NARDO' - Unioni civili: Favorevoli, contrari e trattative in corso, ius soli e riforme costituzionali; ecco cosa c’è sul piatto parlamentare e del Governo. Anche i vescovi scendono in campo con il Family Day. In questa nuova rubrica, curata da Giordano Greco, vengono affrontati temi di ampio respiro, con un volo radente sulla situazione nazionale, come diritti civili, riforme costituzionali, l'operato parlamentare su aspetti di crescita e sviluppo sociale del Paese.
Mentre il Senato della Repubblica si appresta a votare il 26 gennaio le Unioni Civili, i contrari al DDL Cirinnà si dividono in due tronconi, c’è chi prepara emendamenti per cancellare la StepChild Adoption e chi in queste ore si affida alla preghiera.
E’ uno strano Paese l’Italia, sempre alla ricerca di copiare modelli di civilizzazione, francesi, tedeschi, inglesi, legislazioni che in Europa consentono alla popolazione LGBTIQ di contrarre matrimonio, in Italia quando si discute di temi etici e di diritti civili la pantomima che precede il voto parlamentare è carica di situazioni che rasentano il ridicolo.
L’Italia è il fanalino di coda in Europa per quanto riguarda i diritti civili, in particolar modo è stata richiamata più volte da Strasburgo ad adeguare la legislazione interna con delle norme che regolassero il matrimonio tra persone dello stesso sesso.
Il dibattito sulle unioni civili trova un trentennio ricco di spunti,dalla prima proposta della parlamentare Angela Bottari, ai Dico del governo Prodi nel 2007 fino ad arrivare al provvedimento che sarà protagonista il prossimo 26 gennaio a Palazzo Madama il DDL CIRINNA’, che non ci risparmierà sorprese e momenti da fotografare, non fosse altro per ribadire, che una certa opposizione al provvedimento, non volendo dialogare sull’evoluzione del Paese, ci prova con la semantica e la denigrazione.
Buona parte dei Parlamentari italiani sono disposti a votare l’unione civile anche tra persone dello stesso sesso ma una grossa fetta di dissidenti di stampo cattolico, interni alla maggioranza di Governo, mettono il veto sulla StepChild Adoption.
La Stepchild adoption è letteralmente 'adozione del figliastro' è un istituto giuridico di origine anglosassone applicato fedelmente in GERMANIA dove pur non consentendo l'adozione di bambini da parte di coppie dello stesso sesso, riconoscono a chi è in convivenza registrata con una persona di sesso uguale l'adozione dei figli naturali e adottivi del partner. Stessa modalità contenuta nel Disegno di Legge in discussione al Senato.
In altri Paesi europei è invece possibile per le coppie omosessuali adottare bambini, come ad esempio Spagna, Svezia, Norvegia, Danimarca, Belgio e Francia.
Il compromesso storico, al ribasso, in Italia arriva allo scoccare del nuovo anno, e la situazione è tutt’altro che da festeggiamenti, la comunità lgbt si trova depauperata della richiesta esplicita di matrimonio egualitario, pari dignità, stessi diritti, uguaglianza, come la Costituzione insegna. L’Italia si sa è un Paese dove la mediazione ed il crogiolarsi dietro falsi miti e diavolerie rallenta l’evoluzione culturale.
Siamo solo alla prima fase dell’iter legislativo, paradossalmente, superato lo scoglio del Senato, l’iter per l’approvazione del ddl unioni civili non dovrebbe incontrare ostacoli o rallentamenti.
La questione però, nessuno si illuda, non è solo meramente di Credo e coscienza, troppe volte nelle battaglie di coscienza si è invocato lo Spirito Santo per nascondere la paure del diverso, ma la questione ha radici soprattutto nella politica.
Il compromesso sociale tra addetti ai lavori, mondo lgbt dialogante e famiglie arcobaleno non arretra di una virgola sulla stepchild ed il Governo è impantanato in una vera e propria crisi di gestione della maggioranza che lo sostiene, Pd e NcD di Alfano.
