NARDO' - Pubblichiamo "Poste ter", la terza puntata sulle disavventure dei cittadini che si recano all'ufficio di via Celso. Sul problema, che riguarda cittadini di Nardò, l'Amministrazione comunale appare totalmente assente. Ma non va bene così: se c'è un problema la giunta si deve mettere in contatto con la direzione provinciale o regionale delle Poste per trovare una soluzione. Una nota a margine dell'esaustivo articolo del sempre vigile Luigi Nanni. Gli impiegati dell'ufficio, ovviamente incolpevoli e non responsabili delle istruzioni operative impartite dall'alto, si distinguono sempre per professionalità, disponibilità e cortesia. Anche questo andava detto.
Persistono gravi disagi. Utenza quadruplicata e servizi ridotti all’osso. Si richiede l’urgente intervento dell’Amministrazione Comunale per sanare un reale disservizio. Da segnalare la collaborazione tra le Forze dell’Ordine (intervenuta una pattuglia dei Carabinieri su richiesta della Polizia di Stato, inizialmente chiamata e impegnata altrove).
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E sono tre! (con 10mila lettori nei due precedenti articoli su Portadimare). Tante le volte che ci interessiamo della Posta di Via Celso; la “piccola” per intenderci, e per distinguerla da quella “grande” di Corso Garibaldi dove sono segnalati analoghi disagi. E con un invito pressante al sindaco di Nardò Pippi Mellone: che si adoperi (al pari di altri suoi colleghi della provincia di Lecce che l’hanno già fatto), presso la Direzione Provinciale Poste (o regionale che sia), affinchè allevi i disagi dei suoi concittadini. Trovi il tempo (tra amministrazione comunale e presumibile coinvolgimento personale in vista delle elezioni del 25 settembre) per una telefonata, una missiva, un incontro e gli faccia capire (alle Poste) che i suoi cittadini, per tre quarti suoi elettori, soffrono maledettamente a causa di un conclamato disservizio. In piena estate, quando la popolazione neritina quantomeno si quadruplica, interessata com’è dal buon movimento turistico.
E dunque, possono bastare gli stessi servizi di dicembre o febbraio? Intendendo forze umane e materiali. Confermando, come abbiamo già fatto, che il personale è impegnato al meglio delle sue possibilità. Ma non si può perdere una, due giornate per ritirare una raccomandata o spedire un pacco, oppure assistere a un bancomat sistematicamente a corto di contante. Per non dire dei giorni di ritiro delle pensioni. Meglio non essere presenti. E poi assistere ogni giorno a decine di persone, sempre tante donne anziane, sotto il sole cocente di questi giorni, per strada, tra le auto, senza una panchina, senza una tenda che le ripari. Non c’è persona che a Nardò non sappia di queste cose. Peraltro, basta stare in fila sia pure per pochi minuti per ascoltare e toccare con mano un disagio intollerabile. Ed è stata l’esasperazione, se oggi, martedì 2 agosto (per chi legge), con una vera folla che si assiepava alla porta ( e altrettante persone vi erano all’interno in attesa del loro turno), e con nervosismo palpabile, si è anche pensato di chiamare le Forze dell’Ordine a intervenire, a prendere atto delle condizioni in cui versano tanti cittadini.
Che non sanno a che santo votarsi, a far valere i propri diritti. Una chiamata che ha avuto il senso della richiesta d’aiuto, a voler rappresentare una situazione al limite (della legalità). Se vogliamo, un’azione quasi disperata, coinvolgendo le Forze dell’Ordine, certo chiamate a compiti diversi e impegnativi. E, comunque, hanno ascoltato i cittadini, soprattutto le loro lamentele, hanno dato qualche consiglio, per poi interloquire con lo stesso direttore della filiale che, ci auguriamo, voglia fare la sua parte.
Anche in questo caso, è parso di capire, non dipende da “quel” direttore, uomo o donna che sia, ma che bisogna andare più in alto, sempre più in alto. Per ottenere cosa? Un servizio decente! E’ quello che si chiede, capendo anche che il personale fa il suo dovere e certamente subisce lo stesso disagio della cittadinanza.
Insomma, non si può arrivare sino a tanto per risolvere problemi che non paiono insormontabili. Basta prestare la giusta attenzione. Perché, poi, associare ogni volta la Posta a luogo da scansare non è una bella cosa, avendo anche bisogno di essa, se si tratta di spedire un bollettino, ritirare un pacco o qualcos’altro ancora. E semmai riuscirvi al secondo, terzo tentativo. Nel senso che le estenuanti file non ti consentono poi di fare altro. “Una giornata alla posta!” verrebbe di chiamarla. E senza pensare ad altro! E la spesa? La passeggiata al cane, scovare un calzolaio. Organizzatevi. Fategliela fare alla moglie (o marito; dipende da chi si è …sacrificato) o a un parente stretto e fidato.
E dunque, con questo speriamo di non dovercene più interessare. Anzi no, e lo faremo volentieri quando vedremo che le cose cominciano a migliorare. Tifiamo soltanto affinchè le cose vadano nel migliore dei modi. Per tutti. Un concetto espresso anche da un distinto signore che silenziosamente (da quante ore?) era in attesa del suo turno. Approssimatosi alla porta e in attesa di essere chiamato, s’è trovato il tempo per sapere qualcosa di lui: originario di Nardò ma viveva altrove. D’estate, villeggiava a Sant’Isidoro. Altro che Poste!- ha subito detto. Lì (intendendo il luogo) era un disastro, e ogni anno andava sempre peggio.
Nessuno che si interessasse alle strade, al decoro di quella marina, sempre bella e sfortunata. Fatta un’occasionale amicizia, e per dirgli qualcosa che in qualche modo vi fosse collegato, gli ho ricordato un incontro organizzato proprio a Sant’Isidoro tra l’amministrazione di Nardò e un comitato di residenti e villeggianti. Fatto di una trentina d’anni fa. Non c’è bisogno che vi dica dell’ordine del giorno, tanto lo immaginate. Non erano nemmeno iniziati i “lavori” che alcuni residenti cominciarono a inveire (ma si trattò di qualcosa di più) contro la malcapitata delegazione comunale di Nardò che fu colta di sorpresa e non sapeva come ammansirli. Nemmeno con altre promesse. Lamentavano il fatto che per vent’anni non si fosse fatto vivo nessuno. Il tempo di una generazione! “Ma è la stessa cosa, oggi, signore!” – ha commentato l’uomo della fila. Per poi farsa ala al passaggio e sgaiattolare all’interno. Era uscito il suo numero. Finalmente toccava a lui.
P.S. Nel momento in cui scrivo, ricevo una segnalazione sull’Ufficio postale di Santa Maria al Bagno. Disagi inimmaginabili. E’ la stessa storia. D’estate i servizi vanno potenziati.
Luigi Nanni