CHE ERRORE PIPPI! VAI NELLE BRACCIA DI SALVINI, UNA TIGRE DI CARTA
Sorprendente dichiarazione di appartenenza di uno che prima ancora di diventare sindaco ha promesso di “fare la rivoluzione”.
Ma l’abbraccio con Salvini lo depotenzia e lo “snatura”. Dopo Emiliano, Salvini; troppi i “padri putativi”.
Questa volta gli tocca di distribuire la sua cospicua dote di voti ai sodali. Quegli stessi voti però datigli “per governare Nardò”.
Un modo per verificare e/o confermare la sua forza. Quale sarà la risposta delle urne?
Ha destato sorpresa (non per tutti) questa virata del sindaco Pippi Mellone, oggi nelle braccia di Salvini. Non proprio (Salvini) un gran personaggio da invitare a tavola. Sarebbe anche una delusione non sapendo cosa dirsi, oltre quelle quattro parole che di continuo sciorina. E prima che me ne scordi, voglio raccontarvi un episodio a mio parere simbolico. Ero a Ostuni, in piazza XX settembre, nel periodo delle ultime elezioni amministrative. Era stato allestito un palco. Qualcuno avrebbe parlato. Da un manifesto ho poi capito che sarebbe intervenuto Salvini a sostegno del candidato locale a sindaco. Curioso anche il fatto che il comizio fosse stato organizzato alle, due e mezzo. Ovvio, di pomeriggio. E’ meglio precisare, ma in questi casi non si sa mai. L’occasione era ghiotta per ascoltarlo di persona. Cosa che ho fatto e poiché nessuno a Ostuni mi conosce stavo quasi sotto il palco. Sembravo un supporter.
Ma che delusione! Un comizio così sgangherato non l’ho mai sentito in vita mia. Bolso e sudato, forse stanco, Salvini ha parlato per una manciata di minuti, senza capo né coda. Con la fissazione dei migranti e le tasse che vuole togliere dalla circolazione. Una pacchia. Credo che analogo comizio abbia fatto anche a Cefalù e Abbiategrasso. Altro non ha detto, anzi subito dopo un po’ di selfie, poiché per farsi capire ripetè tre quattro volte lo stesso …concetto.
Insomma, la sorpresa resta dopo la scelta di campo di Mellone per una forza politica, la Lega, che ripetutamente ha dichiarato che mezza Italia è di troppo, quella da Roma e forse da Napoli in giù, che ha predicato il disprezzo delle popolazioni meridionali, quella stessa che vuole agganciare il treno del nord e fare una “macroregione” con Svizzera, Germania e qualcos’altro. Quella, infine, che ha saputo foraggiare le aziende del nord, lasciando un meridione d’Italia, anche stando al governo, con gli stessi problemi di sempre. Quella stessa che vorrà sistemare “per le feste” (è nel suo programma) i migranti che oseranno salire su navi e imbarcazioni varie. E le passate vicende (vedi caso nave “Diciotti) fa capire che non scherza. Sempre brutale, però un “tantino meno” della pasionaria Meloni (inquietante il suo comizio in Spagna a sostegno della forza ultradestra VOX; andatelo a cercare) che trasuda disprezzo quando affronta l’argomento e parla sempre di “blocco navale”. Altra idea malsana, anacronistica, respinta da tutta quella Europa (eccetto l’ungherese Orban) che non si accorda col suo linguaggio.
Torniamo, però alla Nardò chiamata alle urne. Con un sindaco che nelle ultime elezioni amministrative ha preso il 74% dei voti. Si presume, per governare Nardò, non certo per riversare quei voti nel carniere di personaggi politici leghisti che a Nardò non hanno nemmeno mai preso un caffè. E che utilizzeranno per la solita politica antimeridionalistica, battendo il ferro caldo del qualunquismo e disinteressandosene di ogni problema sin qui mai affrontato.
E’ questo un passaggio decisivo per capire lo “stato dell’arte” o di salute della città. Le elezioni amministrative sono ancora “calde” per presumere che Mellone abbia ancora quei voti in pugno. Fornitigli dai suoi assessori (e anche semplici consiglieri), tutti con diverse centinaia di voti nel carniere. Cosa che – nella vulgata – ove si fosse presentato , l’avrebbero condotto dritto in Parlamento. Ma, sempre cosa che non è avvenuta, dal momento che Pippi ha dichiarato il suo amore per Nardò, tanto da portarlo – sue parole – a rinunciare a un seggio sicuro. Anche queste, sue parole. Aggiungendo anche che è stato lungamente combattuto – sempre sue parole – se accettare o meno. Non possiamo non credergli. Alla fine sappiamo com’è andata. Pippi resta a Nardò ed eviterà i faticosi viaggi a Roma.
Resta comunque sorprendente questo riconoscersi in Salvini e in una Lega che è chiaramente corpo estraneo in tante parti del Meridione d’Italia. Sembra una scelta, definiamola, “di ripiego”. Nonostante i potentati politici, che però sono l’eccezione e non la regola. Tra l’altro la Lega (…ripulitasi, dopo aver tolto la parola Nord) è data in ribasso e forse queste elezioni ne confermeranno la tendenza. In ribasso anche per la scarsa caratura di Salvini, messo in discussione dal suo stesso entourage per il progressivo calo di consensi. Quell’entourage che guarderà attentamente il risultato del voto del 25 settembre per sapere bene cosa poi dovrà fare.
Luigi Nanni