NARDO' - Il gruppo di lettura invita a condividere la propria esperienza e a partecipare, insieme, al dialogo con l’autore: "Vi aspettiamo il 5 giugno prossimo presso l’Auditorium “Mario Papadia” del Liceo Galilei, in Via Ferri, a Nardò, alle ore 18:30".
Stampa e società nel Salento fascista Di Ettore Bambi
Una lettura collettiva
Miracolo della ragione: nasce la Repubblica
“Un miracolo della ragione”: così definì la nascita della Repubblica Piero Calamandrei a distanza di pochi giorni dal referendum del 2 giugno 1946. Secondo le sue parole, la Repubblica era una “realtà pacifica e giuridica scesa dall’empireo degli ideali nella concretezza della storia, entrata senza sommossa e senza guerra civile nella pratica ordinaria della Costituzione”. Il passaggio istituzionale, infatti, era il frutto del voto delle italiane e degli italiani che pure avevano alle spalle gli anni tragici del conflitto mondiale, dell’occupazione fascista e della guerra civile.
Idea di Repubblica: salto nel buio o sogno di libertà e uguaglianza
Eppure a lungo l’idea repubblicana aveva suscitato inquietudini: la repubblica era considerata un salto nel buio, una minaccia per l’ordine sociale esistente: “Un luogo dove tutti comandano e nessuno obbedisce dicesi che è una repubblica” (Vocabolario italiano della lingua parlata di Giuseppe Rigutini e Pietro Fanfani, Firenze 1875). Non a caso il fervente repubblicano Giuseppe Mazzini anche dopo l’unità d’Italia fu perseguitato per tutta la sua vita prima di essere glorificato negli anni a venire. Repubblica agli occhi dei benpensanti era sinonimo di sovversione dell’ordine esistente. C’era chi, invece, coltivava il sogno repubblicano coniugandolo alla giustizia sociale, alla libertà e all’uguaglianza.
Nardò, 9 aprile 1920: la Repubblica di un giorno
Il sogno della repubblica si avverò per un giorno, il 9 aprile 1920, a Nardò. E’ un evento già raccontato (ricordiamo M. Mennonna-R.Morelli-Vittorio Raho, Storia di vinti, Rescio editore, Nardò 1984, ma anche i riferimenti in opere di carattere generale o regionale, innanzitutto Simona Colarizi, Dopoguerra e fascismo in Puglia, Laterza, Bari 1971) su cui è tornato di recente Salvatore Coppola (Repubblica neritina. Nardò 9 aprile 1920.Cronaca politico-giudiziaria di una rivoluzione, Edizioni Grafiche Giorgiani, Andrano di Lecce 2020) in occasione del centenario della rivoluzione neritina. Un’esperienza di breve durata, ma di grande interesse non solo per chi vi si accosta mosso da ragioni ideali o dalla volontà di esaltare il passato della propria città, ma anche per lo storico, con il suo punto di vista disincantato: segna, infatti, l’apice delle lotte sociali in Terra d’Otranto nel primo dopoguerra, subito prima dell’inversione di tendenza che si ebbe con la reazione padronale e con l’affermarsi del fascismo.
Il libro
Il libro di Ettore Bambi, che come Gruppo di lettura presentiamo, dedica pagine importanti alle vicende del 9 aprile neritino, non tanto attraverso la narrazione dell’evento, che pure è presente, quanto attraverso la presentazione della stampa dell’epoca e di altre fonti d’archivio, in particolare quelle prefettizie. Stampa e società nel Salento fascista mette, infatti, a disposizione del lettore le voci del tempo così come si presentano negli articoli di giornale di numerosissime testate, alcune effimere, altre più durature.
Opera nata come tesi di storia del giornalismo e pubblicata per la prima volta nel 1981 dalla Casa Editrice Lacaita (Manduria 1981), con la sua seconda edizione, a cura della Casa Editrice Milella, si colloca non casualmente nella ricorrenza del centenario della marcia su Roma, evento che ha sollecitato nel 2022 convegni (importante, tra gli altri, quello organizzato dalla Fondazione Gramsci, che si può riascoltare al link DA UNA GUERRA ALLE ALTRE | Fondazione Gramsci onlus ) e pubblicazioni di rilevo, grazie alle quali disponiamo di nuove letture per comprendere il fascismo e le sue origini.
Il libro di Bambi, attraverso gli strumenti di una storiografia rinnovata ed arricchita, può essere illuminante e aiutare a connettere le peculiarità della storia locale con la dimensione nazionale e internazionale del fascismo. Si possono rivisitare, ad esempio, alcune tesi classiche sul grado di radicamento del fascismo nella provincia attraverso la comparazione con ciò che avviene in altri territori e a livello nazionale. Anche la concezione dello squadrismo come guardia bianca degli agrari può essere riesaminata tenendo conto del carattere intrinseco della violenza che caratterizza il fascismo sin dalle sue origini e che non manca di esprimersi anche in Terra d’Otranto, come si evince da episodi raccontati da Bambi.
Leggere il libro ha consentito di riconoscere l’origine di termini che oggi a volte riferiamo in modo anacronistico ad un passato ingombrante, che sembra incombere sul presente, in verità non solo nel linguaggio: fascismo, antifascismo, squadrismo, e altri ancora. Nelle fonti del tempo quei termini sono in divenire e si vanno definendo con il progredire dei fenomeni a cui si legano. D’altro canto il fascismo ha portato con sé, anche attraverso le “veline” del duce indirizzate alla stampa, trasformazioni linguistiche (le sevizie semantiche di cui parlava Tullio De Mauro) che l’autore richiama attraverso opportuni riferimenti bibliografici.
