NARDO' - E’ di questi giorni la notizia della bocciatura, da parte della Regione, dei sei piani di lottizzazione approvati dal Comune, lungo la fascia costiera, in base alle previsioni del Prg ancora vigente.
La Regione avrebbe ritenuto gli insediamenti progettati in contrasto con la normativa di tutela e i valori paesaggistici delle aree interessate. Si tratta, in realtà, di una decisione prevedibile ed anche auspicata: le previsioni del PRG risalgono ad oltre 40 anni addietro e, quindi, non sono adeguate né alla sopravvenuta disciplina paesaggistica ed ambientale, né al mutato stato dei luoghi, né alle reali esigenze del territorio.
Se, dunque, l’Amministrazione intendeva rilanciare il turismo puntando su questi piani di lottizzazione, tale obiettivo è certamente fallito.
Ancora oggi, infatti, l’intera fascia costiera non è dotata di un’adeguata pianificazione urbanistica. Parliamo di una vasta area del territorio, che si estende per oltre 20 km di lunghezza e fino a 5 km dell’entroterra, determinante, quindi, per lo sviluppo turistico.
Ed allora, che cosa stiamo aspettando per partire con il Piano urbanistico generale?
E’ stato indicato come un obiettivo primario da gran parte delle forze politiche cittadine, ma ad oggi non è stato adottato nemmeno un atto, una determina o una delibera in tal senso. Solo vuoti proclami.
Se il turismo deve rappresentare la carta vincente dello sviluppo economico della Città, non si può più rinviare la formazione del Piano Urbanistico Generale.
Nardò, in particolare, ha impiegato 20 anni per dotarsi dell’attuale PRG! Un arco temporale enorme, che ha ostacolato lo sviluppo della Città, causato la proliferazione di abusivi edilizi e la nascita di un PRG monco.
Oggi, infatti, in base al vigente PRG, lungo la fascia costiera, non è possibile realizzare nemmeno un posto letto! Non è possibile realizzare nemmeno un campeggio all’aperto per i turisti! La Regione, infatti, ha bocciato anche un campeggio a Torre Mozza, nonostante ne siamo totalmente sprovvisti; la legittimità di tale decisione, peraltro, è stata confermata dal TAR Lecce, in un giudizio in cui il Comune ha deciso sorprendentemente di non difendersi.
Non è possibile alcun porto o darsena, perché non previsti dal PRG.
E’, dunque, indispensabile rivedere la programmazione urbanistica attraverso la formazione del PUG. Solo in tal modo si determineranno le condizioni perché la costa neretina possa offrire elevati livelli di ricettività turistica, nel rispetto, ovviamente, dei valori paesaggistici e ambientali, da tutelare ad ogni costo.
Solo in tal modo si creeranno le condizioni per recuperare le splendide masserie, presenti nell’entroterra, ma tristemente abbandonate a sé stesse. Il vigente P.R.G., infatti, non consente nemmeno la riconversione delle masserie in strutture ricettive!
Altro fatto nuovo, che richiede l’adozione del PUG, è la nascita nel 2006 del Parco Porto Selvaggio e Palude del Capitano, diventato così importante, per dimensioni e qualità ambientali, da imporre una rielaborazione delle direttive di sviluppo turistico in funzione dello stesso.
Occorre, inoltre, recepire le indicazioni del Piano territoriale della Provincia e del Piano urbanistico per il paesaggio della Regione, nonché risolvere il problema della decadenza dei vincoli espropriativi imposti dal PRG per realizzare interventi pubblici, per cui il Comune è già stato condannato 15 volte dal TAR Lecce per non aver riqualificato le aree con vincoli decaduti e non aver pagato alcun indennizzo economico in favore dei proprietari interessati. Perché, ad esempio, le zone destinate dall’attuale PRG a servizi pubblici non vengono riconvertite in aree per strutture sportive realizzabili dai privati?
Quanto al centro urbano, infine, è indispensabile riorganizzare il sistema della viabilità esterna, al fine di decongestionare il centro urbano dal traffico di transito.
L’occasione per fare tutto questo c’è ed è data dalla nuova legge regionale in materia urbanistica.
La L.R. n. 20/2001, infatti, deferisce ai Comuni la potestà esclusiva nell’elaborazione degli strumenti urbanistici generali e semplifica le procedure per la loro formazione, introducendo il meccanismo del silenzio assenso: una volta, cioè, che il Comune adotta il PUG, la Regione deve esercitare il suo potere di controllo entro 150 giorni. Decorso questo termine, senza alcuna determinazione regionale, il PUG si intende controllato con esito positivo ed il Comune è dotato di un nuovo strumento urbanistico.
Occorre allora trovare il coraggio per affrontare i problemi veri, quelli strutturali del territorio, ed occorre farlo subito, affinché possano trovare soluzione nell’arco della nuova Legislatura e, quindi, avere reale efficacia (la storia del vigente P.R.G. insegna).
Il risultato è certamente alla portata. Basta perdere tempo. Il Comune deve sfruttare quest’opportunità
Avv. Paolo Gaballo