Giornata agli scherzi dedicata
come da tradizione consolidata.
Attenzione occorre agli “appuntamenti”
giunti all’improvviso da parenti,
telefonate o messaggi-sorpresa
comunicanti una notizia inattesa.
Un desiderio all’improvviso si avvera,
una festa “in fumo” per questa sera,
possono essere il pesce d’aprile
di un amico finora gentile.
Poco note le origini della tradizione,
recenti in Italia, dal settentrione
si estesero fino al meridione
diffondendo gli scherzi con soddisfazione.
Genova è la città accogliente
di questa abitudine proveniente
dalla Francia nel milleottocento
e vanta il primato per tale evento.
Tra nobili e borghesi si radicò
l’attuale tradizione e poi passò
al resto della popolazione
divenendo un’usanza di convenzione.
E che c’entra il pesce in tutto questo?
In tanti se lo sono già chiesto.
A prima vista senza alcuna attinenza
con gli scherzi e l’attuale ricorrenza.
I pesci all’amo abboccano
come le vittime negli scherzi “affogano”,
entrambi in trappola, ingabbiati,
come in una scatola impacchettati.
Povero il malcapitato, burlato,
deriso, beffato, raggirato,
con gusto e tanta soddisfazione
da chi si è divertito per l’occasione.
In disuso oggi la tradizione,
nelle scuole è praticata con volizione
a compagni e stessi maestri
che abboccano come pesci maldestri.
“Non dormire con sette cuscini”
è il motto per grandi e piccini
per tutta la giornata odierna
per non “cadere in un pozzo o una cisterna”.
Verificare ogni cosa personalmente
è il modo per non far succedere niente
e gusto togliere ai malintenzionati
che saranno loro a rimanere beffati.
BUON PRIMO APRILE A TUTTI!
Ornella De Benedittis