NELLA SOCIETA’ DEI “TRE QUARTI” NON C’E’ POSTO PER NESSUNO!
Con tre voti su quattro a Mellone e maggioranza-monstre, calato il sipario persino sulle opinioni.
Un potere assoluto che sembra di altre epoche e altri regimi politici. Assenza di relazioni. Nardò annichilita.
Sinceramente non so dire se valga la pena affrontare la questione, e nemmeno se interessi veramente a qualcuno. E’ certo comunque che esiste, anzi è in piedi da sin troppo tempo per non darle un’occhiata. A maggior ragione oggi, nella nuova società neritina dei TRE QUARTI (vale a dire, richiamando il voto alle comunali, tre voti a Mellone e uno all’opposizione e con una maggioranza-monstre), pare non esserci spazio per nessuno, che non sia quello della propria parte politica e ugualmente nessuno spazio all’interlocuzione tra le parti. Che dovrebbe essere improntata, nel novero del rapporto maggioranza-opposizione, non dico alla collaborazione che è assoluta chimera, e nemmeno al rispetto dei ruoli, che già sarebbe un passo avanti, certamente no sul rapporto avvelenato dal dileggio sparso a piene mani. Da scommessa su chi abbia cominciato per primo. Per la storia, la cosa parte da lontano, ben prima dall’inizio della prima consiliatura, quando Mellone scatenò il pogrom contro avversari ritenuti semplicemente… usurpatori delle posizioni raggiunte.
Sembrò la boutade di un giovane agitatore paffuto e invece, quella campagna ossessiva e apparentemente velleitaria, finì col premiarlo. E subito c’è chi mi suggerisce di ricordare, che tutto successe grazie anche agli errori di quella compagine (ex sindaco Risi) che nell’occasione sperperò migliaia (!) di voti di vantaggio e che oggi, si può aggiungere, è praticamente smembrata. Il fatto, poi, che Risi avesse perso per una manciata di voti o che, alternativamente, Mellone ce l’avesse fatta per un soffio, aggiunse sale alle ferite del centrosinistra che, a cominciare da quella fase (ben sei,sette anni. Tanto è durata!), si è come sfaldato.
“Ma perché – direte - si richiamano vicende vecchie come il cucco? Non siamo sufficientemente intelligenti per capire queste cose? Eppoi, è acqua passata e oggi siamo in una situazione completamente diversa”.
Come non essere d’accordo con queste osservazioni! Sapendo, comunque, che proprio a partire da quella dèbacle, anzi doppia, per la sinistra o centrosinistra che sia, le cose sono nettamente peggiorate. Insomma, non pare esserci prospettiva alcuna e consapevolezza che c’è molto da (ri)fare. E non conforta certo assistere da parte dell’opposizione a rituali forme di sopravvivenza, senza mettere in discussione il proprio operato di questi ultimi anni. Con l’urgenza di inventarsi qualcosa di nuovo. Che, poi, non dovrebbe essere nemmeno tale, quando si scopre che si è smarrito il rapporto con l’elettore, con i cittadini, col territorio, lasciato scoperto, anche mal interpretato nella sua composizione sociale.
Una clamorosa dimostrazione di debolezza, rispetto alla quale la “banda Mellone” ha avuto facilmente la meglio. Con un dato che è tanto allarmante quanto vero ed utile da doverlo comunicare alla “controparte”: perché quest’ultima non pensi o non creda che il voto delle comunali sia contendibile in tempi brevi (cioè, una volta vince lui e l’altra vinciamo noi). Non è così! Non s’è vista un’analisi del voto, nemmeno un’occhiata ai grossi numeri di decine di suoi candidati!
Non so se l’abbiano fatto e se sì, non s’è colto alcun allarme. Forse non capendo che l’occupazione “manu militari” partiva da ben lontano, s’era incuneata in tante classi sociali e a botta di propaganda aveva pescato anche dove nemmeno si immaginava. Operazione metodica, scientifica, organizzata. Niente a che vedere con l’improvvisazione che si manifestava sull’altro versante, a cominciare dall’estenuante ricerca del candidato-sindaco. Sono concesse le sole attenuanti generiche. E lo si vede ancor oggi, con gli ultimi atti di questa amministrazione che, confortata dal voto, intende viaggiare come un treno “dell’alta velocità” e con un conduttore che attraversa postazioni, “passaggi a livello”, incustoditi.. A farne le spese, è la collettività tutta; la stessa, però, che ha premiato Mellone. E’ questo il punto, che chiede all’opposizione di rivedere il proprio ruolo.
E c’è senz’altro un’occasione per mettersi alla prova, a vedere se si riesce a incidere. Ci riferiamo all’idea di questa amministrazione di buttare a terra la Scuola Media primo nucleo di via XX Settembre”, Dag Hammarskjold”, per costruirne una nuova in altra parte della città e destinare la superficie recuperata per un parcheggio da 250 posti!
Messa così, pare una cosa insensata, con parcheggi che forse servirebbero a Lecce o Bari ma non a Nardò e a maggior ragione in quel punto. Questo è stato ribadito nella petizione che ha già raccolto migliaia di firme. La contrarietà attraversa varie classi sociali, ma credete che di fronte a questo Mellone si sia spaventato? Manco a dirlo. E dunque, inutile protestare! Nemmeno da parte di quella dirigenza scolastica e docenti che hanno appreso la cosa dai giornali. Non passa per la testa che altri possano avere ragione. Insomma, nessun dubbio, nessuna resipiscenza, la scuola deve essere abbattuta. Ma non si tratta certo del solo esempio.
Già avviato l’altro progetto sulla strada per Santa Maria al Bagno (di fronte a Via della Croce) dove su una vasta area agricola è previsto un altro enorme parcheggio. Che passione! Anche qui senza tanto senso. Tutto un filare dritto senza dare ascolto a nessuno, grandi e piccoli, senza che si abbia notizia del parere di qualche tecnico, di qualche associazione ambientalista che potrebbe (e dovrebbe) dire la sua. Insomma, chiusura netta, ignorando istanze che meriterebbero di essere vagliate. E questo lo si fa con un voltafaccia quando, in vista della campagna elettorale, uscirono dei manifesti dell’amministrazione con un vistoso titolo (all’incirca, “PENSA-PUG”- piano urbanistico generale) con il quale si chiamavano a raccolta tecnici, e alla fine ogni singolo cittadino, a concorrere alla coopianificazione. Insomma, a fare tutto in… concordia. Sembrò subito una buona cosa per poi rivelarsi un guscio vuoto. Tutto rimangiato e oscurato e nessuna necessità di ascoltare chicchessia. Quella volta, pura propaganda e pura convenienza.
Luigi Nanni