Stampa e società ha permesso, infine, di metterci nei panni di chi ha vissuto quel periodo storico, assistendo e partecipando, in maniera più o meno attiva, o solo passiva, a quel processo di sfarinamento delle istituzioni liberali e all’avvento del fascismo. La stampa non è certo un riflesso oggettivo della realtà a cui fa riferimento, come spiega molto bene Mario Isnenghi nell’Introduzione. I fatti sono filtrati attraverso punti di vista a volte tutt’altro che disinteressati. Bambi sottolinea i legami di molte testate con notabili o gruppi d’interesse che si avvalgono dei giornali per incidere a loro favore nella lotta per il potere a livello locale. Ma non mancano casi di giornalismo dove gli autori degli articoli scrivono sotto l’impulso dei loro ideali, anche a costo di subirne i contraccolpi nelle loro vite: valga per tutti l’esempio di Pantaleo Ingusci (1903-1981), intellettuale neritino che faceva sentire la sua voce su Il Dovere ma anche su La Voce Repubblicana, che paga con il carcere, nel 1926, la sua libertà di pensiero. Lo racconta lo stesso Ingusci in Nardò. Tra storia e arte (Capone editore, Lecce 1980). Ma a pagare era stato anche Nicola Bernardini, a cui nel 1923 saccheggiano la casa dopo un articolo di denuncia della violenza indiscriminata del fascismo su La Provincia di Lecce, di cui Bernardini era direttore. Paga un tributo molto alto per la sua coerenza anche Gregorio Carruggio, singolare figura di giornalista, a cui Bambi dedica una particolare attenzione. Nel febbraio 1924 sicari fascisti bruceranno in Piazza S. Oronzo le copie dell’ultimo numero de L’Italia Meridionale, il giornale che Carruggio aveva fondato nel 1920, e anche i macchinari della sua tipografia.
Il gruppo di lettura su “Stampa e società nel Salento fascista”
L’idea del gruppo è nata, dopo la lettura di alcune recensioni, dall’interesse per un libro che poteva aggiungere elementi importanti per riflettere sulla storia di Nardò e del Salento tra primo dopoguerra e fascismo. Dialogare pubblicamente con l’autore poteva essere un’occasione importante per una riflessione comune. Il dialogo, però, sarebbe stato molto più proficuo dopo una lettura dell’opera.
Capovolgendo l’ordine consueto, secondo cui la lettura segue la presentazione (ma, come si sa, non sempre accade), abbiamo pensato di leggere prima e non in modo individuale Stampa e società. La lettura collettiva, gratificante per tutti, unendo sensibilità e interessi eterogenei, ha consentito di focalizzare l’attenzione su temi diversi che sono stati oggetto di confronto nei nostri incontri presso la sede del Centro studi “G. Casalino”. Il confronto, quando non è di superficie, lascia un segno in chi vi partecipa, sollecitando un percorso di ricerca e di riflessione personale che poi si riversa nel gruppo stesso con nuovi contributi al dibattito. Il dover riferire agli altri, poi, costituisce un potente impulso alla comprensione e all’approfondimento. La lettura collettiva è una pratica che ricorda da vicino idee di don Lorenzo Milani e della Scuola di Barbiana, dove si arriva a sperimentare anche l’esperienza della scrittura collettiva: ci fa piacere ricordarlo in occasione del centenario della sua nascita. La lezione di Don Milani suggerisce un’idea di cultura come riscatto sociale e, al tempo stesso, costituisce un antidoto al narcisismo degli intellettuali.
Una lettura che incrocia altre letture
Come si sa, un libro non è mai un’isola: dialoga con altri libri e invita ad altri percorsi di lettura. E’ questa l’esperienza che abbiamo fatto noi: partendo dall’opera di Bambi, ci siamo posti domande, abbiamo affrontato questioni e problemi andando al di là delle coordinate temporali del libro stesso. Per ogni questione c’è un prima e un dopo, ci sono continuità e discontinuità. Per questo il passato ci interessa: perché, a prescindere dalla nostra consapevolezza, ce lo portiamo dentro e vogliamo scoprire chi siamo veramente. In questa chiave si collocano gli interventi che durante l’incontro porranno riflessioni e domande sugli intellettuali, sulla presenza delle donne nella stampa e nella società, sulla stampa cattolica e sui rapporti tra Chiesa e Fascismo, sulla stampa socialista, sulla figura di Renato Leopizzi e sul suo tragico destino (ricordiamo la recente pubblicazione a lui dedicata da Salvatore Coppola: Sogno e libertà. Il percorso umano, culturale e politico dell’antifascista Renato Leopizzi, Grafiche Giorgiani 2023), con cui Bambi chiude il libro in modo suggestivo, suscitando nel lettore commozione e simpatia nei confronti dello sfortunato poeta.
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Durante l’incontro sarà riservato un ampio spazio al dibattito con tutti i presenti.
Vi invitiamo a condividere la nostra esperienza e a partecipare, insieme, al dialogo con l’autore che ringraziamo per la sua disponibilità.
Vi aspettiamo il 5 giugno prossimo presso l’Auditorium “Mario Papadia” del Liceo Galilei, in Via Ferri, a Nardò, alle ore 18:30.
Gruppo di lettura su “Stampa e società nel Salento fascista”
Genoveffa Giuri