NARDO' - L'ex assessore si scaglia contro "potentati e capibastone". E non nasconde quello che il Partito Democratico sta rischiando: diventare una colonia di politici non neritini che usano il partito come un serbatoio di voti. Un film dell'orrore il cui trailer si era già visto in occasione delle scorse elezioni per il rinnovo del Consiglio comunale.
QUANDO IN POLITICA LE QUESTIONI DI PRINCIPIO VALGONO PIU’ DI PERSONALISMI E ASPETTATIVE. LEUZZI SI DISIMPEGNA DAL PD.
In occasione dello scorso congresso cittadino del PD ho dato la mia disponibilità a candidarmi da segretario ad un gruppo di amici che, come me, ritenevano necessario dare un forte segnale di discontinuità rispetto ad una gestione personalistica del partito, che in questi ultimi anni aveva provocato un crollo dei consensi ed un allontanamento di tanti attivisti e simpatizzanti.
La mozione Leuzzi ha vinto il congresso. Ma la Commissione Provinciale di Garanzia ne ha invalidato il risultato, eccependo (paradossalmente) una violazione del regolamento commessa dalla stessa mozione perdente. E ancor più disarmante è stato poi il comportamento successivo degli organi di Garanzia del PD. La Commissione Provinciale ha negato alla mozione Leuzzi l’accesso agli atti finalizzata ad impugnare tale decisione. La Commissione Regionale, innanzi alla quale la mozione Leuzzi ha presentato ricorso per far valere le proprie ragioni, ha omesso di esaminarlo.
E la Commissione Nazionale, a cui in ultima istanza ci si è rivolti, tace. Inaccettabile per un partito che si dice Democratico. Ci è stato riferito che alti esponenti e dirigenti di partito avrebbero deciso d’imperio (sulle teste degli iscritti che avevano decretato la vittoria della mozione Leuzzi) che il congresso a Nardò andava rifatto.
Evidentemente a molti fa comodo che il PD locale resti una colonia, un semplice serbatoio di voti per la riconferma degli eletti (di fuori paese). Ciò che da anni impedisce alla nostra città di avere dei rappresentanti nei posti che contano, in grado di lavorare per la crescita della nostra comunità.
E neppure la richiesta della mozione Leuzzi di far precedere il tesseramento per il nuovo congresso da un’assemblea aperta al pubblico, ben pubblicizzata, così da poter allargare la base del partito e riavvicinare i tanti amici e simpatizzanti che si erano allontanati, è stata accolta.
Ebbene per quanto mi riguarda, e alla luce di questi accadimenti, un partito che vìola i diritti dei propri iscritti (con buona pace della nuova segretaria Schlein che aveva dichiarato di voler scardinare potentati e capibastone) e che si chiude pur di assicurarne la gestione agli amici degli amici, non è il partito in cui mi sento rappresentato e per cui vale la pena di impegnarsi oltre.
Ritengo tuttavia che a Nardò l’elettorato libero di centro sinistra abbia bisogno di un’alternativa, di un riferimento politico autorevole e in grado di dialogare con i moderati di quel 75% che ha sostenuto Mellone per la rielezione. Per questo, probabilmente, varrebbe ancora la pena di spendersi.