A volte qualcuno pensa che fantastico sulle cose che scrivo.
A volte lo penso anch’io ma posso giurare che non è così.
Ieri sera ho ascoltato, di nascosto, mio nipote che canticchiava “Bella ciao”
e mi sono emozionato.
Nessuno dei miei figli, quando erano piccoli, mi ha dato la soddisfazione
di sentirli cantare in modo spontaneo un canto rivoluzionario. Timidi.
Questo nonostante in casa ascoltassero sempre canti dei lavoratori,
anche nella segreteria telefonica.
Una volta, quando dall’ospedale di Nardò, facevo i turni e spesso
chiamava la madre superiora dalla direzione sanitaria per farmi
rientrare in servizio, anche il giorno di riposo, avevo la suoneria
“El Pueblo Unido” degli Inti Illimani.
Dopo tre squilli, se non rispondevi sembrava di stare in piazza
Salandra in attesa di un comizio comunista.
Risultato, la madre badessa non richiamò mai più in casa mia.
Ma i miei figli, timidi, non cantarono mai e non raccontarono
questo aneddoto, per compiacersi del loro genitore.
Mio nipote si distinguerà, perché disinvolto?
Dal mattino si vede se la giornata sarà buona.
Se così sarà, tra qualche anno canteremo insieme con Samuel,
in piazza, ”Bella ciao” e sfileremo in corteo con l’ANPI Nazionale
per le strade di Nardò, quando la pandemia sarà finita.
Maurizio Maccagnano, sindacalista dissidente