LECCE - In mostra quaranta opere di Marcello Malandugno, artista di Nardò, disposte per temi e per stanze, che costituiscono il corpus di «Figure/Figurazioni»
Intenso fine settimana d’arte nel segno della pittura fra il castello di Lecce e il palazzo ducale dei Castromediano di Cavallino, sotto il segno e la presenza omologante di Vittorio Sgarbi.
Convinto fautore e protagonista de «Lo stato dell’arte», indimenticata sezione salentina del Padiglione Italia della 54.ma Biennale internazionale d’arte di Venezia nell’ex convento dei Teatini, il celebre critico è sempre più legato al capoluogo barocco e ai suoi amici salentini, e quindi sempre più disponibile a quella pratica, ampiamente condivisibile, del ritorno nei luoghi.
Ecco gli appuntamenti. Stasera alle 19.30 nel maniero leccese di Giangiacomo dell’Acaya, tra le poco meno di quaranta opere di Marcello Malandugno, disposte per temi e per stanze, che costituiscono il corpus di «Figure/Figurazioni», Sgarbi si soffermerà sull’autore neritino fautore della pittura iconica con lo sguardo rivolto ai valori formali. E, ne siamo certi, non potrà non rammentare di essersi imbattuto nelle opere di Malandugno a Sulmona e a Vibo Valentia, oltre che a Lecce. Opere che passano dalle composizioni alle ipotesi di paesaggio, ai reliquati, alle figure alate e agli oracoli, in un succedersi di contemporaneità. Un’esposi - zione che spinge a leggere la visione creativa dell’artista salentino come una sorta di categoria dello spirito e l’opera come una vera e propria modalità rituale. La mostra si chiuderà il 3 ottobre.
Domani alle 19 sarà sempre Vittorio Sgarbi a presentare nel palazzo cavallinese dei Castromediano (anche questo un ritorno, a distanza di un solo anno poco più poco meno), «Dipinti tra Rococò e Neoclassicismo da Palazzo Chigi in Ariccia e da altre raccolte», esposizione nata da un’idea del principe Fulco Ruffo di Calabria, promossa dall’assessorato comunale alla Cultura, guidato dall’onorevole Gaetano Gorgoni, in collaborazione con la Soprintendenza del Lazio, per la cura del soprintendente di Palazzo Chigi in Ariccia Francesco Petrucci con l’alto patronato del Presidente della Repubblica.
Una rassegna, allestita in onore di Fiammetta Luly Lemme, scomparsa qualche anno fa, moglie dell’«avvocato dell’ar - te», ossia, Fabrizio Lemme, esperto assoluto degli aspetti legali dell’arte, che si preannuncia quanto mai suggestiva con i suoi quaranta dipinti del Settecento, da Domenico Duprà a Jas Frans Van Bloemen, a Francesco Trevisani, a Francesco Mancini e Ludovico Stern, al molfettese Corrado Giaquinto.
Autori fra i massimi esponenti del rococò italiano, attivo tra Roma, Napoli e la Spagna e che dà continuità alla collaborazione tra il Comune di Cavallino e Palazzo Chigi di Ariccia iniziata lo scorso anno con la mostra «Dipinti del Barocco Romano ». In vetrina anche i disegni di Ciacomo Zoboli e il monumentale volume edito nel 1756 sui progetti del Vanvitelli per la Reggia di Caserta. La mostra terminerà il 15 dicembre (ore 9.30-12.30 e 16.30-20, chiuso il lunedì, info 3207075429 o sul sito del Comune).