NARDO' - E’ la realtà dei fatti. Aumenta il disagio sociale di tante categorie che non hanno rappresentanza. Eroso il loro potere d’acquisto. Ancor più della diseguaglianza, c’è in ballo la dignità della persona.
Siamo ancora in tempo ad esprimere qualche desiderio per il nuovo anno? Se sì, vorremmo che da tutti noi si allontanasse la retorica del potere, rafforzata dalla demagogia di doverla confermare. Ovviamente è solo un nostro punto di vista, ma dato che ad inizio d’anno si fanno tutti i proponimenti possibili (non fumerò più, sarò più buono, m’iscriverò alla palestra, smetterò di bestemmiare ecc.), ecco che ci viene in mettere in fila alcune situazioni degli ultimi tempi, un po’ alla rinfusa, senza nessuna pretesa di considerarle conchiuse. Poi, ci sono pure scelleratezze e bizzarrie di ogni tipo, a significare che il potere può dare alla testa. Miscelandole, ne esce un pout-pourri niente male, tutto da valutare.
Cominciamo con la cosa più fresca, col discorso di fine anno del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Un ottimo intervento, come sempre (cioè, come l’altro, essendo stato Mattarella riconfermato per sfinimento o “inedia” dal Parlamento, incapace di eleggere il successore), esprimendo concetti sacrosanti ( si può dire?), quali il dover tutti pagare le tasse, plaudendo poi al fatto che per la prima volta l’Italia ha un presidente del Consiglio “donna”. Ebbene, la destra-destra di governo si è complimentata con Mattarella. Sulle tasse- hanno detto – non ce l’aveva certo con loro. Come mai? La manovra finanziaria, in alcune parti, fa un regalo non da poco agli autonomi e pratica sostanzialmente la flat tax per alcune categorie. Con queste misure – è stato osservato - salta l’equità sostanziale che deve esserci verso tutti i contribuenti (la Corte Costituzionale forse avrebbe dovuto dire qualcosa), ai pensionati è toccata meno di una caramella al giorno (sì, il suo ammontare, e nemmeno caramella che possa essere di nota fabbrica di dolciumi). Per quanto riguarda, poi, questa storia stucchevole di mettere la donna come riempitivo di ogni cosa ( la prima donna di qua, la prima donna là, di sotto e di sopra, sottoterra e nello spazio, a capo di questo e a capo di quello), sarebbe ora di finirla e accettare tutto con tranquillità, senza perdere la ragione.
Ma il fatto che il presidente Mattarella, nel suo discorso, abbia poi citato la circostanza (…per la prima volta una donna a capo del governo), apriti cielo! La destra-destra ha esultato, dicendo dell’assist di Mattarella a Meloni e al suo governo, però ha celiato e volutamente messo da parte “l’avviso ai naviganti” ( cioè, al governo): come debbono comportarsi in tema di equità fiscale, se hanno qualche idea di come ridurre le diseguaglianze, infine come pensano di rispettare la Costituzione.
Sempre in tema di governo, ha colpito la bizzarra proposta del presidente del Senato Ignazio La Russa di una naja volontaria di quattro mesi. Ma cosa gli passa per la testa? Purissima nostalgia dell’uomo (ma anche donna?) in armi! Insomma, La Russa che nel suo studio – riferiscono - ha più di un Mussolini statuario (forse, col conforto di un lumino, quando scende la sera), ha ceduto all’irresistibile richiamo e vorrebbe vedere in giro ancora un po’ di divise. A cosa servirebbe, dunque, quella naja di quattro mesi? A nulla, se non infarinarsi di chissà che cosa.
Come vedete, sono partito con personaggi di questo governo. Un altro che sta dando il meglio di sé è certamente il Ministro della Pubblica Istruzione Valditara che ha voluto subito distinguersi dai suoi predecessori. Ma è subito parso un personaggio dell’età vittoriana, un insegnante che possiamo trovare in qualche opera di Dickens, col frustino a portata di mano. Detto in breve, è uno che ce l’ha con gli studenti e con quell’idea vecchia come il cucco di volerli punire quando ci vuole, di metterli in riga, sequestrargli il cellulare durante le lezioni. Il ministro non sa da dove cominciare e s’inventa un non-problema, per vedere l’effetto che fa. Che non esiste in Francia, in Germania, India o … Isole Faroe.
E dunque? Con tanti problemi che la Scuola deve affrontare, il ministro ha esordito con un’indicazione spuria e, detto senza offesa, anche comica. Semplicemente il problema, se di questo si tratta, non esiste, e per quella parte di intervento necessario per limitare ogni uso spropositato o abuso, è meglio incoraggiare la collaborazione tra docenti e studenti, come pure avviene nella maggior parte delle situazioni. Chissà cosa gli hanno raccontato ( a Valditara) prima che diventasse ministro. Sappia il ministro che la questione-telefonino è ben risolta dai tanti bravi insegnanti che con gli studenti imbastiscono un rapporto di fiducia e collaborazione. Poi, se c’è qualcuno che disobbedisce, basta dirglielo una seconda e terza volta e presto lo studente capirà che non deve esagerare e alla fine obbedire. Non capiamo perché un ministro scenda a quel livello e non voli più alto. D’altra parte non sarebbe stato difficile fare un po’ meglio dei suoi predecessori. Chiedete alle migliaia di insegnanti sparsi per lo stivale e per tutte le scuole di ogni ordine e grado, per capire quali siano i problemi urgenti da risolvere. Saprebbero senz’altro come consigliarlo.
