DENTIFRICIO, SAPONE e BRACIERE, LA NUOVA RELIGIONE LAICA
Un’improvvisa sterzata del “discorso pubblico”. Discesi a livelli “elementari” In attesa delle elezioni e con qualcuno che si prende troppo sul serio.
Che vita è questa? Ovvero, è una “nuova” vita e si tratta di prenderne atto? E, allora, finiamola di lamentarci e affezionarci a discorsi che cominciano con “pazzesco”, “incredibile”, “fuori dal mondo”! Ripuliamo il nostro linguaggio, visto che ogni giorno è deprivato di senso e bellezza. Peraltro, per quanto riguarda quest’ultima collocazione ( cioè, nel mondo), è probabile che sia vero e che ormai dobbiamo affrontarne un altro, nuovo che, ovviamente, sinora ci è sconosciuto. Insomma, l’importante è tenere i piedi fermi per terra, non dare di testa, e convincersi che non siamo l’ombelico del mondo. Con la seguente raccomandazione: quando prendiamo la parola ci deve passare per la mente, sia pure per un solo istante, che c’è qualcun altro che ronza intorno a noi.
Se vogliamo, riflessione di fine estate, di amori che si consumano, di altri che si accendono. Ma sempre, di una nuova tappa si tratta. Il fatto è che, banalmente (ci accorgiamo) che non è più come un tempo, quando pure con scarse risorse riuscivamo a intravedere il nostro destino. Che ora pare dipendere solo da altri, vicini o lontani che siano. Avanti con gli esempi. Alzi la mano chi riesce a dare gli ultimi aggiornamenti sulla guerra all’Ucraina! Non ci pensiamo più. Alzi l’altra mano chi riesce a spiegare il prezzo del gas decuplicato! E tutte e due (in segno di resa), con lo sguardo rivolto alle prossime elezioni politiche, per capire cosa produrranno. Non si scopre molto di nuovo; è visibile tanta disaffezione quanto scetticismo. Però, in abbondanza, imperituri, i professionisti della politica che ammanniscono certezze e rivendicano cadreghe. Guardandosi per bene allo specchio, qualcuno potrebbe persino arrossire. La politica, alla fine, è una cosa semplice.
Ma fermiamoci all’energia. Argomento che ormai prende la nostra vita e ci detta la “regola”, tipo quella di San Benedetto. Chi l’osserverà guadagnerà il Paradiso (in senso figurato), chi mancherà di farlo farà visita all’Inferno. Ora, tutta l’attenzione è rivolta alle azioni elementari della vita: mangiare, bere, lavarsi e altre cose che ben sapete. I tempi sono inesorabilmente cambiati. Da oggi in poi – ci dicono – bisogna saper lavarsi i denti. Per non sprecare acqua, considerato quanta ne buttiamo. Ma- riflettendo - non si scopre niente di nuovo. Un mio collega (parlo di fatti di trent’anni fa), quando il figlio entrava in bagno a lavarsi i denti, lui stava alle calcagna. Per quale motivo? Per controllare che tanta acqua non andasse sprecata. Ecco lo schema della coppia: per cominciare l’operazione gli occhi del ragazzo andavano subito al dentifricio e allo spazzolino. E il padre, alle spalle. Capite che, se non stavano al loro posto, un po’ di tempo occorreva per poi metterli in azione? Ebbene, lo spazzolino finalmente in bocca con una punta di dentifricio a strofinare e l’acqua che dal rubinetto scorreva copiosamente.
Ed era a quel punto che il collega interveniva chiudendo il rubinetto che al figlio invece manteneva aperto per l’operazione di dover continuamente bagnare lo spazzolino, una due tre, volte e tutte le volte che riteneva necessario. Insomma dagli e dagli, apri e chiudi, il pargolo lavava i suoi denti con un consumo medio di una decina di litri d’acqua. Stima prudente e litigio tra padre e figlio. Che – abbiamo appreso – arrivavano tardi al lavoro. Non so se quel padre facesse la stessa cosa con la doccia (un’”invenzione” degli ultimi quarant’anni). Qui non basta che intervenga Draghi o il Papa. Ci vuole qualcuno che davvero spieghi per bene e venga ascoltato. Oppure, che a canali Tv unificati e con unico “oggetto” sui social, venga trasmessa il messaggio per almeno una settimana di fila, con acqua severamente razionata. Cosa fare e cosa non fare.
