LA CAVERNA DEL NANNI ORCO - Povero Pd (quello di Nardò!). Ovvero, non perdere occasione per fargli del male e voler poi buttare tutto all’aria, al grido “Muoia Sansone con tutti i Filistei!”.
E’ quello che è successo nel congresso cittadino del 27 ottobre, poi annullato. Non sono bastate le tante vicissitudini del passato (segnatamente durante le ultime elezioni, quando il partito si è spaccato su posizioni contrapposte), per assumere la dovuta responsabilità e sempre responsabilmente contribuire a farlo rinascere.
Era il tempo dell’alluvione di tessere finte, del finto attaccamento al partito, ma soprattutto dell’attacco alla sua dirigenza. Si sa, poi, com’è andata. Crisi nera e, a seguire, una lenta e faticosissima ricostruzione. Storie passate. Che, in ogni caso, avrebbero dovuto fornire una qualche lezione.
E, invece, niente. Così non è stato. Tutto è andato a rotoli. Congresso affondato e, in vista, commissariamento del Circolo. Perché - è successo - nel frattempo si erano materializzati i vecchi metodi, col sospetto di tesseramento gonfiato in vista del congresso. Tessere a passo di carica, molte delle quali rilasciate seduta stante. Un “amore” per il Pd a prima vista, un bancomat elettorale, una sorta di “10 e Lotto” da moltiplicare.
Alla fine, ben 711 tessere! “Primato”, a dire il vero, non esclusivo di Nardò e che ha riguardato anche altre federazioni, compresa quella di Lecce, col congresso provinciale a rischio di rinvio. Tra gli altri, sull’argomento è intervenuto il sindaco barese Emiliano (ovviamente, per la sua federazione) dicendo chiaramente che “è meglio perdere un congresso che vincerlo, barando”.
Tutto questo si sapeva. Tutti erano stati avvisati. Che cosa, poi, è successo? Il patatrac, con l’evidenza rappresentata dal “dominus” della situazione, vale a dire il sindaco Marcello Risi che, nella circostanza, deve avere avuto una grande idea di sé, un “Io” smisurato da fargli perdere la bussola della situazione, nella giornata più delirante che si sia mai vista.
L’”assalto al cielo” (la conquista del congresso del Pd) passava attraverso una forzata e spuria cooptazione (i “nuovi amici” dell’Udc, “nuovi” consiglieri e assessori e qualche presuntuoso giovane di belle speranze), tutta tesa all’irrobustimento della sua maggioranza. Alla fine, tutto si è rivelato un calcolo sbagliato perché (laconicamente) la sua lista non è stata nemmeno ammessa per vizio di procedura.
C’è stata, comunque, la possibilità di rimediare, con la generosa offerta della lista Costruire Insieme e Noi x Nardò (a quel punto, la sola lista ammessa a concorrere), di trovare un accordo su segretario e coordinamento (a questa lista sarebbero andati il segretario Giuseppe De Maglio e 12 componenti il coordinamento, la maggioranza di 18, per numero di tessere, alla lista di Risi). Proposta di accordo stracciata con ben 401 voti contrari, nemmeno astenuti), volendo evidentemente umiliare la controparte.
Grave e macroscopico l’errore di Risi, un calcolo palesemente sbagliato. Soprattutto una mancanza (peccato) di generosità, buon senso e forse di riconoscenza, per quanto e quanti in passato lo avevano gratificato. Ma anche peccato di superbia (il più grave dei vizi capitali), per aver voluto gettare il partito nel marasma. Com’è possibile che non si capisse tutto questo?
La spiegazione – è voce comune – è da ricercare proprio nella sua superbia (forse aggiunta a qualche cattivo consiglio), nella mancanza di prudenza, avendo voluto proditoriamente mischiare e non tenere separati ruolo politico (governo) e congresso. Lo stesso Epifani, più volte, lo ha ripetuto nelle ultime settimane.
Invece, si è voluto scatenare un’Opa (offerta pubblica di acquisto) sul partito che, per quanto legittima, doveva avere il crisma della regolarità (si ricorda, la lista era stata esclusa) e quantomeno fornire contributi e indicare finalità. Cosa che non è avvenuta con, peraltro, un congresso mal partecipato (un paio di dozzine di partecipanti).
Ed ora? Tutto diventa maledettamente difficile, col Pasticciaccio Brutto del Pd. Per il partito si vedrà e forse riuscirà un giorno a riprendersi. Per quanto riguarda il sindaco Risi, invece, farà bene a concentrarsi sulla sua maggioranza, la stessa che da sempre naviga a vista e viene sforacchiata da qualche stesso suo componente.
A questo punto, si prospetta un cammino che, è facile prevederlo, presenterà difficoltà aggiuntive (da segnalare il forfait del consigliere Luci nell’ultimo consiglio comunale), proprio a causa della scelleratezza commessa nel congresso, ferendo a morte quel partito (comunque, l’aveva capito) che avrebbe potuto dargli una mano nella conduzione amministrativa. Sempre che intenda restare in quell’ambito politico di appartenenza, per non doversi poi un giorno interessare (e scrivere) di una storia completamente diversa.
Luigi Nanni
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