NARDO' - "Dobbiamo resistere dalla tentazione di allontanare nel tempo questi problemi pensando di avere abbastanza tempo per chiudere la nostra esistenza nello stesso modo in cui siamo nati sperando poi in un miracolo che possa risolvere i problemi dei nostri figli e dei nostri nipoti".
L’Amazzonia è una riserva mondiale di valori ambientali, umani, morali e spirituali.
L’Amazzonia è il polmone del nostro Pianeta e purtroppo è sempre di più in forte e crescente sofferenza essendo al centro dello sfruttamento da parte di interessi e speculazioni soprattutto internazionali che ne stanno mettendo a rischio la stessa sopravvivenza.
Dal 6 al 27 Ottobre, in Vaticano, è iniziato lo storico Sinodo dal titolo “Amazzonia: nuovi cammini per la Chiesa e per una ecologia integrale” e per l’occasione il Padre Comboniano Massimo Ramundo, con il quale ho vissuto la mia esperienza straordinaria nel cuore dell’Amazzonia, mi ha invitato a partecipare Il giorno 11 Ottobre all’evento
”La mision comboniana en la Amazzonia: historia de resistencias y resurrecion” presso il Centro Internazional Juvenil San Lorenzo a Roma.
L’Amazzonia, una immensa regione grande quasi quanto l’Europa è indicata dal Papa come icona della necessità di salvaguardia per tutto il patrimonio ambientale della Terra. Questo vuole dire che, con questo importante Sinodo, l’immensa foresta Amazzonica mangiata ogni giorno da incendi e disboscamenti senza scrupoli diventa il simbolo della nostra Casa Comune.
Cioè diventa un patrimonio planetario che tutti noi dovremmo salvare e tutelare e che finora abbiamo calpestato le leggi, devastato l’habitat naturale di tutte le specie vegetali e animali e soprattutto i diritti degli indios che da millenni vivono” l’ecologia integrale” in un ambiente unico al mondo.
Sbagliamo se ci sentiamo lontani da queste problematiche quando la scienza in modo corale ci dice che la distruzione delle grandi foreste pluviali è tra le principali cause del cambiamento climatica e del surriscaldamento globale che ormai con la sua drammaticità è evidente anche per noi. Dobbiamo resistere dalla tentazione di allontanare nel tempo questi problemi pensando di avere abbastanza tempo per chiudere la nostra esistenza nello stesso modo in cui siamo nati sperando poi in un miracolo che possa risolvere i problemi dei nostri figli e dei nostri nipoti.
Sforziamoci, soprattutto nelle scuole, di dare informazioni e dati concreti su tutto questo senza il timore di generare paure. I giovani ci hanno dimostrato in questi ultimi mesi la loro volontà di volere conoscere e di voler essere protagonisti del loro futuro: non dimentichiamo che questi saranno i professionisti, gli imprenditori e gli elettori di domani ed è fondamentale che abbiano una base informativa corretta su cosa li attende.
Un passo determinante per le organizzazioni internazionali, per i nostri organi competenti, sarebbe quello di intervenire sui programmi scolastici dedicando tempo e strumenti per fare conoscere quanto meravigliosamente complesso sia il mondo in cui viviamo e come il nostro dissennato comportamento lo stia minando nel profondo di ogni suo elemento.
Il Sinodo parte dalla consapevolezza dei cambiamenti in atto che vanno dagli orsi bianchi che si avvicinano per fame ai villaggi, dalle meduse del Mar Rosso che migrano nel meno caldo Mediterraneo, dalla realtà che ogni minuto gettiamo in questo nostro mare 33.800 bottiglie di plastica, dal fatto che le zone” vivibili” si stanno restringendo sempre di più poiché ai tropici il deserto avanza e il livello degli oceani cresce e i fiumi straripano. E poi tanti e tanti segnali che ci manifesta ogni giorno il nostro Pianeta.
Se tutto questo che sta accadendo non ci sconvolge e ci invita a pensare è perché siamo miopi e superficiali. Ma davvero possiamo supporre che milioni di persone, soprattutto in Africa, stiano ad aspettare con filosofia la morte nelle loro case?
L’istinto dell’uomo alla sopravvivenza è universale e enormi masse di persone si sposteranno in modo sempre di più incontenibile e incontrollabile verso le nostre zone, verso l’Europa con conseguenze gravi sulla convivenza pacifica e civile.
Se la situazione non si inverte, la prossima guerra mondiale sarà per la sopravvivenza, per il cibo, per l’acqua e per la Terra.
Questo è il centro delle tematiche che in questi giorni a Roma affronterà il Sinodo voluto fortemente da Papa Francesco.
Pantaleone Pagliula