PDM - Una storia attuale e sicuramente triste. Buon inizio di settimana.
LA VINCITA
Questa è la mia giornata, lo sento.
Chiudo la porta con la mano sinistra e percorro il corridoio passando solo per il centro delle mattonelle, senza toccarne il bordo. Questa mattina è andata così, lo ricordo bene, questa mattina è andata da Dio.
Sono stato io a gestire la macchina: Scala reale.
Mai, non l’avevo mai vista una scala reale, eppure l’ho eseguita con una facilità da giocatore consumato, quale sono.
Per me, dovete sapere, il gioco delle carte, specie quelle da poker, è vita. Fin da ragazzino giocavo con mio nonno e avevo quel dono di vincere. Vinco sempre. Dopo mio nonno iniziai a vincere con mio padre, poi iniziai a battere anche mio figlio, mio figlio che frequenta il liceo scientifico e che dovrebbe essere allenato con i numeri. Eppure, come me, non c’è nessuno.
Anche con il gratta e vinci, sia chiaro! Può succedere pure che una schedina ogni tanto la perda, eh! Per carità, non sono mica il genio dei numeri, ma la maggior parte delle volte che gioco, vinco sempre. Sempre!
Mi ricordo di quella volta che tutti mi suggerivano di lasciare il due di picche per provare la scala reale. Io non volli ascoltarli, lo sentivo che non era quella giusta, lo sentivo che il destino aveva in serbo, per me, tutt’altro. Con l’arguzia del giocatore consumato, volli rimettermi in gioco e mi tenni solo l’asso. Ricordo ancora il viso di tutti e lo stupore che si sollevò quando la macchina mi diede altri quattro assi. Io lo sapevo bene, io lo avevo già intuito. La conosco la macchina, so come “ragiona” nei suoi termini numerici, per questo vinco.
Ogni volta che sento quel tintinnio magico delle monete che vengono fuori dalla macchina, per me è come rinascere. E’ amore.
Questa mattina ho anticipato le mosse della macchina e ho fatto scala reale. Scala reale, capite? Peccato che mi erano rimasti pochi centesimi da puntare. Se avessi avuto anche solo 100 euro, la mia vita sarebbe cambiata. Poi mi sono distratto -probabilmente a causa dell’euforia della scala reale- e ho perso tutto. Se solo non mi fossi distratto, accidenti…
Si sa, ogni tanto bisogna perdere. Saper perdere. I grandi giocatori lo sanno bene. Certo, se non si fosse creata la calca alle mie spalle, in quel solito bar di periferia, mi sarei concentrato molto di più, accidenti.
Li odio i ficcanaso.
Appena arrivato al bar, sarò molto discreto, nessuno si accorgerà che sto giocando ancora. Oggi è la volta buona, lo so. Giocherò alla macchinetta affianco perché conosco la tecnica delle slot elettroniche: se una delle due ha fatto scala reale, a breve lo farà anche l’altra ed io sarò ricco. Tanto ricco.
Prima di andarci, però, passo da un amico che mi farà di sicuro un favore, me ne ha fatti tanti: in cambio di quest’orologio in oro di mio figlio, mi darà di sicuro cento euro.