NARDO' - Una analisi del voto locale da parte del co-fondatore e direttore responsabile della portella del cuore. Continuiamo a parlarne, che è come fare psicoterapia. A partire dal dato che è sfuggito ai più: il partitone di bianche e nulle, ben diverso dagli astenuti. E poi un po' di tutto: da Frasca a Risi, da Russo a Renna. Un quadro, o una crosta, dipinto guardando la città con un volo radente.
Da Nardò arrivano 700 schede (tra bianche e nulle) che rumoreggiano più dei grillini. Un “partito” che sarebbe stato in grado di sfondare lo sbarramento: tra bianche (232) e nulle (459, alcune con frasi estremamente offensive contro politici di ogni latitudine) siamo al 4,20% che è “oltre” Grillo e oltre qualsiasi forma di disgusto per la politica.
I numeri in positivo, comunque, premiano solo lui: rispetto alle ultime Comunali (nelle quali c'era un candidato sindaco in lizza, Alfredo Ronzino, oggi posizionato al settimo posto nelle liste per il Senato) il M5Stelle raddoppia il risultato e passa da 2217 voti ottenuti alle Amministrative del 2011 ai 4281 di oggi della Camera.
Fa spavento, poi, il raffronto tra i 558 voti della lista alle Comunali, pari al 2,67% e gli attuali: in meno di due anni quasi otto volte di più, il 25%, senza considerare che l'affluenza alle urne è stata molto ridotta. Si è trattato davvero una rivolta popolare: i figli e i padri di personalità politiche impegnate nel sostegno di questo o quel candidato moderato hanno votato il moVimento senza alcuna esitazione.
Premiato il lavoro di ricerca del consenso, durato molte settimane, di Mino Frasca: a Nardò, dove è all'opposizione, ha sbancato la media regionale del Pdl portando il partito al 34,84% al Senato e reggendo alla Camera con oltre circa il 34,50%. Frasca con i suoi colonnelli (Cesare Dell’Angelo, Mirella Bianco e Sandro Presta) porta in cascina 6032 voti attestandosi come primo partito, prendendo cinque punti in più sulla media regionale (e quattro più che a Maglie), ipotecando una candidatura alle Regionali, ringraziando così Raffaele Fitto per avergli dato fiducia con la presidenza della Sgm.
Per completezza va detto che il Pdl paga comunque un pesante dazio all'astensionismo e a Grillo: nel 2008 il Pdl prese il 45% con 8100 voti. “Mi davano per morto, politicamente parlando, ma io sono come il mio cognome: se provano a tagliarmi la testa io germoglio dai lati e ricresco più forte di prima. La gente mi vuole bene perché vivo e conosco il mondo reale - dice Frasca - sto tra le persone. Ci sono altri che fanno solo teorie”.
Il riferimento pare ai centristi per definizione, quelli dell'Udc praticamente emarginati dal panorama cittadino, ma anche al Pd: “per l'ottanta per cento ha preso un voto d'opinione perché loro hanno fatto finta di fare campagna elettorale” conclude il consigliere provinciale.
In netto affanno (in recupero solo rispetto alle Comunali, dove si è presentato diviso in tre tronconi) il Partito Democratico che si ferma, pure alla Camera, a 2837 voti pari al 16,23%, ben al di sotto della media regionale. Nel 2008, tanto per essere chiari, il Pd prese 5639 voti pari al 31,5% e in questa chiave si dimezza la forza di un partito (che esprime buona parte del governo cittadino, sindaco e vice compresi) appena uscito da una kafkiana fase congressuale dettata da una segreteria provinciale che, a Nardò, continua a gestire con superficialità. E i risultati si vedono.
Il Sel regge discretamente grazie anche al traino del capolista Dario Stefàno al Senato, molto seguito a Nardò in maniera trasversale, che prende 830 voti. Non male se si pensa alla questione dell’ospedale.
Scompare praticamente l'Udc (360 voti) nonostante un “esercito” di personalità, consiglieri e assessori che alle Amministrative sono una valanga: per “garantire” la candidatura di Totò Ruggeri è la lista Monti che viene votata sia alla Camera (1228) che al Senato (1376) ma si resta ben lontani dai 2328 voti del 2008. C'è da chiedersi perché patronati, sindacati, portatori d'acqua, grandi convogliatori di voti funzionano se stanno con Frasca e il Pdl e tossiscono se stanno a sinistra o al centro, loro "culla" tradizionale?
Si potrebbe aprire un dibattito su questa "stanchezza".
“Piccolo” anche il Grande Sud della Poli (nonostante due candidati neritini e una flottiglia di consiglieri comunali e altre personalità politiche di spicco come Rino Dell’Anna) con circa 450 voti alla Camera, che sono comunque ben superiori alla media regionale, e anemico il Centro Democratico con l'1,50% che vantava supporter importanti come Giovanni Siciliano e il gruppo Leuzzi.
E a Palazzo Personè? Il sindaco Marcello Risi pare tranquillo: paradossalmente i mediocri risultati di molti suoi collaboratori impegnati nelle Politiche (Udc, Partecipa, Grande Sud) potrebbero sopire le ambizioni di conquista di spazi mentre Sel che “tiene” rende meno perigliosa la posizione dell'assessore Vincenzo Renna. Inoltre il sindaco già al ballottaggio del 2011 aprì un dialogo e un confronto con il M5Stelle: dovrà, se vuole arrivare ad una riconferma, tenere conto della “pancia” della popolazione tentando di prendere decisioni a favore della collettività e attenuando il peso della casta. Che, nel suo Consiglio comunale, si è costituita ed è spocchiosa ed arrogante. Ma il fiato sul collo di grillini e cittadini consapevoli non consente più distrazioni di sorta, furbizie e meline.
Ultima nota neritina a margine: la mancata elezione di Loredana Capone del Pd al Senato non “libera” un posto in Regione Puglia per l'ex assessore Enzo Russo, primo dei non eletti. Altra conseguenza di questo strano disinteresse (forse anche di Russo e dei suoi) per queste Politiche prima delle quali troppe cose sono state date per scontate.