E a proposito di consigli, di cattivi consigli, in quest’ultimi è incorso il ministro degli Interni Piantedosi, prima con la questione sbarchi delle ONG e poi col decreto poi convertito in legge sui “rave”. Anche qui, non s’è capito granchè. Anzi no, poiché c’è stata una sostanziale marcia indietro avendo comunque voluto confermare ammende e pene da espiare. Vedrete, fate passare qualche settimana e nessuno si ricorderà più di niente. E’ quello che merita la suscitazione di un problema letteralmente inventato. Come quelli – ricordate? – al tempo dei sassi lanciati dai cavalcavia o dei cani che mordevano o del palazzo ( a Foggia) che era crollato, con morti e feriti.
Allarmi e proponimenti. Nell’ordine, dai rispettivi governi si propose: : una legge per punire i responsabili e telecamere in tutti i cavalcavia d’Italia, isole comprese; una legge per punire i responsabili detentori di cani pericolosi; una legge per mettere a verifica tutti i palazzi d’Italia. Il risultato? Tanto fumo e chiacchiere. Non se ne fece nulla, dopo tutto l’iniziale agitarsi. I buontemponi hanno smesso di lanciare sassi dai cavalcavia, i cani mordono il giusto, quando gli va di farlo, e in quanto ai palazzi d’Italia da verificare (l’unica cosa giusta che avrebbero dovuto fare), nemmeno l’ombra. E così sarà anche per i cosiddetti rave a cui io non ho mai partecipato e nemmeno nessuno della trentina di amici che frequento.
Ma è sul covid, sulla pandemia in generale, che questo governo naviga a vista. Non contenti del fatto che l’Italia ha fatto (bene) la sua parte, forse con qualche errore, ma con successi ampiamente riconosciuti, il governo al momento del suo insediamento ha voluto a tutti i costi dire la sua, e non era necessario. Ha subito fatto un ragionamento contorto parlando di non dover più sottostare alla “dittatura sanitaria” (Meloni). Dichiarazione improvvida, presto però annacquata e anche qui passo indietro, quando s’è visto che il covid gira ancora in Italia e, anzi, bisognerà stare ancora più attenti, visto le notizie che arrivano (ancora!) dalla Cina. A questo punto, Meloni ha riflettuto e detto che bisogna affidarsi ai medici. Meglio così ed è quello che hanno sempre detto le persone di buonsenso. E la cosa è tanto più vera (vale a dire della marcia indietro), se si considera che il governo sta assumendo pari pari le indicazioni del ministro Roberto Speranza, dal 2019 al 2022 ministro della Salute nei governi Conte II e Draghi.
Insomma, ci vorrebbe più cautela anche quando si vogliono difendere a spada tratta le proprie posizioni. Dopodichè, servirebbe ( un tempo di chiamava autocritica) spiegare meglio (un solo esempio) perché questo governo non ha rinnovato il taglio delle accise sui carburanti e per quale motivo le bollette di luce e gas aumenteranno sensibilmente (l’hanno dichiarato!), nonostante si esca da casa … in manica di camicia e si faccia ancora il bagno a Santa Maria al Bagno e Santa Caterina. Cioè, non fa tutto questo freddo che si aspetterebbe dalla stagione e ogni giorno c’è un bel risparmio! Se a questo si aggiunge la brutta notizia (non la sola) del giorno, vale a dire che la BCE vede nero per i prossimi conti dell’Italia, capiamo bene che non tutto ci è stato ben raccontato e non tutto ci è stato detto con chiarezza.
Non voglio però appesantirvi a cominciare dai primi giorni dell’anno, ma avete notato l’aumento indiscriminato di tutti i generi alimentari e non, servizi, prestazioni? Di qui, il nostro detto: sordi a manu e còppula a ‘nterra. Anche il costo dello stuzzicadenti lo fanno dipendere dalla guerra in Ucraina! E’ come se dicessero, pagate e zitti! E se riuscite, non protestate! Però il sottoscritto, per accendere il fuoco, ha comprato la cosiddetta “diavolina”, necessaria per accendere dei grossi tronchi. Ebbene, ha comprato sempre la stessa, per registrare nel giro di poche settimane la seguente spesa: 70 centesimi, poi 85, poi 1,10, poi 150, l’altro giorno l’ho pagata 1,90! Ad Aprile, presumo, non ce ne sarà più bisogno.
(*) detto popolare neritino (con estensione regionale), a significare che per ogni cosa (acquistata) ci vogliono i soldi e tutto è ben fatto quando lo “scambio” si concretizza”, Vale a dire, “soldi in mano e coppola a terra”. Significatamente, vale anche come patto, accordo tra le parti.
LUIGI NANNI