NARDO' - Caro direttore, il dibattito in Consiglio comunale sulla sicurezza dei cittadini, si può organizzare in piazza Salandra?
Dopo l’ultimo grave e violento episodio del 12 maggio, con l’aggressione ai danni di una famiglia, i Consiglieri Comunali d’opposizione sono intenzionati a chiedere al Sindaco la convocazione di un Consiglio Comunale, incentrato su un solo tema, perché (scrivono i consiglieri) con la sicurezza dei cittadini non si può scherzare.
Davanti ad una recrudescenza, scaturita da comportamenti criminosi di alcuni individui verso persone inermi, i “pannicelli caldi” del Sindaco che chiude due distributori automatici, di snack e bevande o l’apparente pulizia dei basoli di alcune piazze, appaiono misure del tutto inconsistenti a contenere il dilagare della delinquenza in città, e in particolare nel centro storico cittadino.
Va sottolineato, negli ultimi anni nel Centro Storico, vuoi per le politiche miopi di questa amministrazione o per i costi elevati del settore commercio (come del resto anche altre zone di Nardò se la passano meglio), molti negozianti hanno preferito abbassare le saracinesche.
A questo si deve aggiunge l’abbandono, l’incuria e il sudiciume, con contorno di sorci, i servizi igienici inesistenti, che in molte stradine e vicoli regnano sovrani.
Comprendo che siamo nell’epoca in cui sui palcoscenici politici, in tempi di crisi profonda come quella che stiamo attraversando, alberghino coloro che sono incapaci di programmare progetti per il centro storico, perché fanno solo finta di interessarsi. Ma così facendo si sta svalutando e sminuendo la magnificenza, lo splendore di un paesaggio, le sue origini storiche, artistiche e culturali di un popolo.
In questi ultimi anni è passata – davanti ad un colpevole, ed imbarazzante, silenzio del mondo accademico, degli intellettuali locali – l’immagine, crassa, di una Nardò votata al “mercantificio” di tutto.
Se Nardò invece ritornasse ad essere una “Comunità”, lo spazio per la delinquenza sarebbe sempre più ridotto.
Come ci ricorda Zygmunt Bauman, “…è la stessa idea di comunità, intesa come un luogo sicuro e accogliente, che vacilla:
la comunità ci manca perché ci manca la sicurezza, elemento fondamentale per una vita felice, ma che il mondo di oggi è sempre meno in grado di offrirci e sempre più riluttante a promettere […] la comunità resta pervicacemente assente” e la sensazione di vulnerabilità, di fragilità, pervade i cittadini costretti ad orientarsi in un contesto che non ritengono più sicuro e, anzi, interpretano come foriero di nuovi e inaspettati pericoli, che mettono a rischio la loro incolumità personale”.
Bauman, con la sua lucida comprensione della società postmoderna, interpretava, “l'agorà non solo come un luogo fisico, ma come una metafora potente dell'arena pubblica, un luogo cruciale per il dialogo e la partecipazione democratica. L'agorà rappresenta, infatti, il fulcro della vita comunitaria e democratica, la capacità di agire liberamente dipende dall'esistenza di spazi pubblici dove le persone possono incontrarsi, confrontarsi e collaborare”.
Ecco perché chiedo ai Consiglieri Comunali d’opposizione, al fine di dare il segno che la Comunità s’incontra e discute, in modo democratico, delle problematiche sulla sicurezza, di indire in Piazza Salandra il Consiglio comunale.
Maurizio Maccagnano, sindacalista dissidente