PDM - Non c’è bisogno di scomodare il “Rigoletto” di Giuseppe Verdi per dire (al momento) di almeno due ministri del governo Meloni (Piantedosi e Valditara) che hanno lasciato... a bocca aperta. Tanti se non tutti.
Insomma, in questa compagine meloniana si scopre un ministro più bizzarro e stravagante dell’altro. Sembrano essere stati presi dal mazzo, senza tanto criterio e discernimento. Lasciamo stare il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, “quello” del “calcolo residuale”, dei migranti per intenderci che, per una tale sgangherata espressione, avrebbe potuto temere la perdita dello scranno. Poi, è parso visibilmente preoccupato e anche spaventato e si è messo in riga, anzi sull’attenti, dicendo che farà come gli diranno di fare. In Europa. Quella da cui riceviamo soldi e alla quale continuiamo a disobbedire (vedi, tra l’altro, l’annosa questione dei lidi da mettere a gara).
E dunque, tornando a Piantedosi, potrebbe col tempo anche risultare di troppo e non contare quanto ci si sarebbe aspettato.
Ricordiamo en passant, che il ministro Piantedosi è “quello” chiamato a interessarsi dei rave e di reati connessi. Un’altra astruseria che non sta nella mente degli italiani, tanto che anche in questa circostanza s’è capito che c’era qualcosa d’inventato, per darsi un tono, cioè il governo che agisce e va avanti. Ma il ministro ha dovuto precipitosamente fare marcia indietro. “Disponibile” – ha dichiarato - ad aggiustamenti del Decreto in Parlamento. Sino alla cancellazione, aggiungiamo noi poiché, come tutti sanno, ci sono leggi e regolamenti ad abundantiam per regolare la materia. Non c’era alcun bisogno di crearne di nuovi.
Ma in questa gara a chi la spara più grossa, temo che non abbia rivali né oggi, né domani, né dopodomani, il ministro dell’Istruzione (mai che l’Italia ne azzecchi uno decente!) Giuseppe Valditara che, incredibilmente in sue recenti dichiarazioni, si è presentato come un personaggio ottocentesco che guarda alla Scuola come a un luogo dove vale soltanto la punizione dello studente. Insomma, dove sinora sono mancati rigore e disciplina. E, pertanto, ripristinandoli, secondo lui, tutto si sistemerebbe. Con quel’idea malsana di voler stroncare la politicizzazione e il lassismo degli anni Settanta, Ottanta e Novanta e dei decenni a seguire, pur di punire severamente gli studenti “fuori controllo”. Un impianto ideologico che ha fatto rabbrividire direttori didattici, presidi e docenti di ogni ordine e grado, comprese le Scuole pedagogiche fin qui affermatesi sul globo terraqueo.
Un vastissimo programma. In definitiva, un ministro nostalgico di tutto, a cominciare dai vecchi sistemi di correzione.
In definitiva, non un uomo qualunque. L’attuale ministro Giuseppe Valditara è stato senatore per tre legislature consecutive ( dal 2001 al 2013, entrato in Parlamento con Alleanza Nazionale e quindi transumato nella Lega; in più ha calcato da docente le aule universitarie). Non si registrano però particolari inclinazioni rispetto a interventi nel campo dell’istruzione. Ma, se è possibile, la stranezza, la stravaganza di quanto detto gli deriva proprio da come lo ha fatto. Un personaggio venuto da chissà dove, che avrà senz’altro delle qualità ma che, alla prova dei fatti, come si fa a non dirlo: povera scuola in che mani è capitata! Ma, aggiungiamo, non è nemmeno tutta colpa di Valditara, ma di tutto un coacervo di attribuzioni, di aderenze senza verifiche, che sono lontane dal comune sentire. Non senza comunque rilevare che gravi preoccupazioni, finanche torpore, sembrano assalire la Scuola intera.
Infatti, sulle digressioni del ministro, proteste timidissime e rassegnate (quando ci sono state), dibattito ancor meno. Nessuno (o quasi) lo ha chiamato per “rispondere” delle sue azioni. A dire il vero, il ministro deve essersi conto di qualche suo strafalcione, dicendo ( è la prassi), che è stato equivocato. Bene così. Fermo restando che, proprio per quello che ha detto e come lo ha fatto ( o, come si dice che “sta agli atti”), il ministro Valditara, nella migliore delle ipotesi, ha un’idea economicistica della scuola, dalla quale è bene allontanare discoli e indisciplinati dai “meritevoli”. Purtroppo, anche lui scopre la sua solitudine. Sin qui e salvo miracoli dell’ultima ora, non è riuscito a ottenere fondi per il Sistema-Scuola meno finanziato d’Europa!
Pertanto, dichiarazioni così sgangherate da non essere ritenute vere, credendole doppiate o camuffate in qualche sketch per screditare il personaggio. Ora non si tratta di rassicurare i lettori che è stato proprio lui, il ministro Valditara, ad aver detto quelle cose (corbellerie), quanto di dare la notizia dei brividi alla ossa alla stessa Meloni quando le è stato riferito il riassunto di quanto enunciato. Ma il ministro ha voluto dire di più e non fermarsi alla prima fase.
Vuole affidare i “rivoltosi” ( cioè, gli studenti “indisciplinati”) ai servizi sociali, separarli dai “meritevoli” e non contento sospendere eventuali provvidenze ai loro genitori. Sempre Valditara è un fan della disciplina, più bocciature, più punizioni. Un’altra faccia dello screening. Insomma, vicini se non vicinissimi alla gogna quando in passato si metteva un cartello al collo del malcapitato e farlo girare per il paese, per far vedere a tutti che si trattava di ladro o un poco di buono o uno che aveva messo le corna alla moglie.
E non possiamo nemmeno chiudere il pezzo con un po’ di leggerezza (rimandiamo la cosa). Tra “manovra” del Governo di cui nessuno si accorgerà se non per un’inflazione vicina al 13-14% (non è previsto niente per nessuno; solo qualche briciola per chi muore di fame e deve pagare le bollette) e la troppo scoperta “occupazione” della RAI, superando persino il vecchio “panino” (dichiarazione della maggioranza, comunicato dell’opposizione, stroncatura da parte della maggioranza), si aggiunge la nauseante retorica del potere.
Ma il pensiero deve andare doverosamente a Ischia ed esprimere vicinanza alle tante famiglie colpite dalla morte dei loro cari, oltre ad aver subito la perdita della loro casa. Detto ciò, è insopportabile e nauseante il rimpallo di responsabilità tra enti e istituzioni varie. “Tutti”, davvero tutti, da anni sapevano del rischio idrogeologico di Ischia (nel 2019 altra devastazione) ma nel frattempo non s’è fatto nulla. E tutto si risolve tra accuse e difese di parte da affidare a Tv e giornali. Da parte sua, la Procura che apre il solito fascicolo e che non porterà a nulla. Anche perché – si scopre – Ischia ha 60mila (sessantamila!) abitazioni da sanare. E questo bisogna ugualmente dirlo!
LUIGI NANNI