LA FOTOGRAFIA POLITICA
Renzi è assolutamente favorevole alle unioni civili, lo sostiene fin dalla sua discesa in campo democratico per le primarie della segreteria nel 2012, già allora annunciava entro cento giorni che avrebbe regolamentato le Civil Partnership. Il Premier è sostenuto dai suoi fedelissimi dalla ministra Boschi alla vice Serracchiani e dalla corrente dei giovani Turchi. L’opposizione per il Presidente Segretario è tutta interna alla sua maggioranza e al suo stesso partito. Nel Pd l’area cattolica raggruppa un numero non irrisorio di senatori contrari alla stephchild adoption e propongono l’ affido.
Sempre nella maggioranza di Renzi ci sono gli alleati di governo di Ncd con Alfano ultimo capofila dei difensori della famiglia “tradizionale” assieme a Casini che di famiglie ne ha collaudate parecchie, quest’ultimi assieme ai sempre contrari, maghi dell’ostruzionismo parlamentare, Giovanardi e Malan daranno manforte a chi vorrà mettere in difficoltà la stabilità della maggioranza.
Il rischio caduta Governo è scongiurato, in quanto si parla di un provvedimento parlamentare, ma sul tavolo della trattativa a Palazzo Chigi arriva la proposta del premier il quale baratta l’approvazione delle unioni civili con lo ius soli (da ottobre in discussione al Senato) e preme affinché, chiusa la parentesi gay, possa riprendere il gioco delle riforme costituzionali, unica bandierina da piazzare in questi due anni di Governo.
Quello che fa storcere il naso a molti Dem, non a tutti, è che la maggioranza trasversale che licenzierà il provvedimento del pd sarà possibile grazie al M5S, vera spina nel fianco del Governo. Ancora una volta la convergenza sul modello pentastellato, dopo l’empasse dell’elezione dei giudici costituzionali, ha sboccato la macchina parlamentare e colmato un vuoto protrattosi per oltre un anno al fine di individuare gli uomini da nominare alla Consulta.
La pattuglia 5 stelle ha in Senato 35 voti utili da mettere al servizio del provvedimento ma senza altri giochi a ribasso sui diritti delle coppie gay, d’altronde il Movimento Cinque Stelle già nell’ottobre 2014 aveva approvato sulla rete il Si della base che si è schierata a favore del ddl Cirinnà. Quello che è mancato è stata la lentezza con cui il Partito Democratico ha portato in Aula il provvedimento.
Mentre la politica, sui temi di “coscienza” sembra aver trovato la quadra arriva la notizia della discesa in campo dei vescovi, che di fatto patrocineranno il Family Day del 30 gennaio. Già da settimane il fronte in “ Difesa della famiglia” spingeva per una Reunion dopo il flop registrato lo scorso 20 giugno a piazza San Giovanni a Roma, evento di cui ricorderemo solo l’immagine della piazza sporca dei resti dei vari picnic consumati dai manifestanti. Oggi come nel 2007 la CEI sfida il Governo di turno, così come avvenne con Romano Prodi.
Questa classe politica al momento non ha la maturità per gestire il vero adeguamento alle legislazioni europee in tema di diritti civili, il DDL Cirinnà è solo un primo passo avanti verso il matrimonio egualitario, senza distinzione di famiglie di serie a e serie b, ciò che fa sgranare gli occhi è che le famiglie tradizionali sentano il riconoscimento dei diritti ad altre famiglie come se qualcuno volesse o dovesse togliere loro qualcosa.
Non è così, oggi la vera battaglia di buon senso è contro un sistema di welfare che sgretola l’unità famigliare su molti punti di vista, ma si sa il capro espiatorio molte volte è più facile che sia il nostro vicino di banco di chi siede al tavolo decisionale. Difendere la famiglia significa unirsi , tutti, per richiedere il sostegno alle famiglie, ahinoi troppe, che non arrivano alla fine del mese. L’amore di due persone dello stesso sesso non toglie alla società al massimo permette solo di togliere la maschera dell’ipocrisia e rafforzare la strada del coraggio per molti di loro vittime del bigottume dilagante.
Giordano Greco