NARDO' - La vetrina sfasciata in via Bonfante con il lancio di una grossa pietra non è stato che l'indizio di quel che è successo durante le ultime notti alla periferia di Nardò.
Molti automobilisti si sono accorti dei tantissimi segnali stradali divelti, sradicati e lasciati per terra all'angolo delle strade. Un vero e proprio raid vandalico che ieri mattina è salito agli onori del Consiglio comunale con diverse richieste di maggiore sicurezza, rivolti al sindaco Marcello Risi.
Il consigliere comunale Daniele Piccione (Idv) parla subito, in apertura della seduta, degli atti vandalici dai banchi della maggioranza: la segnaletica stradale divelta ed abbandonata per strada. “Sono vere e proprie squadriglie notturne che stanno mettendo a soqquadro la città. Ho subito interessato l'assessore al ramo, Giancarlo Marinaci, per il ripristino dello stato dei luoghi. Il sindaco – continua Piccione - ha già dato segnali in seguito ai fatti accaduti nel Centro storico e al furto perpetrato all'interno del Teatro comunale”.
Ma, evidentemente non è abbastanza. “Bisogna coinvolgere altre forze dell'ordine presenti sul territorio. Richiamare l'attenzione della dirigenza del commissariato e della stazione dei carabinieri.
Credo che l'Amministrazione – conclude Piccione - in collaborazione con le altre forze dell'ordine, dovrebbe mettere in atto un piano di sicurezza che sia utile anche per scoprire e individuare gli autori degli atti vandalici e prevenirli, in futuro”.
Il consigliere Udc Sergio Orlando propone di chiedere al prefetto di aumentare il numero degli addetti al controllo del territorio. “Poliziotti e carabinieri – dice - non possono coprire il vastissimo territorio e, non solo durante l'estate, sono in numero evidentemente insufficiente”.
Oltre al numero dei controlli, però, serve la “qualità” del controllo e cioè pattuglie in giro di notte quando avvengono i raid. E' stata predisposta la determina per l'orario continuato, h24, da parte della Polizia municipale su input dell'Amministrazione ma i vigili si sono rivolti ai sindacati perché vogliono maggiori garanzie.
Eulalia Mazzotta