NARDO'/ISOLA DEL GIGLIO - E' entrato all’interno del relitto: «Sì, martedì pomeriggio. Sottacqua la nave sembra ancor più grande. Mi sono ritrovato di fronte al caos: suppellettili, sedie e mobili sono sparsi ovunque e rappresentano il più grande pericolo per noi. È tutto appeso e ci sono tantissimi vetri rotti pericolanti. La visibilità è molto bassa, al massimo di mezzo metro per colpa dei materiali disciolti in acqua come cibo, farine, olii». Andrea Costantini lo si può incontrare ogni giorno a Santa Caterina di Nardò: è un sub dalla grande esperienza. In coda ci sono anche i commenti di Paolo Perrone, sindaco di Lecce, e del presidente della Provincia Antonio Gabellone.
INTERVISTA DI STEFANO LOPETRONE PER LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO
Ci sono anche due leccesi tra i soccorritori accorsi sull’Isola del Giglio: Andrea Costantini e Antonio Alba da giorni scandagliano la zona antistante il relitto e la pancia della stessa Costa Concordia alla ricerca dei dispersi che ancora mancano all’appello dopo il disastro di venerdì notte. Il loro coraggio e la loro dedizione forse non sono da catalogare come atti di eroismo, ma sicuramente sollevano il cuore di quegli italiani che si sono sentiti in imbarazzo davanti ad un comandante che abbandona la sua nave.
«Non siamo eroi», ribadiscono entrambi, quasi infastiditi da tanto clamore intorno al loro volontariato. Ieri il mare ha spostato di un metro il relitto, spingendolo verso una profonda scarpata dove la grande nave da crociera potrebbe inabissarsi. Per i soccorritori è stata una giornata di riposo forzato.
«Siamo qui a disposizione 24 ore su 24. Collaboriamo con vigili del fuoco, sommozzatori, marina militare e capitaneria di porto ed in base alle condizioni meteorologiche interveniamo», spiega Andrea, leccese di 42 anni, titolare di un’impresa che promuove il diving a Santa Caterina e che domenica ha salutato moglie e figlia. «Oggi (ieri, ndr) le operazioni sono state sospese per motivi di sicurezza: la nave oltre ad essere scivolata corre il rischio di spezzarsi contro i due spuntoni di roccia che finora la sorreggono. Riprenderemo in serata».
Andrea, avete ancora la speranza di portare in salvo qualcuno dei passeggeri dispersi? «Non lo so. Una parte della nave sommersa non è stata ancora esplorata. Il guaio è che non sappiamo quanti dei dispersi si siano lanciati in mare aperto».
La prospettiva di ritrovare corpi senza vita scalfisce le vostre motivazioni? «Assolutamente no. Purtroppo siamo consapevoli che salvare la vita di qualcuno ora è u n’ipotesi molto remota. Al momento cerchiamo di riportare a terra i corpi per consegnarli a famiglie disperate. Siamo qui per dare il nostro contributo».
Il vostro nome circola sul web. Vi chiamano eroi... «Per carità. Non cerchiamo pubblicità. Nessuno dei soccorritori vuol diventare l’eroe del giorno o della settimana. Siamo in tanti sull’Isola del Giglio, ognuno di noi, chi per professione chi per volontariato, fa solo il proprio dovere».
Che clima si respira sull’Isola del Giglio? «È pieno di gente, sembra agosto. Ci sono soprattutto giornalisti di tutto il mondo, con le loro parabole e le telecamere sparse ovunque. Come ci sentiamo noi soccorritori? Abbiamo paura di non farcela. Vorremmo fare tanto per portarci avanti col lavoro, ma tante situazioni di pericolo ci bloccano. Venerdì è previsto il mare mosso: speriamo di fare in fretta. Per questo ci immergiamo anche di notte».
Come mai si ritrova tra i soccorritori speciali di questo naufragio? «Faccio parte della Commissione nazionale speleo-subacquea del Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico. Ci hanno chiamato perchè il relitto presenta le stesse difficoltà di una grotta marina, con 250 metri di tunnel, pozzi e sifoni in condizioni di visibilità scarsa».
Lei è entrato all’interno del relitto? «Sì, martedì pomeriggio. Sottacqua la nave sembra ancor più grande. Mi sono ritrovato di fronte al caos: suppellettili, sedie e mobili sono sparsi ovunque e rappresentano il più grande pericolo per noi. È tutto appeso e ci sono tantissimi vetri rotti pericolanti. La visibilità è molto bassa, al massimo di mezzo metro per colpa dei materiali disciolti in acqua come cibo, farine, olii».
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Il commento del sindaco di Lecce Paolo Perrone: “La nostra terra riesce sempre ad esprimere le migliori energie grazie al grande cuore e all’immensa disponibilità e solidarietà del nostro popolo. Faccio un grosso in bocca al lupo ad Andrea nella speranza che anche con il suo impegno e le sue competenze si riescano a salvare altre vite umane”.
Il presidente della provincia di Lecce Antonio Gabellone: “Andrea Costantini, al pari di altri valorosi colleghi in queste ore e in tutti questi giorni, contribuisce a rendere meno drammatico il bilancio delle vittime del naufragio della Costa Concordia sull’Isola del Giglio. Spero al suo ritorno nel Salento di poter ricevere e incontrare presto questo giovane e coraggioso salentino, che ha fatto del soccorso, dell’aiuto al prossimo e dell’amore verso il mare i pilastri cardine della sua vita e del suo impegno”.
“Il lavoro di Andrea – continua Gabellone - è già servito a recuperare in tempo utile e soccorrere tanti sopravvissuti nell’immediato naufragio della nave; la speranza è che anche in queste ore sempre più difficili e drammatiche il suo rischioso operato possa portare qualche ulteriore “miracolo”.