NARDO' - Ne abbiamo sentite tante. Campane, da una parte e dall'altra. Ma noi abbiamo il cronista in prima fila. Che rivela quello che è accaduto veramente.
UN CONCERTO VISSUTO “PERICOLOSAMENTE”. E NELLE PRIME FILE, COMODAMENTE SEDUTI, I “DIGNITARI” DELL’AMMINISTRAZIONE
Sbagliata la sede di Piazza Salandra per una così importante e gremitissima manifestazione. Ma si persiste nell’errore, come per la serata dell’Orchestra OLES, disturbata dal vociare dei clienti di un bar.
La prossima volta (se gliene sarà data occasione), pensino a come meglio organizzare un così importante appuntamento per il quale sarebbero stati spesi decine di migliaia di euro (denaro pubblico) per la serata del cantante Mario Biondi. E sia. Semmai spieghino il meccanismo che sta alla base di una tale scelta, se non ravvisabile in un’idea di gigantismo, di effettuare l’exploit a tutti i costi, di “accreditarsi” presso l’elettorato che deve tenersi sempre “al caldo”. Si potrebbe aggiungere (ma è un’idea personale) che non si tratta di soldi nemmeno spesi bene.
Ma non è di questo che si vuole parlare. Gli organizzatori )ai quali bisogna dare la …piena insufficienza) non si sono resi conto del pericolo corso per una folla strabocchevole che aveva invaso Piazza Salandra in ogni ordine di posti. Quasi tutti in piedi. Sì, poiché c’erano anche un buon numero di file di sedie, ma riservate ai “dignitari” dell’amministrazione: lì erano convenuti amministratori ed ex con le loro famiglie, inviti dispensati con criteri clientelari, nulla era previsto per i portatori di handicap. Chiamiamo questa scelta col loro vero nome: meschina. E sia anche questo.
Ma, si ripete, a vedere la piazza così stipata e una sparuta ambulanza che non sapeva dove mettersi poiché mancava fisicamente lo spazio, e con i bagni di via Rosario perennemente chiusi (senza dare spiegazioni), ha fatto pensare che non ci fossero le condizioni di agibilità che la stessa legge prevede. Chiedendosi Ingenuamente se una tale manifestazione poteva essere organizzata in Piazza
Salandra, non rendendosi conto che in tantissimi sarebbero affluiti anche da altri centri della provincia. Una colpevole leggerezza che non si rappresenta ed evidenzia appieno in fatto di conseguenze, per il solo fatto che (fortunatamente) tutto è andato liscio. S’intende, riferito all’ordine pubblico. E forse non è nemmeno il caso di riferirsi a precedenti e quasi analoghi raduni che hanno fatto correre più di un brivido nella schiena. Tutti ricordano i fatti di Torino con la condanna anche in appello della sindaca Flavia Appenino (1 anno e 6 mesi), che aveva autorizzato il maxi schermo in Piazza San Carlo in occasione della finale di Champions League Real Madrid – Juventus. Con una folla di decine di migliaia di persone accalcate.
Bastò il gesto goliardico di alcuni ragazzi per scatenare l’inferno con un fuggi fuggi generale che causò due morti e 1.700 feriti. Il processo in due gradi di giudizio ha detto semplicemente che quello spazio non doveva essere autorizzato. Chiara Appendino e alcuni funzionari furono poi condannati per “disastro colposo, omicidio colposo e lesioni plurime”. Non è questa un cronaca da menagramo; si vuole soltanto sottolineare la superficialità di tali scelte.
Posso anche citare un altro episodio. Qualche anno fa il critico d’arte Philippe Daverio, di recente deceduto, fu invitato a Galatina per tenere una lectio magistralis nella Basilica di Santa Caterina d’Alessandria. Anche in quell’occasione, data la meritata notorietà di tanto storico dell’arte, la chiesa fu colma come un uovo: scanni pieni, eppoi le tre navate e gli intradossi. A quel punto intervenne il rettore francescano della Chiesa per dire che dovevano essere sgombrate delle parti occupate altrimenti non avrebbe consentito l’iniziativa. I presenti (forse sottovalutando quanto si diceva, non si mossero da lì). Il rettore lo disse altre volte, non meno di quattro, cinque volte. Il tempo passava. Alla fine, il pubblico dovette cedere e liberare alcune parti. Tutto veniva fatto per ragioni di sicurezza, vedendo il rettore che interloquiva con qualcuno che forse gli aveva segnalato il possibile pericolo.
Chissà se questi amministratori (e i prossimi a venire), vorranno prendere appunti di questa indicazione. Lo si dice senza volontà di infierire, potendone esserci anche tutte le ragioni. S’è sempre detto: per un certo “tipo” di manifestazioni, segnatamente di carattere musicale, che attira sempre un gran numero di persone, giovani e meno giovani, l’area mercatale (e perchè no, lo stadio?) si sarebbe meglio prestata; nella circostanza con Mario Biondi che, grazie sua notorietà, ha attirato a Nardò una gran folla.
Infine, per riecheggiare qualche nota musicale di Raf, “Cosa resterà di questi anni…? Fate voi. Poi ci sono cose che attengono al gusto (personale). Che cos’è questa eccitazione quando si presenta una qualsiasi cosa, organizzato (si ripete) con i soldi dei contribuenti? Per quanti non erano presenti: che cosa sono tutti questi evviva? Che riguardano il sindaco, l’assessore, il consigliere, l’amministrazione tutta, dicendo quanto sono bravi e meritevoli? Qui (dotta citazione) …non metto lingua. Ciascuno ha il suo modo di rappresentarsi agli occhi della gente. Siccome hanno fatto così in passato ritengono giusto continuare a farlo. E noi gli diamo anche ragione. Anzi, tutte le ragioni del mondo, moltiplicate per il 74% dei voti.
LUIGI NANNI