e un ufficiale della Polizia Municipale di Lecce – nella quale si diceva sostanzialmente di “darsi da fare” sul servizio della rimozione coatta, in quanto “si stava guadagnando poco”? Questo il senso delle parole. Un’intercettazione che poteva far chiudere lì il discorso (nel senso di stracciare il rapporto, salvo il prosieguo dell’azione penale). Ma non deve esser successo niente dal momento che tutto è rimasto immutato.
A dire il vero, Lecce è stata sempre “sfortunata” in tema di traffico (caotico), misure per contenerlo (assenti), progetti di efficientamento del trasporto pubblico (fallimento), come accadde per il programma di alcuni anni fa che aveva previsto una sorta di metropolitana di superficie (in realtà una rete di bus elettrici su corsie dedicate). In ballo oltre 25 milioni di euro, frutto di finanziamento; altri spesi per inutili e mastodontici bus che nessuno prendeva. Sbagliati i servizi e intasata la stessa città. Nessuno aveva capito che non servivano a niente. Lecce subì la ferita di centinaia di pali piazzati ogni dove per assicurare l’avvìo del servizio. Ricordo che un paio di candidati-sindaco in una delle tornate elettorali che seguirono, inserirono nel “loro” programma la promessa che li in caso di elezione li avrebbero smantellati. Avrebbero senz’altro meritato il voto per la loro avvedutezza, ma non hanno potuto mantenere la promessa in quanto non eletti. E i pali stanno ancora lì, in brutta vista, a certificare il fallimento e il dolo di un’azione amministrativa.
LUIGI NANNI