NEMMENO LA FATICA DI RIEMPIRE LE PLANCE!
A Nardò meno manifesti e meno sorrisi. Tra tanta indifferenza per le sorti del voto
Ma la spiegazione c’è: come dicono i francesi, LE JEUX SONT FAIT, RIEN NE VA PLUS! E i tanti voti a disposizione (di Mellone) a qualcuno certo andranno. C’è da chiedersi: i neritini voteranno Lega perché questa piace o perché obbediscono a Mellone?
…C’era una volta la battaglia dei manifesti politici. C’era chi ne metteva in sovrannumero, chi barava, chi li attaccava di giorno e chi di notte, chi non faceva differenza ed era sempre disponibile (per il Partito!), chi li metteva fuori degli spazi, chi copriva quelli degli avversari, chi (quelli del Comune) che li staccavano e quelli che tornavano a riattaccarli, chi denunciava e perdeva tempo a farlo, chi addobbava il suo negozio o la stessa casa col faccione del candidato di suo gradimento, chi veniva a cazzotti col rivale di altro schieramento, chi si raccomandava con l’attacchino per un’affissione rapida e diffusa, pagando un sovrapprezzo; chi, infine, faceva tutte queste cose messe insieme. Oggi, tutto e tutti …a riposo, evidentemente avendo trovato diverse modalità per persuadere. Eppure, dalle elezioni amministrative non è trascorso tanto tempo, quando tutta Nardò fu coperta da manifesti maxi. Oggi, per quei pochi affissi, si è guardato al pudore. Manifesti contati, misure contenute, meno spreco. Si converrà con la considerazione che non è per il solo fatto che alle amministrative i candidati erano tutti locali mente oggi si vota per il governo nazionale. E dunque – vorrebbe dire – i manifesti servono a molto meno. Disinnamoramento? Vedrete che non è proprio così!
Siamo andati in giro per capirne di più. Le risposte che abbiamo ricevuto parlano di giochi fatti, di incontri alla luce del giorno per certificare quanto la stessa legge elettorale invoglia a fare. Ma l’esiguo numero di manifesti, lo zero di comizi parlano chiaro. E allora svolgiamo il compito per quei pochi manifesti affissi. Deve essersi trattato di tanta fatica quanta svogliatezza. La prossima volta potrebbe andare meglio ed è importante trovarsi pronti e preparati. Divaghiamo: l’affissione di una volta.
Le peggiori condizioni erano con pioggia anche leggera e vento. Bisognava sapere come rimediare. Eppoi la colla e relativa disputa. La colla! Un trattato su quale fosse la migliore (ciascuno riportava una sua qualche esperienza), senza sapere che la più efficace è quella fatta con acqua e farina.
Tempi passati (ma nemmeno si può dire “per fortuna”), in quanto si assiste a vero crollo di popolarità per questo mezzo di persuasione. Vale a dire, che il manifesto avrebbe fatto il suo tempo e che non è certo con i manifesti che si prendono i voti. In un recente scandalo nel Salento, con “l’operazione Artù, semplicemente i voti venivano comprati con un tariffario che spaziava dai cinquanta ai cento e anche centocinquanta euro l’uno! Tutto scoperto a seguito di intercettazioni telefoniche.
E’ questo certamente è un segno dell’indifferenza che circola in larghi strati della popolazione. Che rimanda all’astensionismo e, detto più chiaramente, a distacco e disinteresse per quanto avviene nei dintorni della politica. Anche la Tv batte il passo e certifica l’assenza di “libido” elettorale, se in un giorno qualsiasi una trasmissione di Amadeus prende il 20,48 di share e un’altra (Rai Parlamento, conferenze stampa) registrano il risibile 1,17%! Ancora: due su tre non sanno chi sia il candidato nel loro collegio all’uninominale! Ci sono cose che ormai non interessano nessuno.
Insomma, più di uno si disinteressa e vira su altri meccanismi, visto che questo dei manifesti è logoro, inceppato. Ma restiamo ai manifesti.
Pensate, chi scrive (metà anni ’70), si prese una denuncia per “affissione abusiva” da parte di una pattuglia di carabinieri che ci scoprirono ad attaccarli sui muri. Con tutto quello che succede ai nostri giorni, non più di una marachella. Anche considerando il contenuto di quegli stessi manifesti che chiedevano all’amministrazione inadempiente di realizzare la fogna in un quartiere e non far stare al buio un altro. Tutto qui, non facevamo niente di male noi ragazzi volenterosi, che guardavamo al futuro per quanto sempre nebuloso, ma sempre di futuro si trattava, quando oggi è una parola addirittura denegata se non derisa.
Quella denuncia l’ho sempre avuta sul groppone, anche senza saperlo. Ma non immaginavo nemmeno che fosse una cosa seria. Fu un mio amico che lavorava in tribunale a scoprirlo per caso e mettermi sull’avviso. Una denuncia - disse – che poteva danneggiare la mia carriera lavorativa, ove l’avessero scoperto ed era meglio rimediare. Alla fine, anche una cosa semplice: si riempì un modulo, così mi pare di ricordare, e fatta ammenda non se ne parlò più.
Ed ora dritti al voto. Con una sola importante curiosità: A chi andranno i voti di Mellone, visto che ha scosso l’albero (allerta dei suoi consiglieri)?. Dove è andato a finire il civismo? Logica (?!) vuole che dalle urne escano tanti voti alla Lega (e anche un po’ al Pd con cui Mellone ha flirtato; s’intende, col “Pd di Emiliano”). E sarebbe certo sorprendente scoprire, alla conta dei voti, che la Lega risulti il partito più votato a Nardò. Volendo chiedersi anche questo: se i neritini sono leghisti o lo sono perché obbediscono a Mellone. Un quesito non peregrino.
Un mio amico ha giurato (non giura mai) che cambierà Paese (cioè, andrebbe via da Nardò o dall’Italia; non ha specificato), se il 25 o 26 settembre (a spoglio ultimato), anche a Nardò verrà issata l’effigie di Alberto da Giussano.
Luigi Nanni