Per essere meglio informato, mi sono fatto raccontare il “lavaggio medio” di ragazzo/a, uomo/donna, millenials e altre età: apertura del rubinetto alla ricerca del giusto dosaggio tra acqua calda e fredda (non tutti lo sanno fare). A questo punto ci si accorge che nella doccia manca qualcosa: l’asciugamano o il sapone bio, o lo shampoo, o tutti e due, finanche le ciabatte dove mettere i piedi dopo la doccia. E l’acqua va. L’operazione di insaponamento è laboriosa, tutte le parti del corpo. Sopra e sotto, dentro e fuori. Non si sa mai se bisogna lavare prima i capelli e poi il corpo o viceversa. Sta di fatto che di sapone se n’è usato tanto (che senso ha se ti sei fatto la doccia per cinque di giorni di fila? Attenti al derma della pelle!). Per toglierlo è necessaria una cascata d’acqua e nemmeno basta. Alla fine, sarebbe utile sapere quanti litri o decalitri (ripasso delle misure di quantità), si siano sprecati. Insomma, abbiamo intrapreso la via autarchica rivolta al risparmio.
Ma non è detto che venga capita. Parliamo di cibo e prendiamo il pane. A casa mia se lo aspettano morbido e fumante. Ogni giorno. Ed io a perdere tempo e cercare di spiegare che semmai quello non è nemmeno buono da mangiare, troppa mollica che va nello stomaco eppoi costa anche troppo. E che se è un po’ duro dopo un giorno o due non è detto (anzi, peccato grave!) che bisogna buttarlo. E con queste considerazioni ci avviciniamo …all’autunno anticipato, col calo delle temperature e la necessità di scaldarsi. E poi a dire che l’estate è sempre meglio, che il caldo è sopportabile, mentre il freddo porta malanni. Altra storia. Ho rarefatto le visite a un mio amico (vive in famiglia) che d’inverno tiene accesi i termosifoni a 22-23 gradi! Per me una temperatura insopportabile. Sudavo e mi toglievo sempre qualcosa di dosso. In amicizia gli dicevo di abbassare i gradi. Mi rispondeva che non era possibile. Il condominio, sedici appartamenti, il riscaldamento programmato. Chi aveva deciso quella temperatura? Se dovevo incontrarlo, gli davo appuntamento di giorno. Per strada.
Ora, “olenucundigiustanulosse” (*). Meno gradi e presto a nanna. Non ci sarà bisogno di accendere i termosifoni di pomeriggio e potrebbe accadere di poterlo fare solo per i fine settimana, quando si invita qualche amico o riservare l’accensione solo per le feste solenni. Gli ospiti capiranno. Poi, attenzione al rientro a casa, hanno spento i lampioni che ti aiutavano a imbroccare la strada.
Poco manca che il governo possa nominare alcune migliaia di ispettori/controllori o recuperare i “navigatori” del reddito di cittadinanza. Quantomeno, si darà un po’ di lavoro.
Come si vede, ci sono cose che ci fanno capire che dobbiamo interessarci di loro e di guardare con sospetto alle chiacchiere della politica. Che dovrà poi agire. Comunque, non affanniamoci, poiché c’è ancora tempo, e vita! Ci aspettano ancora una decina di giorni di sole.
- Per quei lettori di Portadimare (ovvio, forestieri), che poco conoscono il nostro dialetto l’espressione (traduzione letterale),”vogliono aggiustarci le ossa” ha l’evidente significato di “ volerci conciare per le feste”, oppure, “darci una bella lezione”. insomma per noi tempi duri.
LUIGI NANNI